Stefan e Klara osservarono curiosi quella micro bobina per pellicola fotografica adagiata sul fondo della scatoletta. Il giovane la prese tra le dita di una mano. La rigirò brevemente, formulando nella sua mente un paio di domande sconcertanti circa ciò che poco tempo prima gli aveva rivelato il colonnello.
"Qui dentro c'è il motivo per cui hanno ucciso tua madre, Klara!"
Lei annuì debolmente, arpionata al suo braccio con gli occhi spalancati.
"Il segreto militare cui mi aveva accennato Mark!"
Lei continuò ad assentire e scrisse qualcosa su un foglietto, porgendoglielo subito dopo:
"E di cui io dovrei esserne il male assoluto?!"
Lui sbuffò. "Mark ha detto: peggio della guerra stessa!"
Lei gli mostrò il broncio con un altro biglietto. "E' la stessa cosa!"
A Klara non era piaciuta quella parte della rivelazione e adesso la sua curiosità era conforme alla scoperta sulla verità. Gli porse un altro biglietto.
"Prima di distruggerla voglio conoscerne il contenuto!"
"E a chi dovremmo chiedere? A questo punto non so neppure se io stesso debba fidarmi di Mark ..." si bloccò vedendola terminare di scrivere per poi sollevare il foglio davanti ai suoi occhi.
"Visser!"
Lui si corrucciò. "Il pugile?!" Questa volta lesse, mentre lei scriveva.
"Credo che Romel faccia parte della resistenza e le informazioni ottenute su Steiner la sanno lunga sul suo modo di operare. Mi ha offerto protezione ..."
"Non è prudente, Klara!" la interruppe lui energico. "Qualcuno potrebbe metterci le mani sopra una volta svelata la pellicola. L'ha detto anche Emily. Questa è roba che scotta! Persino Mark, che conosce tutti i segreti del mondo, è stato tagliato fuori da un simile segreto!"
Lei si immusonì e gli mimò la risposta. "Non abbiamo altra scelta. Dobbiamo fidarci di Romel!" enfatizzò, facendo scrollare le spalle al giovane.
***
Una mattina Markus trovò degli incartamenti nuovi sulla scrivania. Tutti siglati dal fuhrer. Non si era mai soffermato sulla firma del primo cancelliere. Era una rafforzatura diagonale della lettera "H" con le angolature arrotondate su linearità ortografica. Il giovane piegò gli angoli della bocca. Si sarebbe aspettato una firma più originale dal cancelliere tedesco. Seppur la lettera iniziale fosse tracciata con poca eleganza, il resto gli parve uno scarabocchio.
Ricompose il fascicolo; aprì un cassetto della scrivania e ne tirò fuori la cartella sottratta agli Archivi, nascondendola dentro la giacca. Prese, infine, gli incartamenti precedenti e uscì dall'ufficio. Di nuovo il battito incessante delle macchine da scrivere e lo stridio delle telescriventi lo accompagnarono, mentre si recava dall'hauptscharfuhrer Wagner.
Posto sull'attenti davanti all'ufficiale, Markus attese che questi finisse di controllare il fascicolo e firmare il suo lasciapassare, che gli tese, infine, sollevando gli occhi su di lui e lasciando il volto diretto sulle scartoffie sotto il mento.
"Portate i miei saluti al colonnello Huber, gefreiter" e il giovane ebbe la certezza essere lui l'amico che doveva un favore al colonnello, saldando il debito nei suoi confronti con l'assunzione di un semplice soldato in quel reparto di smaltimento.
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LE CORDE DI KLARA
RomanceHallstat, Austria 1930 Un misterioso omicidio viene consumato in un borgo cristallizzato da un lago sotto gli occhi innocenti di una bambina. Nella Berlino della seconda guerra mondiale, la pianista Klara Lindel si ritroverà a percorrere il suo pass...