Capitolo 61

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Una mattina, Huber varcò gli uffici operativi della Oberkommando der Marine. Il suo obiettivo era di riportare a casa Stefan. Per tirarlo fuori da quel sommergibile, però, doveva conoscere le strategie di un vero lupo di mare: l'ammiraglio Donitz.

Attraversò parecchi uffici in attività, scontrandosi con guardiamarina e ufficiali di battello, che nei corridoi si spostavano celeri da un ufficio all'altro tra i rumori striduli di telescriventi e macchine da scrivere.

Si recò al primo piano e percorse un corridoio largo dalle pareti bianche, in contrasto con le porte laccate in legno di rovere e le targhette ovali in ottone affisse sopra. Si fermò davanti la terza porta di destra. Sulla targhetta c'era scritto il nome di un Vizeradmiral (Ammiraglio di squadra): Franz Kouler. Bussò, rimanendo in attesa di permesso.

Una voce attutita si fece udire all'interno e lui aprì la porta, richiudendola subito dopo alle sue spalle.

Un ufficiale sulla cinquantina e i capelli canuti si sollevò dal suo posto dietro la scrivania, tirandosi le pieghe della divisa nera della marina e andando a porgere la mano a Mark. Il gesto amichevole non aveva bisogno del saluto militare per fare intendere quanto i due uomini fossero in confidenza.

«La tua presenza è sempre gradita, Mark, anche se in molti, vedendoti entrare qui, si staranno chiedendo che cosa sia venuto a fare un ufficiale della Wehrmacht in mezzo agli squali!»

Mark sorrise divertito ma solo per circostanza, giacché volle andare subito al sodo. «Hai presente il grosso favore che ti chiesi mesi fa?»

Kouler sospirò e annuì con una nota di rammarico. «Se si tratta dello stesso capitano di corvetta, Mark, non posso fare nulla. Si trova in missione segreta con l'ordine del silenzio radio. Può comunicare solo con l'ammiragliato per trasmissioni di coordinate!» Allargò le mani dispiaciuto. «Donitz ha chiesto il reintegro di uno dei migliori e la Oberkommando glielo ha concesso!»

Mark si imbronciò ma dovette arrendersi. Ciononostante, non si privò di chiedere all'amico la tabella di marcia dell'U-boot in questione.

«Sapevo che doveva affiancare la Graf Zeppelin per una missione sul Mediterraneo e invece scopro un cambio di destinazione sull'Atlantico. Perché questo cambio di programma, Franz?»

L'amico si voltò verso la scrivania e recuperò un fascicolo che porse a Mark. Quest'ultimo lo prese, mentre Kouler ne spiegava il contenuto.

«Le nostre navi corsare hanno determinato l'andamento della guerra sottomarina nel Mediterraneo, rendendo difficoltoso il transito dal momento che non possedavamo una base per rifornirci. Abbiamo riadattato le nostre navi mercantili per la guerra, munendole di tutte le armi e di motosiluranti trasportati nelle stive. Grazie alla loro efficacia, accerchiamo le navi inglesi, mostrando loro una falsa bandiera per abbordarle. Keller ha comandato una di quelle navi due anni fa, intercettando persino un attacco imminente contro la Zeppelin, salvando Donitz ...»

Mark conosceva la storia che aveva permesso a Stefan di aumentare di grado e comandare in seguito un sottomarino.

«Adesso, però, partendo dalle basi francesi» continuò l'amico «gli U-boot possono colpire al largo dell'Atlantico e inseguire convogli più lunghi per aprire un varco verso la Manica. La strategia di Donitz sull'Oceano ricopre un'aera di milioni Km². La prima parte del programma prevedeva la disposizione degli U-boot in lunghe linee che scandagliavano l'Oceano stesso in un raggio d'azione che ci avrebbe consentito il dominio delle coste portoghesi fino alle isole Azzorre. Le navi inglesi sono, tutt'ora, in transito su quel tratto, scendendo dalla Manica per raggiungere il nord Africa. L'obiettivo è di bloccare i rifornimenti inglesi e appropriarsi delle rotte degli alleati per potenziare le difese sulle coste meridionali.»

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