Truth

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"Non ti ho visto a cena."

"Non avevo molta fame."

"Mmh... c'entra per caso la presenza di Sharon al complesso? E in particolare nell'ufficio di Steve?"

"La smetti con questa storia?" sbotto esasperata.

E' la mattina della missione. Bucky ha ben pensato di venirmi a salutare prima di partire solo per assicurarsi che starò bene sola soletta in questo enorme posto. C'è solo un problema: sono le cinque del mattino e io muoio di sonno.

"Vuoi dirmi che non è vero?" mi punzecchia ancora portandosi le braccia al petto. I suoi muscoli sono messi ancora di più in evidenza per via dell'uniforme che indossa. Ma questa volta, non mi lascerò trasportare dalle sensazioni: lui sta con Olivia e da come ho potuto capire le cose tra di loro vanno a gonfie vele. A tal punto che lui l'ha invitata a fermarsi qui fin quando non troverà un appartamento.

"Io... non lo so, va bene?" ammetto schietta. "Lui... lui mi provoca sensazioni strane."

"Fammi indovinare... farfalle nello stomaco, batticuore e... ormoni a palla?"

Bhe... si. Un paio di volte l'ho sognato mentre... le sue mani mi davano piacere. Ovviamente mi sono svegliata di soprassalto e in una pozza di sudore. Sembrava cosi reale.

"Non è cosi facile." sussurro imbarazzata.

"Perchè bisbigli? Non c'è nessuno sul piano." mi ricorda razionale. "Sono tutti all'hangar."

"Ne... ne possiamo parlare quando torni? Chissà che questa giornata da sola non mi aiuti a ragionare sulla cosa." propongo accennando un sorrisetto.

"Ricordati che c'è sempre Jarvis a tenerti compagnia."

"Mi ha chiamato signore?" chiede l'intelligenza artificiale sentendosi nominare.

"Torna a dormire Jarvis è tutto okey." ordina Bucky.

"Io non dormo sfortunatamente signore. Sono un sistema operativo progettato dal signor Stark ed essendo una macchina non dormo mai."

"Mettiti in stand-by, dormi, fai cosa diavolo ti pare." sbotta alzando gli occhi al cielo. "E' solo una mia impressione o è fastidioso come Tony?"

"Perdonalo Jarvis... si è alzato dalla parte sbagliata del letto." affermo divertita. "Non essere antipatico... ha anche lui delle emozioni."

"Ah si?"

"Beh... no. Però non rispondergli male."

"Tu e la tecnologia... ne parli come se fosse un  figlio tuo." sussurra incredulo.

Figlio. Che... che idea folle.

"Starai bene?" chiede premuroso pronto ad andare.

"Si... state attenti." mi raccomando un pò preoccupata.

"Sempre." ammette facendomi l'occhiolino prima di sparire verso la fine del corridoio. Chiudo la porta con l'intento di tornarmene a letto quando improvvisamente si apre in camera mia, sotto forma di ologramma, una schermata che mi avvisa di una videochiamata da parte di Tony Stark.

"Ragazzina?"

"Buongiorno anche a te." lo saluto mettendomi seduta sul letto. "Fammi indovinare... state partendo e ti volevi assicurare che fossi in grado di badare a me stessa."

"Ti sei alzata nervosa per caso?" domanda divertito.

"Sono le cinque del mattino... e muoio di sonno." rivelo scocciata.

"Fatto le ore piccole ieri?" chiede punzecchiandomi.

No, non ho fatto le ore piccole. Sono solo rimasta in stanza a rimuginare sulle parole di Steve. E... a farmi mille pippe mentali su come possa essere andata la sua cena con Sharon. Era vestita da dio ieri sera. Non sembrava che dovessero parlare di lavoro. Ma lui ci ha tenuto a precisarlo e lei non l'ha contradetto. Quindi dev'essere vero.

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