La seconda casa del colonnello Huber era situata in periferia tra le verdeggianti campagne berlinesi.
L'autovettura si inoltrò per un viale inghiaiato sul quale alti cipressi ne perimetravano il percorso fino alla villa.
Stefan aiutò Klara a scendere dall'automobile. Teneva un fagotto tra le mani, oltre all'immancabile custodia del violino e al fidato cilindro.
Giunti nell'atrio udirono le voci di Vanessa e August, che come li videro andarono loro incontro a braccia tese.
«Finalmente, siete arrivati!» declamò Vanessa abbracciando il figlio, mentre August concedeva a Klara un affettuoso bacio sulla tempia. Anja sopraggiunse a stringere a sé la ragazza per poi toglierle dalle mani la torta di mele ben impacchettata.
«Mark mi aveva avvisata che l'avresti fatta, cara. L'odore è parecchio invitante anche attraverso l'involucro di carta!»
Il colonnello aiutò Klara a spogliarsi del cappotto, invitando i presenti a riunirsi nella sala da pranzo che si affacciava nell'ampio giardino. August trattenne Stefan, attendendo che tutti si dileguassero oltre il corridoio. Prese una busta dall'interno della sua giacca e la porse al figlio.
«È quello che penso?» domandò il giovane, aprendo la busta con entusiasmo. Il padre gli sorrise.
«Devi solo firmare ed è tua!» lo incoraggiò con orgoglio. Lo vide ammutolirsi. «Qualcosa non va, Stefan?»
«E se non volesse più rivederla?» chiese più a se stesso, invaso da mille dubbi.
«Perché non dovrebbe?» si corrucciò August.
Stefan scrutò suo padre, specchiandosi nei suoi stessi occhi, come a cercarne conforto. Si sentì appoggiare una mano calda sul braccio e non riuscì a trattenere le confidenze che serbava nell'animo; che lo schiacciavano nel dolore. Provò un urgente bisogno di sentire il conforto di suo padre. Gli narrò, così, della brutalità con cui era stata uccisa Emily, imprimendo il motivo per cui Klara aveva perso la voce e includendo le stesse vicissitudini che adesso perseguitavano la ragazza. August Keller dovette mantenersi in equilibrio per non vacillare.
«La mamma non deve saperlo!» lo intimò Stefan in un sussurro. Suo padre annuì.
«Non ho intenzione di spezzarle il cuore!»
Il giovane si passò una mano tra i capelli, allungando lo sguardo oltre la stanza per accertarsi che nessuno stesse sopraggiungendo.
«Mark ti ha mai confidato del suo rapporto con Emily?»
«No!»
«E non ti sei mai fatto qualche domanda?»
August scosse il capo non comprendendo che cosa il figlio volesse intendere. «Mark adora Klara. L'ha sempre protetta. Si è preso cura di lei ..." Lo vide comprimere incerto la mascella e sospirò. «All'inizio» gli rispose in seguito, arrendevole «mi sono fatto qualche domanda, ma i tuoi dubbi adesso mi rendono perplesso dal momento che la casa l'aveva acquistata Mark ceduta in seguito alla banca!»
Stefan si aggrappò quasi al braccio di suo padre. «Se dovessi cadere in missione ...»
«Stefan!»
«Promettimi,» lo sovrastò lui «che porterai Klara lontano dalla Germania!»
August Keller sbatté le ciglia con agitata irrequietezza. «Lo farò!» gli promise, afferrandolo per la spalla e facendogli scontrare il muso col suo petto in una stretta energica e calorosa. «Tu, però, non dire certe cose!»
Il tempo precipitò fragorosamente facendo sbatacchiare le finestre, che si spalancarono rumorosamente per le raffiche di vento. Gli astanti si precipitarono a chiuderle, nel frattempo che i tuoni brontolavano insieme alla porta di ingresso che si spalancò.
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LE CORDE DI KLARA
RomanceHallstat, Austria 1930 Un misterioso omicidio viene consumato in un borgo cristallizzato da un lago sotto gli occhi innocenti di una bambina. Nella Berlino della seconda guerra mondiale, la pianista Klara Lindel si ritroverà a percorrere il suo pass...