1. Una giornata di lavoro qualunque

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All'interno della GGSports c'era silenzio quella mattina

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All'interno della GGSports c'era silenzio quella mattina. Deva era arrivata da cinque minuti e non aveva ancora incontrato nessun collega. L'open space dove si trovavano le scrivanie degli associati era vuoto, ma d'altronde era raro trovarli tutti insieme in ufficio, sempre tutti in giro a lavorare. Il calcio non riposava mai. Anche lei aveva un appuntamento nel primo pomeriggio, era passata in ufficio solo per prendere i documenti necessari e sistemare altre piccole faccende.

Deva aveva sempre saputo di voler lavorare nel mondo del calcio, fin da bambina, quando guardava le partite insieme a suo padre e immaginava che un giorno avrebbe fatto parte di quel mondo che tanto la affascinava. E aveva iniziato presto, seguendo suo padre nelle trattative di compravendita dei calciatori, aiutandolo con i contratti, viaggiando con lui in Italia e in Europa. In fondo erano sempre stati solo loro due, da quando sua madre li aveva lasciati portandosi dietro Amara, la sua sorellina più piccola. Deva e suo padre erano stati inseparabili, fino a quando una malattia se lo era portato via, circa tre anni prima. La GGSports era come casa sua e non solo perché ci lavorava da quasi dieci anni, ma perché era stato proprio suo padre, Giuseppe Monti, a fondarla, insieme ad un altro socio, Gianfederico Rinaldi, quando lei aveva poco più di tredici anni.

In breve tempo era diventato uno dei più importanti studi di procuratori sportivi d'Italia e Deva era cresciuta tanto professionalmente, anche se si era fatta notare soprattutto dopo la morte del padre, per l'ottimo lavoro svolto come intermediario nella trattativa per portare Cristiano Ronaldo alla Juventus e poi dopo, quando il calciatore aveva deciso di andare via, per tornare al Manchester United. Era stato proprio Cristiano Ronaldo a chiedere di nuovo l'intervento di Deva, soprattutto per sistemare alcune situazioni con la Juventus.

Seduta dietro alla scrivania, Deva spulciò tra i vari fascicoli in cerca di quello su Daniel Maldini; nel pomeriggio avrebbero concluso il passaggio in prestito allo Spezia. Sentì la porta dell'ufficio di Gianfederico aprirsi e poi vide Luigi, uno dei suoi colleghi, che le lanciò un'occhiata mentre le passava davanti. Giacca grigia e camicia bianca su un paio di jeans, Luigi sembrava al settimo cielo quella mattina.

‹‹Gianfederico ti vuole nel suo ufficio›› le disse una volta accomodatosi alla sua scrivania, posizionata proprio di fronte a quella di Deva.

Qualcosa nello sguardo di Luigi cominciò ad innervosirla. Se era così contento significava che Deva sarebbe stata molto scontenta. Luigi era sempre in competizione con Deva, più di una volta aveva provato a soffiarle i clienti, ma tutto era iniziato quando lei era stata coinvolta nella trattativa di Cristiano Ronaldo e lui no. Quel momento aveva segnato una scissione all'interno dell'agenzia e Luigi aveva cominciato a lavorare contro Deva, screditandola spesso e boicottando i suoi incontri di lavoro. E non era l'unico. Nell'agenzia c'era chi considerava Deva una raccomandata per via del padre e chi invece la considerava troppo bella per lavorare in quell'ambiente, avvantaggiata nel concludere i contratti solo per via del suo aspetto fisico.

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