Sam Wilson

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 "Ottimo lavoro oggi, agente Wilson." si complimenta Mia, quando atterro a pochi metri da lei con la mia armatura. "Miglior tempo della settimana."

Non posso che esserne fiero. Da quando sono entrato in squadra cerco sempre di dimostrare a tutti quanto valgo e quanto la mia presenza possa essere indispensabile in alcuni missioni. Essendomi arruolato ed essendo stato in Iraq in missione, questa è la vita che voglio per il futuro.

"Davvero?" chiedo esuberante.

"Guardi lei stesso." afferma la moretta mostrandomi il cronometro.

Anche se la notizia mi fa piacere, sotto sotto non mi sento al massimo delle mie capacità. Forse perchè tutti quelli che sono intorno a me stanno soffrendo per la scomparsa di uno di noi?

Incluso me.

Cassie era speciale. Capace di fare qualunque cosa, coraggiosa, scaltra, intuitiva...la migliore con I computer. A DC la dipingono come una dea della tecnologia.

"Qualcosa per cui festeggiare." sussurro compiaciuto. Mia annuisce accennando un sorrisetto tirato. "Come stai?" chiedo premuroso attirando di nuovo la sua attenzione.

"Rispondo a tutti che sto bene ma in realtà... non lo so." ammette sincera. "E' come se... non avessi ancora metabolizzato la cosa."

Eppure sono passate due settimane, vorrei dirle.

Ma in fondo ha ragione: come si fa a metabolizzare una cosa cosi?

"Lei era... un buon superiore. Oltre ad essere una buona amica." aggiunge sovrappensiero. "E sai cosa? Ero cosi gelosa di lei... per il suo trascorso con Micheal che... credo di non averle mai detto quanto le volessi bene."

Lei... prova qualcosa per l'agente Knight?

"Lei lo sapeva." la rassicuro accarezzandole la spalla dolcemente. "Non sentirti in colpa...c'è già troppo rimorso in giro per quello che è successo..."

"Poteva andare diversamente." sussurra mentre gli occhi le si velano di lacrime spingendomi ad attirarla tra le mie braccia solo per consolarla. Quello di cui avrei bisogno io In questo momento. Ma sono cosi stupido da non chiedere aiuto a nessuno per superare questa cosa.

"Andrà tutto bene." bisbiglio abbracciandola come posso per via dell'uniforme. "Passerà... vedrai."

Deve passare.

Questo momento intimo viene spezzato dalla suoneria del mio cellulare che inizia a squillare. So già chi è. Perchè sarà la ventesima telefonata che mi fa nell'ultima settimana.

"Non rispondi?" chiede Mia staccandosi da me.

"Non mi va." ribatto risoluto prendendo il cellulare. Leggo il suo nome e stacco automaticamente.

"Allora... mi stai ignorando di proposito." esclama una voce femminile alle mie spalle attirando la mia attenzione. Merda.

Mi volto solo per trovarmi faccia a faccia con Sharon Carter.

"Pensavo si fosse capito dalla seconda chiamata rifiutata." sbotto prendendo le mie cose per ritornare al complesso.

"Possiamo parlare?" chiede prima che la superi.

"Di cosa? Di come ci hai mentito praticamente faccia a faccia nascondendoci che Cassie era in missione?" domando retorico. "No, non credo mi vada."

"Lasciami spiegare... Steve e Bucky hanno I loro cellulari spenti e..."

"Fammi capire..." esclamo bloccandomi di colpo voltandomi di scatto. "Sei venuta da me perchè loro ti ignorano?"

"Sono venuta da te perchè sei mio amico." risponde secca. "Vorrei che capissi le mie ragioni."

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