51. Regina di cuori

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Appoggiata alla ringhiera di uno splendido yatch, Deva stringeva tra le dita un bicchiere di champagne e guardava davanti a sé

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Appoggiata alla ringhiera di uno splendido yatch, Deva stringeva tra le dita un bicchiere di champagne e guardava davanti a sé. Il cielo era un manto scuro punteggiato da una miriade di stelle e il riflesso della luna luccicava sul mare nero che si stendeva a perdita d'occhio. La brezza marina era fresca e le scivolava delicatamente sulle guance e sulle braccia, insinuandosi tra i capelli per scivolare lungo il collo.

Faceva ancora molto caldo, sebbene fossero ormai quasi alla fine dell'estate. Il campionato era ricominciato da alcune settimane, Theo aveva giocato una partita proprio la sera prima e subito dopo lui e Deva erano volati in Sardegna per concedersi un altro po' di mare. La mattina erano stati in spiaggia e nel pomeriggio Theo era andato insieme a Rico a salutare alcuni loro amici che si trovavano nelle vicinanze.

Per la serata erano stati invitati sullo yatch del padre di Rico e Deva ci era andata insieme a sua sorella Amara, che si trovava sull'isola per girare un videoclip di presentazione per la collezione di un brand italiano di lusso.

Theo non era ancora arrivato e lei lo stava aspettando.

«Perché te ne stai qui da sola? Il tuo cavaliere arriverà a momenti, intanto vieni a fare due chiacchiere.»

Amara la tirò per un braccio, strappandola dal suo angolino tranquillo per trascinarla in mezzo agli altri invitati. La verità era che non conosceva quasi nessuno. La maggior parte dei presenti erano imprenditori spagnoli, come il padre di Rico, e quelli che conosceva non erano persone con le quali amava intrattenersi anche quando era a Milano.

Uno di loro, un imprenditore sulla cinquantina col quale aveva scambiato qualche parola allo stadio insieme a Gianfederico, si avvicinò.

«Buonasera Deva.»

Indossava un completo di lino beige e una camicia azzurra, aveva le guance arrossate e gli occhi accesi dall'alcol. Deva non ricordava il suo nome. Si limitò a rivolgergli un sorriso cortese. L'uomo gettò sfacciato gli occhi sul suo decolté e poi lungo tutta la sua figura. Quella sera Deva aveva un leggerissimo vestito di satin verde salvia, con le spalline sottilissime. Si schiarì la gola, a disagio sotto quello sguardo.

«Sei qui con tua sorella?» proseguì l'uomo, riportando lo sguardo sul suo viso.

«Sono con il mio ragazzo» chiarì Deva, per sottolineare la sua indisponibilità. Le occhiate dell'uomo non lasciavano spazio a dubbi riguardo alle sue intenzioni.

«Ah, il calciatore. Però non lo vedo da nessuna parte.» L'uomo fece un sorso dal suo bicchiere e ammiccò.

«Sta arrivando» rispose infastidita. «Se vuoi scusarmi, vado a prendere da bere.»

Si allontanò in fretta, raggiungendo un tavolo su cui erano disposte bottiglie di liquori, champagne, vino e altre cose non acoliche. La vista dall'altro lato era meno suggestiva, affacciava sulla strada del porticciolo in cui era attraccato lo yatch, ma almeno da lì poteva vedere l'arrivo di Theo.

Indelebile [Theo Hernandez]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora