43. Perdonare, perdonarsi

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Theo si aggirava nervosamente nel salone, scrutando i presenti in cerca di un unico volto

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Theo si aggirava nervosamente nel salone, scrutando i presenti in cerca di un unico volto. Sperava con tutto se stesso che Deva si sarebbe presentata, poiché andare a quel party gli era sembrata l'unica occasione per incontrarla di nuovo. Dopo una settimana non aveva ancora risposto al suo messaggio e Theo era ormai sicuro che non volesse più saperne di lui.

Aveva saputo da Lucas che era stata a Parigi per una settimana, con la sorella. Aveva saputo che al solo udire il suo nome aveva perso il sorriso, e, a maggior ragione, aveva deciso di non fare nulla, anche se la tentazione di volare a Parigi per parlarle era stata forte. Lucas non sapeva niente di quello che era successo tra loro, Theo si vergognava persino di raccontarlo a suo fratello.

La sala andava via via riempiendosi, al pari dell'ansia di Theo che cresceva di minuto in minuto. Guardava freneticamente le porte di ingresso, ogni secondo passato sembrava un'eternità. Dentro di lui era grande la paura che lei non accettasse di ascoltarlo. Voleva poter tornare indietro e cancellare ogni parola offensiva, ogni gesto sbagliato. Si diresse verso i suoi compagni di squadra che quel pomeriggio facevano da testimonial per la presentazione della nuova maglietta del Milan. Rafa, Mike e Olivier chiacchieravano con qualche giornalista e tra di loro. Theo stette a sentirli per qualche minuto, poi, vedendo che non riusciva a concentrarsi su niente, si avvicinò a Leao.

«Sai quando arriva Deva?» chiese, senza mascherare la sua impazienza.

«No» rispose Rafa, rifilandogli un sorrisetto divertito. «Ma ti ricordo che c'è anche la tua ex. È meglio se ti calmi se non vuoi che sappia che l'hai lasciata perché vuoi continuare a scoparti la tua manager.»

«Che cazzo stai dicendo?» chiese brusco, stringendo gli occhi su Rafa.

L'amico alzò le mani, ridendo. «Niente, niente. Solo che... beh, è palese che tu e Deva... e visto che sei così impaziente di vederla...» Rafa lasciò sospesa la frase e sollevò le sopracciglia.

A Theo sfuggì un sorriso. Scosse la testa fingendo di essere contrariato dal ragionamento del compagno di squadra e si allontanò.

Fatima non sarebbe stata un problema, Theo le aveva detto quasi tutto. L'aveva lasciata il giorno dopo la serata disastrosa all'Aurora Club, spiegandole che era stato benissimo con lei e le voleva davvero bene, ma non poteva più soffocare i sentimenti che provava nei confronti di un'altra persona. Theo non aveva né confermato né smentito che si trattasse di Deva, la domanda di Fatima era rimasta senza risposta. Ma lei la conosceva già, la risposta. Aveva pianto, lo aveva accusato di averla presa in giro. Theo aveva ascoltato paziente i suoi sfoghi, poi l'aveva abbracciata. Mi dispiace, aveva detto, prendi tutte le tue cose, fai con calma.

L'aveva lasciata a casa sua e si era messo in macchina, aveva guidato fino alla GGSport e aveva chiesto di poter vedere Deva. Lei non era andata al lavoro e non sarebbe passata in ufficio per tutta la settimana. Anche Gianfederico non c'era quel pomeriggio. Theo allora era salito in macchina e si era spinto fin sotto casa di Deva, ma all'ultimo gli era mancato il coraggio di entrare e chiedere di lei. Solo due giorni prima erano finiti a fare l'amore, come due calamite che stando così vicine non potevano fare a meno di diventare una cosa sola. Solo due giorni prima. Si erano detti delle cose importanti, lui le aveva confessato di stare con Fatima solo per non pensare a lei e lei gli aveva detto che non lo considerava un ragazzino, che per Theo valeva più di mille ti amo. Rappresentava la possibilità concreta di un futuro insieme. Ma poi lei la sera dopo era stata a letto con un altro e tutte le speranze di Theo erano crollate.

Indelebile [Theo Hernandez]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora