Il sole stava dando il suo ultimo saluto della giornata al cielo, tingendolo di rosso arancio. L'aria era fredda e umida, congelava le punte delle dita e sembrava volersi insinuare nel cervello. Deva uscì dagli uffici di Casa Milan e gettò un'occhiata in alto. Quel tramonto la rasserenava e allo stesso tempo la angosciava.
Non erano stati giorni facili, dopo quel duro scontro con Luigi in ufficio. Lui le aveva chiesto scusa, poi. Il suo comportamento era stato imperdonabile e Deva stavolta non ce la faceva a passarci sopra. Aveva finto di accettare le sue scuse, pur sapendo che non erano sincere e che gli erano state imposte da Gianfederico. Si era infuriata quando aveva capito che Roberto aveva fatto rapporto al capo su quanto era successo, nonostante lei gli avesse chiesto di restarne fuori. Sospettava che lo avesse fatto solo per trarne vantaggio, per mettersi in mostra agli occhi di Gianfederico per la posizione di socio che entrambi si stavano contendendo.
Le parole di Luigi, però, avevano prodotto uno strascico che si era portata appresso per tutta la settimana e la possibilità di diventare socio non solo le sembrava sempre più lontana, ma non la allettava nemmeno più. Sognava di ritirarsi in un paesino sperduto e vivere una vita semplice, lontana dalla competizione e dall'invidia.
Gianfederico aveva parlato anche con lei, le aveva chiesto cosa fosse successo e se avesse o no una relazione con Theo Hernandez, precisando che non lo chiedeva perché voleva farsi gli affari suoi e che era libera di frequentare chi le pareva, glielo chiedeva solo per sapere se fosse una cosa seria oppure no, non volendo ritrovarsi a gestire situazioni spiacevoli per lo studio. E Deva aveva negato. Ma le era costato dover dire di no. Il suo cuore si era incrinato e ancora non aveva smesso di fare male.
Nonostante tutto, in quel momento era molto soddisfatta di sé stessa: aveva trovato l'accordo con la società per il rinnovo con adeguamento del contratto di Theo. Dopo giorni di incontri, erano riusciti a mettere a punto un contratto che soddisfacesse entrambe le parti. Theo sarebbe diventato il giocatore più pagato della squadra, nonché la garanzia di essere il prossimo capitano. Deva sapeva che lui ne sarebbe stato felice e non vedeva l'ora di dirglielo. Ma lo avrebbe fatto dopo la partita di quella sera.
La nazionale di Theo si giocava la qualificazione ai prossimi mondiali di calcio, era importante che restasse concentrato sull'obiettivo. Durante la settimana non si erano sentiti molto. Ogni volta che pensava a lui le tornavano in mente le parole di Luigi e questo rendeva complicata la comunicazione tra i due. Pur non volendo, Deva finiva per rispondergli in maniera fredda o non rispondergli affatto, facendo sì che Theo la cercasse sempre di meno.
Tornò a casa e si cambiò, indossando una tuta comoda. Quella sera non aveva voglia di cucinare, ordinò del cibo cinese e accese la tv per vedere la partita. Theo non giocava titolare, nel suo stesso ruolo giocava anche suo fratello Lucas che era stato preferito a lui nella formazione di partenza. Deva guardò distrattamente la partita, sbocconcellando il cibo. A metà del primo tempo uno dei difensori centrali dovette essere sostituito a causa di un infortunio, così Lucas passò al centro e sulla sinistra fu fatto entrare Theo. La camera si fermò su di lui mentre era sulla linea di centrocampo in attesa di entrare. Aveva uno sguardo determinato, concentrato, ma negli occhi a Deva parve di notare un velo di inquietudine. Prestò più attenzione alla partita. Erano ancora sullo zero a zero ma bastarono pochi minuti a Theo per mostrare tutto il suo talento. Uno dopo l'altro, realizzò due splendidi assist che Kylian Mbappé trasformò in due gol.
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Indelebile [Theo Hernandez]
FanfictionDeva ha sempre saputo che sarebbe diventata un procuratore sportivo ed ora, a trentatré anni, convive ogni giorno con le difficoltà che comporta essere donna e lavorare in un ambiente prettamente maschile. Ma ama quello che fa e, anche se non viene...