Klara si chiuse in camera sua, reprimendo le lacrime che minacciavano di scendere come sfogo a quella pungente irritazione. Quei due erano simili. Si completavano nei loro caratteri.
- No, caro Stefan! - pensò scontenta e adirata. - Non sei affatto identico a me! -
Poco dopo, immerse i suoi dispiaceri tra le bolle di un bagno caldo e rilassante. Cercò di scrollarsi di dosso tutte quelle strane sensazioni che Stefan le aveva marchiato sopra, sconvolgendo la sua sobrietà. Non riusciva a dare un significato a tutto quel susseguirsi di alterazioni di stati d'animo, a volte violente, che scuotevano la quiete e la normalità del suo essere.
Indossò una candida camicia di seta bianca lunga fino al ginocchio e dalle esili spalline sotto la vestaglia di velluto bianco che le carezzò la pelle, riscaldandola. Si infilò sotto le coperte a osservare il soffitto in attesa che il sonno la catturasse.
Nel silenzio più cupo, degli strani rumori attirarono il suo udito. Dei rumori profondi, intervallati da sussurri incessanti, che crepavano persino le pareti giungendo fastidiose fino a lei. Avvilenti, i due amanti fecero udire quei rumori leziosi e voraci.
Klara puntò lo sguardo nelle tenebre, sentendo montare il sangue al cervello per quei misteriosi rumori sommessi, provenienti dalla camera di fronte la sua e non da quella di Stefan. Allargò gli occhi, respirando affannosamente, il volto scolpito nella delusione; nel ribrezzo di aver provato qualcosa di inaspettato al contatto con quel corpo solido e quelle mani grandi che l'avevano dapprima rasserenata, trasmettendole un senso di protezione e di fiducia. Come aveva potuto Stefan prendersi gioco della sua ingenuità? L'aveva accolta con dolcezza per poi demotivarla e ancora sovvertire le sue emozioni. Si preoccupava e allo stesso tempo si esasperava, facendola sentire come una palla al piede. Che cosa stava cercando di ottenere da lei? Farle ritornare la voce con la collera? Poteva essere più idiota di così?
Si mise seduta sul letto. Udì i loro gemiti, percependo Gretel dimenarsi come un'ossessa; ridacchiando tra gli ansiti irrequieti di piacere. I loro respiri si fusero, travolgendole l'udito fino a desiderare di perdere anche quello.
Carambolò fuori dal letto, aprì la porta e fuggì via, correndo giù per le scale con le mani premute sulle orecchie. A quel rumore sordo, Stefan sollevò la testa nella penombra, ansimante e sconfortato; il petto gli doleva e non impedì Gretel di mordergli il mento per catturare la sua attenzione, che un attimo dopo fu accolta con incontenibile avarizia.
Giunta in salotto, Klara chiuse la porta. Rimase al buio, con le luci della notte che affioravano intense dalle vetrate. Non riuscì neppure a emettere un gemito di disgusto per quanto la sua gola fosse silenziosa. Percepì le lacrime annebbiarle la vista. Quei rantoli sconnessi, sospiranti, affannati, le sbatterono in faccia la verità. Stefan non le apparteneva. Da quando si erano lasciati da bambini, lui non era più stato suo. Apparteneva, adesso, a quella donna. Quale uomo, in fondo, desidererebbe vivere accanto a una muta?
La vestaglia le si aprì; i piedi nudi batterono sul pavimento gelido, chinandosi poco dopo su una grande custodia nera. Con mani frettolose l'aprì e dal fondo ne sollevò un violoncello. L'aspetto longilineo e lucido dello strumento le addolcì i lineamenti. Quell'amico inaspettato dal rimedio distensivo l'avrebbe invasa del suo suono, spazzando via ogni altro brutto rumore.
Pose una sedia innanzi alla grande vetrata che dava sul giardino; ci si sedette; allargò le gambe e posizionò lo strumento tra esse.
Con movimenti aggraziati e scattanti la sua mano sinistra si mosse sulle corde e l'archetto scivolò su una serie di arpeggi spezzati, che introducevano il Prélude suite no.1 in sol maggiore di Bach ...
La musica giunse forte alle orecchie dei due amanti al piano di sopra. Stefan era seduto sul letto con le ginocchia al petto e le mani tra i capelli. Dopo aver udito i passi sconvolti di Klara aveva sentito un forte dolore al petto. Il rammarico gli aveva spezzato in due il cuore. Era arrossito di vergogna per essere stato colto a commettere quegli atti.

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LE CORDE DI KLARA
RomanceHallstat, Austria 1930 Un misterioso omicidio viene consumato in un borgo cristallizzato da un lago sotto gli occhi innocenti di una bambina. Nella Berlino della seconda guerra mondiale, la pianista Klara Lindel si ritroverà a percorrere il suo pass...