34. Dietro ai vetri di un van

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Lucas non smetteva di fissare Theo

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Lucas non smetteva di fissare Theo. Il suo sguardo gli si era incollato addosso da quando era rientrato nella sala e non si era più staccato.

Theo si sedette al tavolo e lanciò un'occhiata interrogativa al fratello, seduto accanto a lui. Dopo la firma del contratto Theo aveva raggiunto un gruppo di amici in centro, avevano preso un aperitivo su una terrazza con vista sulla città che si preparava alla sera, poi si erano spostati in un ristorante, dove li aveva raggiunti anche Lucas, venuto apposta per festeggiare il rinnovo di Theo.

Lucas poggiò i gomiti sul tavolo e incrociò le dita delle mani, sporgendosi verso Theo. «Perché non vuoi passare da Deva?»

Un muscolo guizzò sulla mascella di Theo. Aveva appena finito di parlare con Deva, lei lo aveva chiamato per ringraziarlo della maglia che le aveva lasciato. Un gesto di cui si era anche pentito perché non la meritava. «Non abbiamo niente da dirci, io e lei.»

Prese il calice di vino e se lo portò alle labbra. Quando Lucas aveva detto a Deva che loro due sarebbero passati a salutarla, Theo per poco non lo aveva preso a pugni. Quel giorno si era reso conto ancora una volta di quanto fosse innamorato di lei e ancora una volta aveva capito di doverla cancellare al più presto dalla sua vita. Era impossibile descrivere l'emozione che aveva provato nel momento in cui i loro occhi si erano trovati. Per qualche secondo il mondo si era congelato ed erano rimasti solo loro due a sorridersi come due ebeti. Il cuore di Theo aveva fatto diverse capriole sotto lo sguardo di Deva, come se le ultime settimane non fossero mai esistite e di lì a poco loro si sarebbero baciati e avrebbero fatto l'amore. Il desiderio era stato reciproco, glielo avevano confermato anche le parole di Gianfederico.

Ma Deva si era dimostrata una debole e questo l'aveva fatto infuriare oltre ogni misura. Theo bevve un sorso di vino. Era squisito, denso e vellutato sulla lingua. Ricordò la bottiglia di vino che Deva gli aveva regalato per il suo compleanno. Per un'occasione speciale, gli aveva detto, come la firma del rinnovo. Theo la conservava ancora, in attesa di un'occasione speciale con lei. Doveva gettarla. O magari scolarsela insieme ai suoi amici quella sera stessa.

«Io vorrei salutarla. Potremmo... divertirci.» Lucas prese il suo bicchiere e lo fece tintinnare con quello di Theo. Sorrise al fratello, alludendo a quello che si erano detti a Montecarlo, quando Lucas aveva conosciuto Deva.

Una piccola spina penetrò nel cuore di Theo. Ma in quel momento la rabbia che sentiva dentro era superiore a qualsiasi altro sentimento. Ci pensava da quando era andato via da Casa Milan, ci pensava senza sosta, tanto che era scattato in piedi e aveva trovato un posto più silenzioso per farla direttamente a lei la domanda che lo tormentava: perché non si era opposta alla decisione di Gianfederico? Perché lasciava che gli altri si prendessero i suoi meriti senza dire niente? Perché non lottava?

Perché non lottava per loro due? Anche lei provava qualcosa per lui, ma preferiva lasciarlo andare piuttosto che combattere per quello che voleva. Era una debole e Theo la odiava per questo. Lui sarebbe andato anche all'inferno per Deva, mentre lei preferiva avere il cuore spezzato, sentire quel vuoto dentro. Forse l'aveva trattata troppo bene. Deva meritava uno come lei, un debole. Uno stronzo come il tipo con cui si vedeva prima di Theo.

Indelebile [Theo Hernandez]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora