Theo era ubriaco.
Theo stava soffrendo.
Circondato da centinaia di persone, teneva un sorriso stampato sul volto, beveva e conversava con gli altri, ma nel petto aveva il cuore a pezzi.
Il cuore. Non sapeva nemmeno che potesse causare una sofferenza del genere. Pungente e forte da spezzare il respiro. Stavolta non si trattava di una sbandata, né di una cotta. Stavolta si era innamorato, perdutamente. Di una donna che neanche lo vedeva.
Il locale nel quale era andato a trascorrere il resto della serata insieme al fratello e agli altri calciatori che erano stati premiati come lui era molto bello. Al centro c'erano i banconi del bar, disposti a cerchio, tutt'intorno i tavolini e, su una balconata, la zona privé dove si trovava Theo. In un altro momento lo avrebbe apprezzato, si sarebbe goduto la musica e i cocktail preparati a regola d'arte.
Ma quella sera tutto quello che voleva fare era stordirsi fino a non riuscire più a pensare. Aveva sperato fino all'ultimo che lei non si presentasse, che avesse la decenza di lasciarlo in pace dopo averlo ferito in quel modo. Invece era arrivata, splendida, irresistibile, stronza. Non voleva vederla più. Guardarla gli ricordava quanto era stato sciocco quella mattina, quando le aveva aperto il cuore e lei lo aveva guardato come se fosse un fastidiosissimo insetto, niente di più che un intralcio alla sua carriera.
Lavoro, lavoro e solo lavoro. Parlava solo di quello. Come se frequentarlo potesse significare la fine della sua carriera. C'erano già calciatori fidanzati o sposati con i propri agenti e non era mai finito il mondo per questo, ma per Deva era un problema insormontabile. Per Deva lui non ne valeva la pena. Aveva avuto ragione Lucas, a lei piaceva solo farsi sbattere da lui. Mentre lui, da perfetto idiota, immaginava una vita con lei. Non voleva vederla più. Ma il suo sguardo era corso a cercarla per tutta la sera.
Lucas si sedette accanto a lui, sul divanetto in ombra nel quale si era rintanato, e gli mise davanti un paio di bicchierini con del liquido ambrato.
«Come mai non è venuta anche Deva? Ero sicuro che l'avresti invitata.»
Theo ne prese uno e vuotò il contenuto in gola senza nemmeno assaporare. Bruciò un istante. Troppo poco. Fece una smorfia e guardò il fratello. «Lascia perdere Deva. Avevi ragione, è una stronza.»
Lucas inarcò le sopracciglia. «Che è successo? Avete litigato? In effetti mi è sembrata un po' incazzata prima.»
Lo sguardo che Deva gli aveva rivolto quando si era avvicinato a lei e Lucas gli balenò davanti agli occhi. «Già, come ti è saltato in mente di chiederle se era incinta?»
Suo fratello rise e bevve il suo bicchierino. «Stavo solo cercando di capire come stavano le cose. Ieri sera te ne sei scappato per correre da lei, ero sinceramente preoccupato per te.»
Theo gettò la testa indietro. Si era comportato da vero imbecille la sera prima, aveva dato voce ad un suo desiderio intimo e aveva perso di vista la realtà. «Sono un coglione, Lucas. Ecco come stanno le cose.»
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Indelebile [Theo Hernandez]
FanfictionDeva ha sempre saputo che sarebbe diventata un procuratore sportivo ed ora, a trentatré anni, convive ogni giorno con le difficoltà che comporta essere donna e lavorare in un ambiente prettamente maschile. Ma ama quello che fa e, anche se non viene...