Prologo - parte 1

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Hallstat, regione di Salzkammergut, Austria 1926

Il frinire delle cicale faceva eco al ronzio delle api e al cinguettio degli uccelli, intanto che un nasino puntellato da sbiadite lentiggini, su un viso roseo, incorniciato da riccioli rossi, si affacciava dal basso muretto di una casetta bianca dai tetti spioventi, agghindata da grappoli di fiori rossi e bianchi. Quest'ultima si allineava nei colori con il resto delle casette ricoperte di edera, schierate a terrazza sul colle.

Il borgo si affacciava da una montagna lussureggiante, specchiandosi sulle acque del lago Hallstatter See, dove le sfumature azzurre del cielo lo cristallizzavano in un riflesso argentato senza tempo.

L'aria turbinava di un dolce calore primaverile; le rondini volavano tra i mandorli in fiore; le farfalle volteggiavano tra le balconiere traboccanti di gerani variopinti.

La bambina sporse gli occhietti verdi e furbi sotto di sé; come fiamme al vento i suoi capelli furono scompigliati dalla brezza. Scorse un bambino che dalla strada saliva il sentiero acciottolato verso il borgo, tenendo sollevata una piccola valigia con entrambe le mani; ben vestito con una giacca a quadretti e i pantaloncini nocciola con la piega davanti. Teneva lo sguardo basso e un broncio serrato su un volto arrossato e lucido, che non si armonizzava con i raggi solari picchiettanti sui capelli biondi, corti e con una riga di lato, impeccabile.

Davanti a lui, avanzava una donna giovane, allegra e solare, elegante nel suo vestito verde a fiori gialli. Con una mano teneva calcato sul capo un cappello di paglia a larghe falde, mentre morbidi boccoli biondi le ondeggiavano sulle spalle. Dietro di loro, un signore alto e distinto nel suo completo grigio li seguiva con un'altra valigia.

"I nuovi vicini sono arrivati!" balzò una voce gioiosa alle spalle della bambina. Una donna dai folti ricci neri oltrepassò il cancelletto di fianco al muretto. Si voltò verso la piccola e con un sorriso le tese una mano.

"Vieni Klara! Andiamo a dare il nostro benvenuto!"

La piccola si affacciò timidamente e allungò una manina verso la madre, che la prese con allegria, mentre con l'altra stringeva al petto un piccolo libro di fiabe.

Giunta davanti alla dimora dei nuovi arrivati, Klara rimase in disparte a osservare il bambino, che stancamente aveva adagiato la sua valigia tra i gradini del portico. Udì la madre presentarsi alla donna bionda; le vide stringersi le mani e scorse l'uomo elegante accennare un saluto, sollevandosi di poco il cappello dal capo.

La piccola Klara si avvicinò al bambino, che per tutto il tempo aveva mantenuto lo sguardo basso. "Ciao, io sono Klara e ho sei anni!" formulò, dondolando il corpicino a destra e a sinistra, ma solo per il piacere di sentire l'ampia gonnellina bianca a fiori rossi svolazzare tra le gambine.

Il bambino si limitò a incrociare le braccia sul petto, accentuando il suo broncio sbuffante. Pensando, poi, di essere rimproverato per la sua scortesia, sollevò il capo e la luce del sole sfolgorò su due grandi occhi blu.

"Io mi chiamo Stefan e ho otto anni!" si presentò con un tono che a Klara parve scocciato.

Entrambi sentirono gli occhi degli adulti addosso, specialmente Stefan, che sbuffò al pensiero di venire ripreso per quel tono. Klara, poi, udì sua madre chiedere alla signora col cappello un consenso per qualcosa. Quando quest'ultima annuì compiaciuta, si sentì chiamare.

"Klara accompagna Stefan a vedere il lago!"

A quell'invito, il bambino si voltò incerto verso i suoi genitori. La madre annuì, incoraggiandolo con gioia.

"Vai pure, figliolo!" acconsentì il padre, portando le valigie dentro casa.

Stefan provò una sorte di leggerezza a quel consenso e spostò lo sguardo su Klara, gioconda e smeraldina, riuscendo persino a rispondere al suo sorriso. Un sorriso sincero e non forzato, che aveva dissolto quel buffo broncio di approccio che col suo labbro arricciato sembrava volesse irritare. Senza alcuna incertezza, afferrò, dunque, la manina che la bambina gli porse e si lasciò trascinare giù per il sentiero. Un attimo dopo, si ritrovarono a correre allegramente lungo i prati fioriti ai piedi del borgo, proseguendo verso le sponde del lago.

LE CORDE DI KLARA Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora