13. Gol con dedica

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«Oh, Theo

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«Oh, Theo. Alla fine sei venuto.»

Rico sembrava sorpreso di vederlo, ed in effetti lui stesso non aveva programmato di raggiungerlo. Pensava che si sarebbe trattenuto molto di più da Deva. Il locale era buio, poche luci basse sul soffitto e musica molto alta. Theo si guardò intorno, ordinando una birra.

«Come è andata la cena?»

«Bene.»

A dire il vero era andata benissimo. Parlare delle loro vite, dei loro genitori, lo aveva fatto sentire molto vicino a lei. Proprio per quella sensazione di connessione si era imposto di andarsene. Deva era una ragazza molto sensibile, ma questo lo aveva capito fin dal primo giorno che erano stati assieme. Ricordava ancora quel momento nella vasca dell'acqua fredda quando lei, con lo sguardo carico di sofferenza, gli aveva detto di sentirsi poco apprezzata e sessualizzata al lavoro. Il che era impossibile da credere per lui, ora che conosceva il suo modo di lavorare. Deva era attenta, presente e, soprattutto, ascoltava davvero.

Un paio di ragazze sfilarono davanti a loro, una lasciò gli occhi su di lui mentre avanzava. Theo le fece un sorriso e Rico lo puntellò col gomito.

«Niente male.»

Niente male. Ma anche niente di che. Nessuna in quella sala poteva reggere il paragone con la donna con cui era stato fino a poco prima. Serrò la mascella per la frustrazione. Che diavolo ci faceva lì? Gli era sembrata una buona idea dare seguito alla puttanata che aveva detto a Deva, ma ora che era in quel locale voleva solo tornarsene a casa.

Non aveva mai conosciuto una donna così. Di certo non aveva detto una bugia quando le aveva detto che la considerava la donna più bella che avesse mai incontrato. Era così diversa da tutte le altre. Theo avrebbe voluto baciarla, e stava per farlo, ma all'improvviso si era detto che voleva essere visto da lei in maniera diversa. Deva lo considerava un ragazzino che pensava solo al sesso e non si sbagliava, Theo la desiderava tanto e non poteva non pensare al sesso quando era con lei. Ma voleva che Deva vedesse che era anche altro. Provava per lei un interesse che andava oltre e lo aveva scoperto proprio quella sera.

«Non è che ti stai facendo prendere troppo dalla tua bella procuratora?»

Theo strinse gli occhi e scrutò Rico. «In che senso?»

«Da quando l'hai conosciuta non sei uscito più con nessuna. Ho visto come la guardavi al tuo compleanno. Ti piace.»

«L'hai vista anche tu.» Sollevò le sopracciglia e sorrise, in segno di intesa. E l'avevano vista tutti al suo compleanno, qualcuno gli aveva anche chiesto di presentargliela. Rico ricambiò lo sguardo, annuendo. Un sorrisino sfuggì anche a lui.

«C'è qualcosa tra di voi o sei partito a senso unico? È questo che mi preoccupa.»

Theo si era già fatto quella domanda. Non sapeva rispondere. A volte Deva gli dava l'impressione di essere attratta da lui, altre di essere infastidita. Certo, avevano in programma di andare a letto insieme, ma lui temeva che per lei fosse solo un modo per tenerlo buono. Anche prima, quanto Theo le aveva poggiato la mano sulla spalla mentre erano sul divano, l'aveva sentita irrigidirsi, come se quel contatto le desse fastidio. Poi però, un attimo dopo, l'aveva guardato come se non aspettasse altro che lui la baciasse.

Indelebile [Theo Hernandez]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora