For Stephen

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"Mi dispiace averci messo tutto questo tempo ma è stato più difficile del previsto." si scusa Helen prendendo una cartella clinica aprendomela sotto gli occhi.

"Ma sta bene, vero?" domando preoccupata stringendo di più la mano di Steve al mio fianco mentre siamo nella zona infermieristica.

"E' sana. E cresce davvero molto velocemente." mi rassicura facendomi tirare un sospiro di sollievo. "Potresti non arrivare ai nove mesi di gestazione."

"Un parto prematuro?" chiedo avendo letto qualcosa a riguardo.

"Si ma sarebbe sana e non avrebbe bisogno di un'incubatrice." rivela mostrandomi un grafico con una strana linea colorata. "Ha il suo DNA capitano. Ma nessuna traccia del tuo Cassie."

Scontato. Voglio dire... è stata concepita cosi. L'Hydra è sopraggiunta dopo. "Lo sospettavo." mormora Steve amareggiato accennando un sorriso tirato.

"Ehi..." lo chiamo voltandomi verso di lui. "Sta bene, è sana... è questo quello che importa."

"Si ma..." tenta di dire prontamente bloccato da me.

"Ma nulla. Sta bene, è sana... ha cosi tanta voglia di uscire che credo ci darà filo da torcere." lo rassicuro fiduciosa.  Per sentirlo più vicino penso bene di sedermi sulle sue gambe stringendolo forte a me.

"Come fa la mamma con il papà." bisbiglia prima di poggiare la testa contro il mio petto.

"Deduco che voi sappiate già il sesso." puntualizza Helen riportando l'attenzione su di se.

"Si... ce l'ha detto Wanda." rivelo.

"Ogni mese ci vediamo a controllo." annuncia prendendo la sua agenda con un post-it per segnarci un appuntamento sopra. "Io sarò in viaggio nelle prossime settimane ma se dovessi avere problemi, fastidi, dolori particolari o altro... ti manderò un sostituto."

"Grazie mille Helen."

"Vi lascio un pò da soli." sussurra intuendo forse che abbiamo bisogno di parlare.

Quando lo fa e finalmente restiamo soli, con una leggera pressione alzo il volto di Steve affinchè possa guardarmi negli occhi. E' turbato, spaventato, preoccupato. Diventare genitori è sicuramente una grande responsabilità ma sospetto che ci sia altro sotto. E temo di chiedere cosa sia.  "Parlami."

"Pensavo davvero che... fosse ... normale."

"Lo è." puntualizzo sicura di me. "Lo è eccome."

"Ha il mio DNA." afferma come se fosse una cosa brutta.

"Sei il suo papà, è normale che sia cosi." gli faccio notare razionale accarezzandogli la guancia con il dorso della mano. "Sai come si concepiscono i bambini, vero Capitano?" mi burlo di lui cercando di sdrammatizzare la situazione. 

"Certo che lo so. Ma Cass... merda... cerca di capire come mi sento. Lei è..."

"No." lo interrompo risoluta. "No, ho capito cosa intendevi. E no, non è cosi."

"Sono un esperimento."

"Tu sei un eroe." lo correggo prendendogli il volto tra le mani seriosa. "E non per il siero... non perchè sei super forte, immortale o perchè guarisci in fretta... ma per ciò che hai qui." rivelo toccandogli  con un dito il petto all'altezza del cuore, vedendo i suoi occhi velarsi subito di lacrime. "E lei forse sarà una bambina diversa dagli altri è vero... impareremo a conviverci. Le insegneremo le cose normali e genuine della vita. Il rispetto, la famiglia, l'amore, la fiducia. E lo faremo insieme."

"Maledizione, detesto il fatto che tu sappia sempre cosa dire per calmarmi!" esclama alzandosi dalla sedia portandomi con se facendomi emettere un gridolino di spavento per la sorpresa. Girovaga per la stanza depositandomi poi dolcemente sul lettino per le visite.

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