17. Dolore e piacere

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Deva gettò un'occhiata all'auto di Theo che lasciava il centro sportivo e partì a sua volta

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Deva gettò un'occhiata all'auto di Theo che lasciava il centro sportivo e partì a sua volta. Il cuore rallentava piano piano, il respiro si faceva regolare.

Ci era rimasta male.

Theo aveva avuto un comportamento strano per tutta la giornata, a cominciare dalle assurde domande che le aveva rivolto su Paolo, per poi passare a rinfacciarle di non sentirsi desiderato e infine darle buca.

Più di tutto, bruciavano le parole che aveva utilizzato. Preferiva stare con gli amici. Preferiva incontrare una ragazza appena conosciuta. Aveva passato un mese intero a tormentarla con battutine, baci, occhiate infuocate e alla fine si era tirato indietro.

Era proprio come tutti quanti gli altri. Agli uomini piaceva tanto parlare, vantarsi di quello che ti avrebbero fatto provare, ma nel momento in cui le cose cominciavano a farsi concrete iniziavano la ritirata da bravi codardi.

Era proprio come tutti quanti gli altri, ma era diverso per come la faceva sentire. La sua bocca era capace di dire sconcerie e un istante dopo baciarla con una delicatezza tale da scaldarle il cuore, oltre a tutto il resto. Le sue mani la incendiavano anche solo sfiorandola.

La infastidiva pensare che quella sera Theo potesse baciare o toccare un'altra ragazza come aveva baciato e toccato lei solo poco prima. Sentiva ancora le dita di lui che si facevano strada nella sua carne bagnata, la sua lingua impertinente nella bocca. Si morse il labbro e strinse le cosce per bloccare l'ondata di eccitazione che la travolse. Si sentiva talmente insoddisfatta che aveva solo voglia di tornare a casa, stendersi sul letto e toccarsi per dare sollievo alla pulsazione dolorosa che avvertiva tra le gambe. Ma non lo avrebbe fatto. Non si sarebbe toccata pensando a lui, non avrebbe sprecato neanche un altro istante crogiolandosi nel pensiero di Theo.

Mentre erano nella villa e Theo era impegnato sul set, Deva aveva ricevuto un messaggio da Augusto Lambertini, il talent scout di Roma che gli aveva presentato Gianfederico, nel quale lui le chiedeva se potesse anticipare la partenza per Roma di qualche giorno. Deva non aveva ancora risposto, ma dopo il comportamento di Theo aveva deciso che sarebbe partita subito. Stare qualche giorno in un'altra città, impegnarsi nel lavoro e staccare da Theo, le avrebbe fatto bene. Stava diventando tutto troppo. Troppo desiderio, troppa gelosia immotivata, troppe aspettative.

Theo era un ragazzo giovane e, come tale, aveva interessi diversi dai suoi. Deva glielo aveva detto quella sera a casa sua, lo sapeva già che presto si sarebbe annoiato con lei, solo non immaginava che si sarebbe annoiato ancora prima di andare a letto insieme. Pensava che sarebbe accaduto dopo. Dopo aver raggiunto il suo scopo. La tristezza le punzecchiò il cuore, insieme ad un sentimento di rassegnazione.

Arrivò a casa e si sfilò subito le scarpe col tacco, massaggiandosi le caviglie che dolevano per essere stata troppo tempo in piedi. Scalza, si gustò il piacere del pavimento fresco sotto le piante mentre entrava in cucina. Bevve un bicchiere d'acqua.

Indelebile [Theo Hernandez]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora