44. Seconde possibilità

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La prima cosa che avvertì Deva fu un lieve mal di testa che premeva contro le tempie

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La prima cosa che avvertì Deva fu un lieve mal di testa che premeva contro le tempie.

La seconda cosa che avvertì fu l'odore di Theo tutt'intorno a lei. Ma era impossibile che fosse stato lì, non si erano neanche parlati la sera prima. O forse sì? Aveva una vaga sensazione delle sue mani intorno alla vita. Con gli occhi ancora chiusi affondò la faccia nel cuscino, crogiolandosi nella fantasia che lui fosse stato realmente nel suo letto. Quell'odore sembrava così reale.

Stava scomoda. La giacca le impediva i movimenti delle braccia e il bottone del pantalone le premeva contro la pancia. E poi c'era quel mal di testa fastidiosissimo... Le palpebre fremettero, aggrottò la fronte e aprì gli occhi. Confusa, si guardò addosso. Scostò le coperte e si mise a sedere. Perché aveva dormito vestita?

Il cuore cominciò a battere all'impazzata quando si rese conto di non riuscire a ricordare il momento in cui era arrivata a casa e si era messa nel letto vestita. Strinse gli occhi, toccandosi le tempie. Aveva forse bevuto troppo? Il panico l'assalì un istante dopo, quando si ricordò di essere stata seduta in mezzo a Luigi e Vincenzo e di aver bevuto insieme a loro. Cosa diavolo era successo dopo? Si era ubriacata per riuscire a reggere la tensione? Doveva essersi ridotta uno straccio se non riusciva a ricordare niente. Come ci era arrivata a casa?

Si rese conto che stava piangendo. Poteva anche non ricordare nulla, ma la sensazione di terrore che aveva provato accanto a quei due se la sentiva ancora addosso. Deva si asciugò le lacrime provando a essere razionale. Se era a casa sua, nel suo letto e, per giunta, vestita voleva dire che Luigi e Vincenzo non le avevano fatto niente. Era riuscita a tenergli testa e poi era arrivato Theo. Sì, Theo. Ricordava vagamente la sua presenza, ma ricordava che era stato lui a tirarla fuori da una situazione che aveva messo a dura prova i suoi nervi. Ancora non si capacitava di come avesse fatto a stare ferma accanto a quei due.

Deva mise i piedi a terra. Presto avrebbe ricordato tutto, doveva solo farsi una doccia e calmare quel mal di testa. Un fogliettino bianco poggiato sul suo comodino attirò la sua attenzione. Lo prese e lesse il messaggio contenuto con una sensazione di disagio che cresceva nello stomaco.

Non spaventarti se non ricordi niente.
Torno nel pomeriggio, dobbiamo parlare.
Theo

Le era successo qualcosa, allora. Per questo non ricordava più cosa aveva fatto per il resto della serata e come era arrivata a casa. Aveva avuto un incidente? No, in quel caso si sarebbe risvegliata in ospedale. Deva lasciò il fogliettino sul letto e andò in bagno. Si controllò il viso. Si tastò addosso, si spogliò per verificare che non ci fossero lividi. Non sentiva dolore da nessuna parte, eccetto la pressione alle tempie.

Il panico le afferrò di nuovo la gola. Decise di non fare più congetture e di aspettare Theo. Ma anche l'idea di rivedere Theo la metteva in uno stato di agitazione fortissima. Non aveva affatto dimenticato le sue brutali parole, quelle restavano incise in profondità nella sua memoria.

Indelebile [Theo Hernandez]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora