Capitolo 52

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... Si diresse verso il tavolo dei dolci, sorridendo a quel goloso compagno che scacciava via tutte le amarezze e i malumori. Teneva il taccuino in mano, valutando l'ipotesi che qualcuno si avvicinasse a parlare con lei facendole i complimenti.

Mostrando eleganza, intanto, imitò le donne che ciondolavano attorno al buffet. Afferrò un dolcino. I suoi occhi brillarono. Osservò il bignè ripieno di denso cioccolato fondente e ostentando l'iniziale signorilità, la sua, aprì la bocca e ce lo infilò dentro con lenta delizia, rabbrividendo al sapore che le esplose nel palato. Afferrò, dunque, un flute di champagne e lo sorseggiò, osservando il movimento al centro della sala.

Le coppie giostravano nei loro giri di valzer. Posò lo sguardo sul pianoforte, privo del suo musicista. Le sarebbe piaciuto vivacizzare quella serata a modo suo, ma non sarebbe stata apprezzata, sebbene le piacesse far divertire la gente come unico modo per non lasciare che qualcuno sbirciasse la sua invidia.

Vide Stefan ballare con Gretel. La stringeva a sé, continuando a sorriderle. Aveva mentito. Non era con lei che voleva divertirsi.

Il petto le fece male. Tanto male. Se non avesse aggredito Steiner, la sua esistenza avrebbe proseguito rallegrandosi al Charlotte e non avrebbe rivisto Stefan. Non starebbe a soffrire di solitudine, nervosismo e delusione. Non si sentiva più la Klara di un tempo. Qualcosa la stava trascinando a fondo e non c'era nessuno che le tenesse la mano.

La musica cessò e le danze si sciolsero. I musicisti si accomiatarono per una pausa. Lei ripose il taccuino nella borsetta, dopo averlo osservato. Nessuno le si sarebbe avvicinato, perché era noioso parlare a quel modo.

Si allontanò. Uscì dalla sala e oltrepassando i tanti invitati salì l'ampia scalinata. Giunta in cima, il piano si divise in due direzioni i cui corridoi dalle luci soffuse conducevano in altre sale.

Percorse quello di destra e alla seconda porta si fermò. Cercava solo un posto tranquillo per rimanere sola.

Abbassò la maniglia e come la porta scivolò lenta, il buio della stanza si andò stringendo al centro, dove solitario troneggiava un pianoforte, illuminato da una luna curiosa al di là di un'ampia vetrata.

Heinz abbracciò Gretel, facendosi perdonare un ritardo che, grazie alla distrazione dei balli con Stefan, non riuscì a scalfire il bel volto con le rughe di disappunto. Lei si lasciò stringere, felice di quella sorpresa. Stefan sorrise divertito all'armonia della coppia e dando una pacca consolatoria all'amico si allontanò, ansioso di cercare Klara.

Sbuffò non trovandola nella massa, chiedendosi cosa mai stesse combinando. Conosceva la sua noia, che rischiava di sfociare in atteggiamenti poco riguardevoli verso gli astanti per meglio passarsi il tempo. Non la trovò da nessuna parte. Neppure Mark e Anja seppero dove fosse la ragazza, sebbene i due coniugi gli suggerirono di cercarla lì dove si trovava il tavolo dei dolci. Stefan preferì ignorare il consiglio, giacché era stato il primo posto che aveva controllato, senza risultato.

Salì, dunque, la gradinata, pensando che si fosse rifugiata in qualche stanza al piano superiore. Volgendo lo sguardo nel corridoio alla sua destra, fu attirato da una strana luce proveniente da una porta aperta.

Klara entrò al centro di quel cerchio bianco, che avvolgeva il pianoforte, lasciandosi circondare dalla penombra. Prese posto davanti allo strumento. Il silenzio la investì di quiete. La sua espressione si distese e i suoi occhi si scontrarono con l'astro lucente, al di là dei vetri.

La luna era talmente piena e candida, che dopo anni l'ispirazione la colse nel silenzio della sua luce. Sentì crescere dentro di lei il momento, che tanto aveva temuto nell'attesa, di incontrare la sua mamma per l'ultima volta ... al Chiaro di Luna.

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