... Lei era lì, forse per accertarsi che lui stesse dormendo o perché pentita del suo gesto volesse valutare, remissiva, di non aver turbato la sua fiducia o chissà, forse confermare il suo proponimento di sfida che aveva impresso con la presenza della candela e assicurarsi che lui l'avesse colta e accettata.
Lenta si avvicinò al letto. Non lo vedeva. Era buio. Stefan ne udì il respiro corto e agitato. Accese la luce sul comodino di fianco al letto e la vide trasalire per la sorpresa, scattando indietro di un passo. Rimase incantato da quelle labbra attonite e boccheggianti; i capelli umidi e le lentiggini arrossate. I suoi occhi verdi e limpidi lo incatenarono, facendo venir meno i suoi propositi. Si impose, comunque, fermezza.
"Dove sei stata, Klara?" le domandò con rude impazienza. Si alzò dal letto e le si avvicinò. Le sue narici esalavano un respiro denso e gelido ma era il freddo di novembre che si propagava nella stanza. O no? Era forse il freddo delle sue azioni, che di lì a poco si propose di realizzare con metodico sgarbo?
Lei non rispose: lo sguardo fermo, attento, alla ricerca di quell'espressione dolce che l'aveva accolta con premura, benché lei stessa, con la sua disubbidienza, avesse raggelato fino a farle venire i brividi.
"Hai idea di quanto io sia stato in pensiero?" la ammonì risentito. Lei sbatté le palpebre e strinse la mascella. Non era certo una bambina che andava ancora tenuta per mano e lui era stato assente per mostrare, adesso, preoccupazione. Per tutta la vita si era protetta da sola. Chi si credeva di essere? L'eroe che era venuto a salvarla? Sollevò il mento e inchiodò lo sguardo al suo.
Stefan notò il cipiglio che la contrastò e le si avvicinò ancora. "Sei arrabbiata, Klara?!" le sussurrò, falsamente serafico. "Sei adirata perché sono entrato con prepotenza nella tua vita e non ti senti più libera di fare ciò che vuoi. Hai lasciato quella candela per misurarti con le mie intenzioni e ti sei presentata per accertarti se io avessi colto la tua provocazione e non dirmi che sei pentita perché non me la bevo!" Gli occhi di Klara lanciarono saette.
"Mettiti il cuore in pace, mia cara, perché che ti piaccia o no, dovrai sopportarmi ancora per molto. Starai con me!" e marcò le ultime parole avanzando verso di lei, costringendola a tallonare all'indietro. "E stanotte dormirai con me, tanto per essere sicuro che non scappi un'altra volta di nascosto da qualche parte!"
A quelle parole, Klara sobbalzò e lesta scattò verso l'uscita ma Stefan, intercettata la sua intenzione, l'afferrò per il polso e chiuse malamente la porta girando la chiave.
Klara cercò di divincolarsi. Lui aveva una presa d'acciaio e gli lanciò uno sguardo imperioso, sentendo dentro di sé un groviglio di emozioni esplodere tra meraviglia, irritazione, disappunto, delusione e ... qualcos'altro che la turbò nel corpo così come nell'anima. Sollevò il braccio e roteò il polso per fargli mollare la presa ma lui non cedette. Le sue labbra erano in continuo movimento, per poi serrarsi adirate e lasciare che i denti stridessero. Stefan allentò la tensione.
"Sono stanco, Klara. Sono due giorni che non dormo e che vengo sbattuto da un continente a un altro, carico di tensione ed è da questa mattina che ho un tremendo mal di testa. Dubito che tu ti sia immersa nel mondo dei sogni quando stavi in carcere per poi trascorrere tre ore fuori a girovagare ..." Si portò una mano tra i capelli, strabuzzando di stupore e scuotendo il capo. "Ma dove la trovi tutta questa energia?" Si placò poi sbuffando ma non mollò la presa, pur mostrandole gli occhi limpidi e stanchi, rispecchiando la loro continua agitazione.
All'improvviso, un pugno lo colpì in pieno volto e non se ne sbalordì. Lo attendeva come monito per la sua insolenza. Lo incassò con tollerante irritazione. Le palpebre immobili e lo sguardo fermo su un respiro leggermente ansimante.
Le lasciò andare il polso e la provocò, rivolgendole un sorrisetto indispettito. "Ho tanta voglia di sgonfiare quella tua faccia da peperone" strinse gli occhi e digrignò i denti "e non sai quanto!" Sorrise di lato. "Non sei così temeraria come vuoi apparire se ti imbarazzi persino a vedere un uomo a petto nudo!"
STAI LEGGENDO
LE CORDE DI KLARA
RomansaHallstat, Austria 1930 Un misterioso omicidio viene consumato in un borgo cristallizzato da un lago sotto gli occhi innocenti di una bambina. Nella Berlino della seconda guerra mondiale, la pianista Klara Lindel si ritroverà a percorrere il suo pass...