Just Dance

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"Dimmi cosa vuoi..."

Questa voce. 

Cosi profonda, cosi decisa.

Un respiro caldo arriva proprio li al centro della mia intimità facendomi fremere tutta. Un paio di dita iniziano ad accarezzarmi con foga il clitoride, facendomi emettere dei gemiti sonori. 

"Ci sentiranno..."

"Non me ne frega un cazzo." sbotto contrariata. Ma il mio partner non sembra essere contento della mia risposta e infatti un paio di secondi dopo, una mano si posa sulla mia bocca per invitarmi a stare zitta.

"Adoro sentirti cosi per me." si complimenta compiaciuto. "Solo per me."

Qualcosa di umido, che riconosco essere una lingua, inizia a succhiare e leccare con delicatezza la mia intimità facendomi inclinare la schiena in risposta. Istintivamente una mia mano si insinua sotto la coperta e finisce dietro alla sua testa solo per invitarlo ad aumentare l'intensità di questi baci. 

"Dimmelo." mormora autoritario al di sotto delle coperte. "Dimmi cosa vuoi."

"T...t-te." balbetto eccitata.

"Brava piccola."

Piccola?

Nessuno mi chiama piccola. Nessun tranne... Steve?!

Apro gli occhi di scatto, con il fiato corto e il petto che si alza e abbassa freneticamente per via dell'adrenalina in circolo. Mi guardo intorno costatando che sono sola in stanza. Non c'è nessun'altro qui con me. E soprattutto non c'è lui.
Mi metto seduta sul letto portandomi le ginocchia al petto e inizio a ravvivarmi energicamente i capelli sperando che questo mi aiuti a dimenticare quelle immagini cosi vivide dalla mia mente.

Ho appena fatto un sogno erotico su Steve Rogers?

Guardo di sfuggita l'orologio sul comodino costatando che è davvero molto tardi. Non ho impostato nessuna sveglia ieri sera e il fatto che nessuno sia venuto a disturbarmi o a bussare alla mia porta mi ha dato la possibilità di dormire fino a quest'ora. Non ho molta voglia di uscire da questa stanza. Il ricordo di ciò che è successo ieri mi manda ancora terribilmente in bestia.
Quel coglione di Josh mi ha sparato. Il braccio mi fa ancora male ma ciò che fa più male ... è non avere risposte.
Steve ha reagito particolarmente male al mio incidente. Meglio ancor dire che era furioso. L'ha attaccato nel corridoio adiacente al laboratorio di Bruce anche se lui non è mai stato un tipo violento. Ha degli ideali e dei valori e la violenza non è tra quelli. Eppure... ha sostenuto che nessuno può toccarmi e passarla liscia.

Una frase forte cosi come la miriadi di sensazioni che stava provando in quel momento.
Paura, rabbia, delusione. desiderio.
Steve Rogers, o meglio chiamarlo il capitano Rogers cosi da risultare più distaccata, mi guarda in un modo... e mi vuole proteggere.
Come se fossi sua. E il bello è che io vorrei fosse cosi.
Quando le mie mani si sono posate sul suo petto coperto solo da una t-shirt, sono stata investita da una miriadi di scariche elettriche lungo tutto il corpo. Cosi forti, cosi profonde da farmi tremare perfino le gambe.

E il cuore! Sembrava stessi correndo una maratona. 

Gli ho chiesto ovviamente spiegazioni ma lui... se in un primo momento sembrava intenzionato a rispondere alle mie domande, è stata l'intromissione di Tony a ridestarlo dalle sue buone intenzioni. Giuro adoro quell'uomo ma certe volte vorrei strozzarlo.
Controvoglia ma con la pancia brontolante lascio il mio letto. Indosso una tuta lunga al posto dei pantaloncini ed esco dalla mia stanza direzione cucina. In giro non c'è praticamente nessuno, cosa che mi fa insospettire e non poco. Sono quasi tentata di chiedere a Jarvis dove sono tutti ma una volta uscita dall'ascensore sento il familiare suono del gas acceso e qualcosa che sta friggendo In padella.

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