Capitolo 10

123 16 252
                                    

... Lei era lì, forse per accertarsi che lui stesse dormendo o perché pentita del suo gesto volesse valutare, remissiva, di non aver turbato la sua fiducia o chissà, forse confermare il suo proponimento di sfida che aveva impresso con la presenza della candela e assicurarsi che lui l'avesse colta e accettata.

Lenta si avvicinò al letto. Non lo vedeva. Era buio. Stefan ne udì il respiro corto e agitato. Accese la luce sul comodino di fianco al letto e la vide trasalire per la sorpresa, scattando indietro di un passo. Rimase incantato da quelle labbra attonite e boccheggianti; i capelli umidi e le lentiggini arrossate. I suoi occhi verdi e limpidi lo incatenarono, facendo venir meno i suoi propositi. Si impose, comunque, fermezza.

"Dove sei stata, Klara?" le domandò con rude impazienza. Si alzò dal letto e le si avvicinò. Le sue narici esalavano un respiro denso e gelido ma era il freddo di novembre che si propagava nella stanza. O no? Era forse il freddo delle sue azioni, che di lì a poco si propose di realizzare con metodico sgarbo?

Lei non rispose: lo sguardo fermo, attento, alla ricerca di quell'espressione dolce che l'aveva accolta con premura, benché lei stessa, con la sua disubbidienza, avesse raggelato fino a farle venire i brividi.

"Hai idea di quanto io sia stato in pensiero?" la ammonì risentito. Lei sbatté le palpebre e strinse la mascella. Non era certo una bambina che andava ancora tenuta per mano e lui era stato assente per mostrare, adesso, preoccupazione. Per tutta la vita si era protetta da sola. Chi si credeva di essere? L'eroe che era venuto a salvarla? Sollevò il mento e inchiodò lo sguardo al suo.

Stefan notò il cipiglio che la contrastò e le si avvicinò ancora. "Sei arrabbiata, Klara?!" le sussurrò, falsamente serafico. "Sei adirata perché sono entrato con prepotenza nella tua vita e non ti senti più libera di fare ciò che vuoi. Hai lasciato quella candela per misurarti con le mie intenzioni e ti sei presentata per accertarti se io avessi colto la tua provocazione e non dirmi che sei pentita perché non me la bevo!" Gli occhi di Klara lanciarono saette.

"Mettiti il cuore in pace, mia cara, perché che ti piaccia o no, dovrai sopportarmi ancora per molto. Starai con me!" e marcò le ultime parole avanzando verso di lei, costringendola a tallonare all'indietro. "E stanotte dormirai con me, tanto per essere sicuro che non scappi un'altra volta di nascosto da qualche parte!"

A quelle parole, Klara sobbalzò e lesta scattò verso l'uscita ma Stefan, intercettata la sua intenzione, l'afferrò per il polso e chiuse malamente la porta girando la chiave.

Klara cercò di divincolarsi. Lui aveva una presa d'acciaio e gli lanciò uno sguardo imperioso, sentendo dentro di sé un groviglio di emozioni esplodere tra meraviglia, irritazione, disappunto, delusione e ... qualcos'altro che la turbò nel corpo così come nell'anima. Sollevò il braccio e roteò il polso per fargli mollare la presa ma lui non cedette. Le sue labbra erano in continuo movimento, per poi serrarsi adirate e lasciare che i denti stridessero. Stefan allentò la tensione.

"Sono stanco, Klara. Sono due giorni che non dormo e che vengo sbattuto da un continente a un altro, carico di tensione ed è da questa mattina che ho un tremendo mal di testa. Dubito che tu ti sia immersa nel mondo dei sogni quando stavi in carcere per poi trascorrere tre ore fuori a girovagare ..." Si portò una mano tra i capelli, strabuzzando di stupore e scuotendo il capo. "Ma dove la trovi tutta questa energia?" Si placò poi sbuffando ma non mollò la presa, pur mostrandole gli occhi limpidi e stanchi, rispecchiando la loro continua agitazione.

All'improvviso, un pugno lo colpì in pieno volto e non se ne sbalordì. Lo attendeva come monito per la sua insolenza. Lo incassò con tollerante irritazione. Le palpebre immobili e lo sguardo fermo su un respiro leggermente ansimante.

Le lasciò andare il polso e la provocò, rivolgendole un sorrisetto indispettito. "Ho tanta voglia di sgonfiare quella tua faccia da peperone" strinse gli occhi e digrignò i denti "e non sai quanto!" Sorrise di lato. "Non sei così temeraria come vuoi apparire se ti imbarazzi persino a vedere un uomo a petto nudo!"

LE CORDE DI KLARA Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora