... Ansimanti, giunsero dinanzi a un'insegna gialla e luminosa. Strizzarono entrambi un occhio. Troppo luminosa!
La scritta in corsivo di quell'insegna vagò nella memoria di Stefan. "Questo è il Charlotte?"
La risposta gli giunse nel modo in cui Klara se lo tirò dietro; le loro mani sempre intrecciate.
L'ampio ingresso gremiva di persone, che nel loro via vai impedivano l'accesso, fino a essere travolti da una ridda di voci urlanti di divertimento.
Gli occhi del giovane vagarono ovunque: negli angoli in penombra fino ai lati più luminosi; tra coppie amoreggianti e quelle che volteggiavano danzanti; soldati, donne semplici o eleganti, che ridacchiavano e parlottavano; un'orchestra che rallegrava e un dimenare di anche scatenate su una pista centrale. Al bancone del bar un cameriere decapitava i boccali schiumosi di birra fresca.
Klara agitava la mano verso chi la salutava tra cui parecchi uomini, mentre Stefan si sentiva spaesato e attonito. Quello era un luogo proibito dal Reich. Era lì che si suonava un certo tipo di musica. Vide poi qualcuno avvicinarsi a loro.
"Fisher?" si meravigliò, stringendo i denti per la stupidità che lo afflisse. "Dovevo immaginare che tramavi qualcosa con Klara!"
Il ragazzo finse un'espressione mortificata. "Il colonnello mi ha messo a guardia del Charlotte per permettere ai soldati di divertirsi, a Klara di esibirsi ..." annuì con coscienza "e a farla fuggire in caso di bisogno!"
Stefan lo scrutò algido. La serietà del giovane lo destabilizzò. Sembrava tenere a Klara. Un'ondata di gelosia lo scosse in brividi freddi. Il pensiero della sua partenza gli creò un vuoto gelido nel petto.
Subito dopo, Fisher si allontanò e Klara osservò Stefan con curioso interesse. Lui si guardava ancora attorno, sembrava spaesato ma non deluso.Voleva vedere il suo mondo e tra un po' glielo avrebbe fatto anche sentire. Lo tirò per una manica, ottenendo la sua attenzione. Gli fece cenno che si sarebbe esibita sul palco e con un sorriso incerto lo lasciò, allontanandosi verso l'orchestra.
"Maggiore Keller!" lo chiamò qualcuno in mezzo al frastuono. Stefan allungò il collo verso la voce che aveva udito chiamarlo e subito dopo un paio di mani sventolarono nella sua direzione.
"Schmid? Hofer?" fece eco lui, avvicinandosi al tavolo sotto il palchetto, dove due marinai si deliziavano bevendo e rallegrandosi nella baldoria, insieme ad altri tre marinai che Stefan non conosceva.
"Che piacere vederla qui, maggiore. Si unisca a noi!"
Bastò poco tempo, affinché Stefan si mettesse a proprio agio. Si tolse la giacca e il berretto, arrotolò le maniche della camicia fino ai gomiti e bevve avidamente la birra, che i compagni gli offrirono.
L'atmosfera era pervasa dai clamori e dal fumo. L'aria era calda e densa. Un sospiro spezzato uscì dalle labbra di Stefan, mentre tremava d'emozione per il desiderio e l'attesa di sentire Klara.
"La pianista è amica vostra, maggiore?" Stefan annuì a Schmid.
"Soltanto?" ammiccò il marinaio, generando dei sorrisi maliziosi tra i compagni.
L'ufficiale lanciò a Schmid uno sguardo tra il serio e il malizioso e il marinaio comprese.
"E' bella!" si intromise Hofer, osservandola. Anche Stefan la guardò. Sì, era bella, pensò, in tutta la sua essenza.
In principio, Klara si armonizzò con l'orchestra su un brano di chiusura che stavano eseguendo, mantenendo insieme a loro un atteggiamento professionale e distinto. Quando terminarono, la pianista batté un indice su un tasto, ottenendo il silenzio con una nota.
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LE CORDE DI KLARA
RomanceHallstat, Austria 1930 Un misterioso omicidio viene consumato in un borgo cristallizzato da un lago sotto gli occhi innocenti di una bambina. Nella Berlino della seconda guerra mondiale, la pianista Klara Lindel si ritroverà a percorrere il suo pass...