Collisione

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"Te lo giuro Gre non è successo niente! Ma perché non mi credi?"

Greta scosse la testa di fronte a quell'affermazione di Emma. Quello che la sua amica stava dicendo era fuori da ogni logica.

"Emma" disse con il tono di chi stava per rimproverare un bambino di un anno e mezzo "tu mi stai davvero dicendo che ieri hai passato la serata a casa di Brahim Diaz e siete rimasti tutto il tempo a guardarvi nelle palle degli occhi?" Nel pronunciare quelle parole Greta inclinò leggermente la testa e strabuzzò gli occhi che sembravano quasi volerle uscire dalle orbite. Elisa scoppiò in una fragorosa risata.

"Non ho detto questo" ribatté Emma alzando gli occhi al cielo e incrociando le braccia al petto.

"Mah insomma continui a ripetere che non è successo niente!" sbottò esasperata Greta allargando le braccia.

"Gre, tra il baciarsi e l'avere un rapporto sessuale completo ci sono mille sfumature" intervenne Elisa.

"Di grigio?" ridacchiò Emma che, nonostante quello che era successo la sera prima, si divertiva un sacco a tenere Greta sulle spine.

"No, di rosso e nero" rispose l'altra bionda con un sorrisetto ironico. "Comunque Em tu non me la racconti giusta. Non è che per caso ha fatto lo stronzo?" domandò Greta che stava cominciando a preoccuparsi. Emma non credeva che rivivere ciò che era accaduto la sera prima l'avrebbe ferita così tanto, eppure si ritrovò ad incrociare le braccia al petto e a mordicchiarsi il labbro inferiore perché all'improvviso la voglia di scherzare era scomparsa, si sentiva come se il mondo le stesse crollando addosso e lei non avesse la forza di reggerlo. Rimase in silenzio sotto lo sguardo delle due amiche e abbassò gli occhi. Per Greta quella fu un'ammissione in piena regola.

"Dimmi cosa ha fatto oppure dammi il suo indirizzo e vado a dirgliene quattro!" esclamò la ragazza in tono di voce un po' troppo alto guadagnandosi una gomitata nella schiena da parte di Elisa.

"Che ti urli Gre! Vuoi che ci sbattano fuori?" Le tre ragazze si erano infatti incontrate in un bar della cittadina in cui vivevano per bere una cioccolata e chiacchierare, soprattutto di quello che stava accadendo tra Emma e il calciatore del Milan. Ma era sabato pomeriggio e il locale era parecchio affollato.

"Em, c'è qualcosa che ci devi raccontare?" domandò Elisa con la sua solita dolcezza, mettendo la mano sul braccio dell'amica che fece segno di sì lentamente con la testa.

"Il fatto è che... stava andando tutto benissimo. Sono arrivata da lui che stava iniziando il secondo tempo di Giappone-Spagna e lo abbiamo visto insieme, poi ci siamo spostati in cucina e durante la cena abbiamo riso e scherzato per tutto il tempo. Dopo cena mi sono ricordata che gli avevo portato dei dolcetti, li avevo lasciati sul tavolo del salotto perché mi ero distratta con la partita e i due goal del Giappone. Abbiamo iniziato a mangiarli e da lì la situazione è diventata, come dire, bollente". Emma si fermò un attimo nel racconto, anche quando stava con Gabriele si sentiva sempre un po' in imbarazzo a parlare con le sue amiche di argomenti così intimi.

"E allora? Cosa è successo poi?" la incalzò Greta, sempre più impaziente.

"Ve la ricordate la canzone preferita di Camilla due anni fa, quella che cantava sempre durante l'estate dopo il lockdown, tanto che a un certo punto non la sopportavamo più?" chiese Emma passando in rassegna lo sguardo perplesso di Elisa e quello furioso di Greta.

"Cosa caspita c'entra adesso quella serpe velenosa?" sbottò quest'ultima.

"Aspetta forse ho capito!" intervenne Elisa. "La canzone di Camilla era A un passo dalla luna giusto? E la tipa che la canta è..." La ragazza si interruppe mettendosi le mani davanti alla bocca con un'espressione incredula dipinta in viso.

Colpo di testa | Brahim DíazDove le storie prendono vita. Scoprilo ora