26. Tutta mia

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Deva si stiracchiò sulle lenzuola di raso nero, mordendosi il labbro per trattenere un gemito quando le gambe sfregarono tra di loro e sentì un lieve indolenzimento lì in mezzo

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Deva si stiracchiò sulle lenzuola di raso nero, mordendosi il labbro per trattenere un gemito quando le gambe sfregarono tra di loro e sentì un lieve indolenzimento lì in mezzo. Stringeva ancora le lenzuola in una mano e gli occhi erano gonfi di lacrime, venute fuori per l'intensità dell'ultimo orgasmo. Theo era stato brutale.

Disteso dietro di lei, le scostò i capelli dal collo e le lasciò dei piccoli baci sulla spalla prima di alzarsi. Deva lo vide andare in bagno, sfilandosi la maglia che gli era rimasta addosso. Non si erano nemmeno spogliati del tutto mentre facevano sesso, tanto era stata accecante l'eccitazione che li aveva travolti. Lei indossava ancora il reggiseno e le calze, mentre Theo si era tolto i pantaloni solo una volta averla portata sul letto. Dopo averla scopata in piedi contro la vetrata.

Quando aveva allontanato il ragazzo che la stava baciando, Theo le aveva conficcato le dita nei glutei e le era entrato dentro con vigore, spingendo deciso, fino a portarla rapidamente al culmine. Ancora scossa dal piacere, tenendola per i fianchi, l'aveva poi sbattuta sul letto, fatta girare, messa in ginocchio, e aveva continuato. La sua mano si era attorcigliata ai capelli di Deva e li aveva tirati, costringendola a piegare la testa indietro. Si era chinato su di lei e l'aveva baciata prima di ficcarle le dita in bocca e sussurrarle all'orecchio: "Voglio scoparti tutta." E con le dita bagnate dalla sua saliva aveva cominciato a stimolarle l'ano, con movimenti circolari dei polpastrelli. Per Deva era stato inaspettato e maledettamente intenso, pochi istanti dopo il secondo orgasmo l'aveva afferrata con forza, trascinandosi dietro anche quello di Theo. Le sue grida erano state soffocate dalle lenzuola, le avevano graffiato la gola e si erano mescolate ai gemiti di Theo.

Non aveva mai provato un piacere così intenso. Col cuore che riprendeva un andamento regolare, Deva si alzò dal letto per raccogliere le mutandine e il vestito.

Il bagno era completamente a vista, c'era solo una vetrata a separarlo dalla stanza. Gettò un'occhiata alla schiena di Theo completamente coperta dai tatuaggi, ai suoi glutei sodi e rotondi, alle gambe forti leggermente divaricate. Tutto lì era progettato per guardare, senza lasciare nemmeno un piccolo spazio di privacy. Quando avevano varcato quel portone scuro con l'insegna senza nome, Deva aveva avvertito subito che Theo aveva in mente qualcosa di strano, ma non immaginava di ritrovarsi in un club dove veniva espletato qualsiasi tipo di pratica sessuale, anche la più estrema.

Non immaginava neanche che si sarebbe eccitata così tanto.

Theo uscì dal bagno e la raggiunse, togliendole i vestiti dalle mani. «Non ti vestire.» La sua voce le scivolò addosso come una carezza. Lanciò il mucchietto verso il letto. «Togli anche questo e resta solo con le calze autoreggenti.» Le dita calde armeggiarono dietro la sua schiena per slacciarle il reggiseno, che poco dopo raggiunse gli altri vestiti.

«Non andiamo via?» chiese Deva.

Theo fece un passo indietro e la osservò tutta, bagnandosi le labbra. Sorrise malizioso. «Hai paura che possa entrare qualcun altro?»

Indelebile [Theo Hernandez]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora