48. Party a Ibiza

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Deva non era felice

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Deva non era felice.

Da qualche giorno era diventata malinconica, pensierosa, chiusa. Quando tornava a casa da lavoro parlava poco e se Theo le faceva notare che sembrava triste lei rispondeva solo che era stanca. Lui non insisteva. Si sentiva in colpa. Deva stava male da quando avevano deciso di partecipare insieme a quello stupido evento e, anche se Theo non avrebbe avuto nessun problema ad aspettare ancora, sapeva che lei lo aveva fatto per lui, perché era sempre stato lui quello bisognoso di conferme da parte sua.

Evidentemente per Deva quella pressione mediatica era troppa. Theo sapeva per esperienza che si trattava solo di una fase momentanea, loro due erano la novità del momento e presto non avrebbero avuto più rilevanza, rimpiazzati da una nuova coppia, un nuovo scoop.

La settimana successiva Theo sarebbe partito per un paio di giorni e aveva chiesto a Deva di andare con lui. Leon festeggiava il compleanno e aveva invitato tutti gli amici a Ibiza. Theo voleva portare anche Deva, voleva farle staccare la spina anche dal lavoro, che sembrava risucchiare tutte le sue energie nell'ultimo periodo. Colpa anche dell'imminente apertura del calciomercato, lo sapeva. E infatti gli aveva detto che aveva impegni di lavoro e non poteva andare con lui.

Mancavano sole tre partite al termine del campionato, lui avrebbe settimana di ferie prima e dopo l'impegno con la Nazionale ma Deva no, Deva avrebbe lavorato. Però gli aveva promesso che avrebbe fatto in modo di ritagliarsi dei giorni liberi in concomitanza dei suoi e Theo aveva già cominciato a pensare a qualche bel posto in cui portarla. Era la loro prima vacanza, ci teneva tantissimo che fosse qualcosa di indimenticabile.

Aprì la porta dell'appartamento di Deva sperando che lei fosse già in casa. Theo amava quell'appartamento, stava pensando di vendere la sua casa sul lago di Como per trasferirsi definitivamente da Deva, ma non glielo aveva ancora detto, troppo spaventato che lei potesse sentirsi messa alle strette da una decisione così importante. Loro già convivevano, ma stavano un po' a Milano e un po' a Como e ognuno aveva la propria casa. Theo sapeva quanto Deva amasse la sua casa a Como, più tranquilla e immersa nel verde, ma per lui l'appartamento di Deva era il simbolo del loro amore.

Tra quelle mura l'aveva conosciuta per quello che era veramente, avevano fatto l'amore per la prima volta e per la prima volta le aveva detto che l'amava. Era la loro casa, anche se apparteneva solo a Deva.

Un sorriso gigantesco gli spuntò sulle labbra quando la vide seduta sul divano, cancellato subito da un cipiglio preoccupato quando si accorse che stava piangendo. Si precipitò da lei, accosciandosi davanti al divano e prendendole le mani tra le proprie.

«Che succede, amore mio?»

«Theo» disse lei, sforzandosi di sorridere. «Niente, stavo solo...»

Il cellulare di Deva suonò per l'arrivo di un messaggio e lei si irrigidì. Theo fece un respiro profondo.

«Hai ricevuto qualche altro messaggio spiacevole?»

Da quando erano apparsi in pubblico capitava che Deva ricevesse dei messaggi sgradevoli, soprattutto da ragazzine che le dicevano di essere troppo vecchia per Theo. Alcune la accusavano di essere una stronza e di aver causato la rottura tra Fatima e Theo, altre ancora puntavano sulla vergogna di mettersi con un ragazzo molto più piccolo. A Theo infastidivano tantissimo, ma cercava di riderci sopra, le diceva che si trattava solo di un mucchio di ragazzine invidiose che sognavano di poter avere una possibilità con lui. Deva però non rideva mai.

Indelebile [Theo Hernandez]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora