9. Sentirsi viva

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Da Gianfederico: Riunione alle 12

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Da Gianfederico: Riunione alle 12. Puntuali.

Deva si accigliò, guardando lo schermo del cellulare. La sera prima Gianfederico non aveva nemmeno accennato ad una possibile riunione. Cosa poteva essere successo di così importante? Non aveva in programma di passare in ufficio quella mattina e, anzi, stava per partire per Torino, per parlare con i dirigenti del Torino della situazione di un suo giocatore.

Guardò l'orologio. Erano appena le nove e mezza ma non avrebbe fatto in tempo a rientrare a Milano per mezzogiorno. Era costretta a cambiare i suoi piani. Chiamò i dirigenti del Torino e decisero che la chiacchierata sarebbe avvenuta in videochiamata, così riuscì ad arrivare in agenzia dieci minuti prima dell'inizio della riunione.

Prese posto nella sala conferenze, quella utilizzata per le riunioni o per gli incontri con i giocatori per chi non aveva un ufficio proprio. Attorno al tavolo ovale c'erano quasi tutti gli associati, tranne un ragazzo che era a Roma per lavoro e Gianfederico che non era ancora arrivato.

Il capo arrivò poco dopo.

«Buongiorno a tutti. Scusate se ho convocato una riunione con pochissimo preavviso, ma ho delle novità importanti.»

Si sbottonò la giacca e si sedette all'estremità del lungo tavolo. Deva era alla sua destra, di fronte a lei c'era Roberto Leva, uno degli associati più anziani. Deva scambiò un'occhiata con lui, che pareva non sapere niente tanto quanto lei.

«Come sapete, da quando Giuseppe non c'è più non ho mai pensato di farmi affiancare da un altro socio.» Fece una pausa, sorridendo dolcemente a Deva. Lei sentì il cuore accelerare. «In questi giorni ho ricevuto una proposta da parte della YouBest, che, per chi non la conoscesse, è una società che si occupa di creare contenuti social, promuovere l'immagine dei calciatori e cose di questo genere. Vorrebbero una fusione con noi. Il progetto è interessante e sono propenso ad accettare, ma questo significa nominare un nuovo socio. Non vorrei trovarmi in minoranza nel consiglio. Prenderò la mia decisione in questi mesi.»

Un lieve sorriso affiorò sulle labbra di Deva. Alzò lo sguardo su Roberto, consapevole di avere i suoi occhi addosso. Era una questione che riguardava loro due, gli unici associati veterani dell'agenzia. Roberto le rivolse un sorriso d'intesa prima di fare una domanda a Gianfederico. Deva sapeva che Roberto sarebbe stato leale con lei, che non avrebbe usato escamotage o sotterfugi per emergere. Lei doveva solo dimostrare di essere all'altezza di diventare socia.

A qualche posto di distanza da Roberto, Luigi la stava guardando. Tutti sapevano che diventare socia era la sua più grande aspirazione, per seguire le orme di suo padre e perché, in fondo, credeva di meritarselo più di chiunque altro lì dentro. Luigi invece voleva vederla fallire e il sorrisetto maligno che in quel momento gli deformava il volto diceva che presto si sarebbe goduto quello spettacolo.

«Deva?» Gianfederico interruppe i suoi pensieri. Si voltò a guardarlo. «Dopo passa dalla segretaria e fatti dare tutti i contratti di Theo Hernandez. Da oggi te ne occupi completamente tu, io sarò impegnato a corteggiare un paio di giocatori di alto profilo. Spero che presto potremo averli con noi.»

Indelebile [Theo Hernandez]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora