20. Impossibile ignorare il desiderio

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Theo sbuffò al suono dell'ennesima notifica sul telefono

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Theo sbuffò al suono dell'ennesima notifica sul telefono. Non era Deva e questo bastava a renderlo nervoso. Spostò lo sguardo fuori nel giardino. Nel cielo brillava una luna quasi al suo massimo, illuminando l'erba e il vialetto di ingresso come se ci fossero le luci accese. Erano passati due giorni da quando si era risvegliato a casa di Deva e l'aveva scopata in cucina, più affamato della sera precedente. Ma dopo lei non si era fatta più sentire. Non gli aveva nemmeno mandato i soliti messaggi con i dati dei suoi allenamenti.

A dire il vero nemmeno lui l'aveva richiamata, ma solo perché non voleva sembrare troppo assillante. Quando l'aveva salutata le aveva chiesto se si sarebbero visti la sera stessa e lei aveva risposto no. Solo no, senza aggiungere altro. Aveva il sorriso sulle labbra ma Theo aveva avuto l'impressione che Deva volesse mettere subito un freno a quella... cosa. Non sapeva neanche lui che nome dare a tutto il miscuglio di sensazioni che aveva provato la sera che erano stati insieme. Sesso, certo. Ma definirlo solo sesso gli sembrava troppo riduttivo. Era stato più intenso, più profondo, almeno per lui.

Aveva sbagliato qualcosa? L'aveva delusa in qualche modo? Forse non l'aveva soddisfatta? Ma non gli era sembrato che fingesse, mentre facevano sesso. Theo strofinò la mano sul pisello che cominciava a reagire al ricordo di Deva che raggiungeva l'orgasmo tra le sue braccia. Com'era bello il suo viso quando chiudeva gli occhi e si lasciava travolgere dall'estasi, com'erano belli i suoi occhi quando un istante dopo li apriva e cercava quelli di Theo. E la sua fica che si stringeva attorno al suo cazzo, i gemiti... no, non aveva finto. Le era piaciuto davvero.

Sullo schermo scorrevano le immagini di una partita del campionato spagnolo. Una replica. Theo aveva iniziato a guardarla perché in campo c'erano alcuni suoi ex compagni e amici, ma ora cominciava ad annoiarlo. Forse avrebbe dovuto chiamare Deva. Magari poteva chiederle di raggiungerlo. Che voglia aveva di stringerla tra le braccia e affondare nel suo calore.

Il telefono iniziò a squillare. Theo ebbe un tuffo al cuore, pensando che potesse essere lei. Invece, quando gettò lo sguardo sullo schermo, vide il nome di suo fratello. Incurvò le labbra in un sorriso dal sapore amaro. Sarebbe stato troppo bello se lei lo avesse chiamato proprio mentre lui si stava decidendo a telefonarle.

Accettò la videochiamata di Lucas. La faccia sorridente di suo fratello comparve sul display.

«Ehi.»

«Che fai?»

«Sto guardando una partita. Tu?»

Lucas si mise più comodo sul divano. «Che hai?»

Theo alzò un braccio oltre la testa e si passò la mano tra i capelli. «Niente, sono solo un po' annoiato.»

«Rico dov'è?»

«È uscito con gli altri.»

«E tu perché non sei andato?»

Perché sperava che Deva lo chiamasse e voleva tenersi libero per stare con lei. Che idiota. Quel pensiero lo fece rabbuiare ancora di più. «Non avevo voglia.»

Indelebile [Theo Hernandez]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora