5. Pensieri più bollenti di una sauna

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Dopo che Deva se ne era andata, Theo era rimasto ancora qualche minuto al tavolo

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Dopo che Deva se ne era andata, Theo era rimasto ancora qualche minuto al tavolo. Aveva risposto ai messaggi, controllato i social e aveva mandato un messaggio a Gianfederico.

Grazie per la spa e grazie per aver mandato Deva. È uno schianto.

Poi aveva deciso che era arrivato il momento di andare a rilassarsi. Con Deva magari, su un letto o in una di quelle fantastiche piscine termali. Al loro arrivo gli avevano spiegato che ce ne erano una ventina sparse in tutto il centro e ognuna con una caratteristica diversa. Magari ne avrebbero trovata una appartata che faceva al caso loro.

La sua camera era accanto a quella di Deva, come aveva richiesto. Infilò un costume, l'accappatoio e sperò che lei fosse ancora nella stanza. La conversazione appena avuta con Deva lo aveva lasciato insoddisfatto. Lei sembrava davvero non volerlo considerare e per lui era insolito. Quando provocava le donne in quel modo c'erano solo due tipi di reazioni che riceveva. La prima era la più frequente, e cioè finiva per rimorchiare la ragazza in meno di dieci minuti. Il copione era sempre lo stesso: scherzava un po', faceva la sua proposta, la ragazza fingeva di essere timida e un attimo dopo gli era già saltata al collo. La seconda reazione, invece, consisteva in un categorico rifiuto, con tanto di indignazione da parte della ragazza e di un esplicito invito ad andare al diavolo.

Deva non aveva reagito né in un modo né nell'altro. Rispondeva alle sue provocazioni con altre provocazioni, sembrava scocciata e allo stesso tempo compiaciuta, ma poi finiva per ignorarlo. Lo mandava ai matti. Gli accendeva dentro il fuoco della sfida, e lui voleva vincere.

Bussò alla sua porta, tendendo l'orecchio per captare i rumori all'interno. La voce di Deva suonò incerta dall'altro lato.

«Sì? Chi è?»

«Signorina, sono qui per il massaggio.»

Il suo cellulare suonò nella tasca dell'accappatoio. Lo tirò fuori e lesse di sfuggita che Gianfederico aveva risposto.

Sapevo che avresti apprezzato.

Un istante dopo il bel viso di Deva comparve oltre la soglia. «Theo.»

«Mi fai entrare?»

Lei sembrò sul punto di dire di no, però si scostò, lasciandolo passare. Theo si guardò intorno. Era una stanza identica alla sua, televisore grande sulla parete di fronte al letto, scrivania, divanetti, balcone e un ampio letto matrimoniale. Solo il colore del copriletto cambiava. Quello di Deva era beige, quello suo grigio perla. Si portò le mani sui fianchi e fece un sospiro teatrale.

«Non sono soddisfatto della mia camera, voglio cambiarla.»

«Cos'ha che non va?» si affrettò a chiedere lei, tutta seria.

Per poco non scoppiò a ridere. Prendeva sul serio qualsiasi cosa lui dicesse, sempre pronta a soddisfare tutte le sue richieste. Tranne una. Tranne quella che interessava a Theo. Intravide il costume attraverso l'apertura dell'accappatoio e sentì la bocca seccarsi. Immagini di lei nuda sotto di lui sul letto dietro di lei gli riempirono la mente. E in risposta qualcosa si mosse nei boxer. Puntò lo sguardo in quello di Deva.

Indelebile [Theo Hernandez]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora