Un biglietto trovato nell'ingresso fu letto da Stefan con un sorriso sardonico. Gretel era andata via, avvertendo che in caso di bisogno l'avrebbe trovata da Heinz.
Accese il camino; si sbottonò la camicia; si arrotolò le maniche; si versò da bere e sprofondò sulla poltrona. I suoi occhi si spinsero oltre le fiamme, alla costante ricerca delle risposte per le tante domande che gli martellavano nella testa.
La luce del fuoco gli illuminava il volto arrossato dal calore; il bicchiere adagiato sul bracciolo; le onde di luce scarlatta danzavano sui suoi capelli chiari. Inclinò il capo sullo schienale, desiderando di trarre sollievo da quel momento di tranquillità ma non ci riuscì.
Quello che aveva scoperto continuava a sconvolgerlo. Doveva esserci un'altra verità dietro il comportamento di Mark. In quegli anni si era preso cura di Klara, accogliendola, proteggendola, e il fatto che si trovasse su quella scena del crimine, subito dopo l'omicidio, doveva essere stato dettato dal tentativo di scongiurarlo. Da quel che stava deducendo, dunque, anche Mark, all'epoca dei fatti, aveva fatto parte della stessa organizzazione di Emily.
Non poteva parlarne con Klara se prima non sondava il terreno con l'amico. Questa volta lo scivolone lo avrebbero fatto entrambi e non voleva che Klara di facesse male più di quanto già non ne provasse lui. Il suo legame con Mark era profondo e con gli anni si era rafforzato. Maledizione!
Si tormentò il volto con una mano per poi bere tutto d'un fiato il contenuto del bicchiere, che gli bruciò il petto senza, però, quietarlo.
Da anni, ormai, il suo cervello era distrutto a furia di pensare a lei. Osservò il fuoco. Gli piaceva sentire il crepitio delle fiamme scoppiettanti nel camino.
Lo squillo del telefono lo destò dai suoi pensieri. Si precipitò nel corridoio a recuperare la cornetta. La voce di Anja poi lo raggiunse dall'altro lato del filo.
"Stefan, caro!"
"Anja?" Un pensiero lo turbò. "Klara, sta bene?"
"Sì, sta bene. Volevo avvisarti che sta tornando a casa!"
Il suo cuore carambolò a quella notizia che accolse lieta, rilassando la schiena contro la parete. Sentì la donna sorridere.
"Devi averle fatto pena quando ti sei presentato" lo stuzzicò divertita.
Lui si accigliò. "Sicura che non abbia deciso di tornare per prendermi a pugni?"
"Quanto sei permaloso!" rise lei. "Quando arriverà accertati che non le sia risalita la febbre!"
Lui sorrise emozionato. "Mi prenderò cura di lei, Anja!"
La sentì sospirare con una lieve nota severa. "Lo spero per te, ragazzo!"
Dopo quel colloquio, Stefan si sentì sollevato. Quel momento, tuttavia, durò poco e il mondo sembrò girargli in tondo, frenetico, al suono assordante della sirena antiaereo.
In un lampo si precipitò fuori di casa non accorgendosi di essere scalzo. Corse in giardino e con un balzo scavalcò il basso cancello. La gente correva da tutte le direzioni; usciva dalle case; si riversava per le strade in un affollamento impanicato verso i rifugi. Gli occhi di Stefan vagarono ovunque, impauriti, alla ricerca di Klara.
Una bambina inciampò, sfuggendo alla presa della madre. Stefan si precipitò in loro soccorso, mentre gli aerei inglesi incedevano sinistramente. Prese la bambina in braccio e avvolse la donna con l'altro, scortandole verso il rifugio. Quando giunsero ai piedi del sotterraneo, consegnò la piccola alla donna e si precipitò per le strade.
Era un bersaglio facile e gli Spitfire erano veloci nelle loro impicchiate assordanti. Le bombe crollarono come grandine e la contraerea fece notare le sue luminescenze rossastre, abbattendo una di quelle furie inglesi. Stefan si riparò dall'urto di vari calcinacci crollati pericolosamente al suolo. I tombini esplosero in una sequenza rapida; le autovetture saltarono infuocate; i pali della luce si piegarono arroventati e fusi.
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LE CORDE DI KLARA
RomanceHallstat, Austria 1930 Un misterioso omicidio viene consumato in un borgo cristallizzato da un lago sotto gli occhi innocenti di una bambina. Nella Berlino della seconda guerra mondiale, la pianista Klara Lindel si ritroverà a percorrere il suo pass...