Capitolo 36

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... Quando scorse Klara uscire da una stanzetta deglutì con una strana luce negli occhi.

La ragazza aveva raccolto i capelli sulla nuca. Indossava una canottiera non troppo ampia sopra dei pantaloni lunghi fino ai polpacci e leggermente svasati. Si muoveva comodamente sui polacchini stretti alle caviglie e non ebbe difficoltà a salire sulla pedana per chinarsi sulle corde.

Visser le strinse i guantoni ai polsi e la caricò. «Sarete voi a segnare il tempo. Non fargli troppo male."

Lei gli sorrise e Stefan si sentì urtato dalla brutta sensazione di temere il peggio. Per Klara non esisteva tempo.

«Non ritieni tutto questo inopportuno?» si lamentò, allargando le braccia stizzito rivolgendosi a Romel, il quale lo scrutò incuriosito.

«Che cosa, ragazzo, è inopportuno?»

Stefan osservò Klara guardarlo con occhi annoiati.

«Sono un uomo e lei una donna. Sono più alto e più robusto di lei. Vuoi che la massacri? Non arriverà neppure a sfiorarmi il mento!»

Visser ridacchiò, mentre Klara assottigliava lo sguardo su Stefan col solo scopo di generare saette che lo incenerissero.

Il pugile sollevò i pugni. «Avete questi ed è ciò che basta. Se è riuscita a boxare con me, non oso immaginare che cosa farà a te!» e l'assenso col capo che gli rivolse fece trattenere il fiato al giovane.

Stefan scosse il capo e si pose al centro del ring. I suoi occhi scrutarono quel corpo florido e ben messo. Notò la sottile linearità muscolare sulle sue braccia, rimanendone ammaliato. Una scarica lo travolse.

«Sei sicura, Klara?» la sfidò con aria sfrontata. Lei sbatté i suoi guantoni e cominciò a muoversi attorno a lui, sollevando la guardia con faccia tosta. A quel punto, anche Stefan sciolse i muscoli e serrò lo sguardo nella concentrazione.

Klara praticava sport clandestino per una donna. Con i soldi che possedeva poteva permettersi i pugili migliori per imparare a combattere. Quella parte di mondo gli veniva mostrata senza riserve. Conosceva Klara. Non si sarebbero mollati dei semplici cazzotti da pivelli e il sorriso di sfida che lei gli lanciò, gli fece comprendere quanto fosse ben allenata.

I loro sguardi si fissarono gelidi. Quello di lei fu grave e autorevole.

Stefan ruotò il bacino, abbassandosi leggermente sulle gambe; la guardia alta. Il colpo che decise di scaricare, rilasciando la forza del bacino e delle gambe, non colse impreparata la ragazza, che lo schivò ruotando le spalle.

Klara sferrò i suoi pugni con minima forza ma velocità sorprendente, eseguendo delle rapide sequenze con combinazioni poco difensive, seppur parecchio offensive, per poter colpire basso a causa dell'altezza del ragazzo. Voleva atterrarlo.

Stefan, in risposta, avanzò un colpo di disturbo, quasi potente. Ruotò tutto il corpo nel tentativo di colpirla al viso con un diritto massiccio, sebbene trattenuto dal timore di farle male. Lei, tuttavia, mostrò imperizia nei movimenti, deviando il colpo con una perfetta schivata di capo.

Visser emise un grugnito di assenso.

Per un attimo indugiarono, por poi colpirsi a vicenda con andamento discontinuo. Klara guardò Stefan con scaltrezza. Era spavalda. I suoi occhi si mostrarono audaci. Abbassò la guardia di proposito. Era il suo modo di provocare e Stefan la colpì al volto, suscitando una reazione del capo che non la scosse, avendo maturato capacità di sopportazione al dolore e alla fatica. Colse il tempismo nella sua costanza.

Lei, dunque, si scagliò su di lui. I suoi movimenti erano sciolti. Il fiato si fece più corto e scostante. Klara fece leva sulla spalla, mollando un gancio sul colpo circolare a corta distanza, che destabilizzò Stefan, ma fu un attimo.

LE CORDE DI KLARA Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora