L'Aurora Club brulicava di gente. Deva oltrepassò l'ingresso principale, affollato di ragazzi che attendevano in fila, e si diresse verso l'altro ingresso, quello dell'hotel. Il locale di Alessandro Maroni si trovava al piano terra dell'hotel Domus Duomo, un elegante hotel a cinque stelle con vista sul Duomo di Milano. Entrata nella hall, Deva si avvicinò al bar, dove aveva appuntamento con Alessandro.
Quella sera si era messa una minigonna color tortora, a vita alta, e una camicia bianca, i tacchi alti e le calze velate. Si sbottonò subito il cappotto, per via del caldo eccessivo che avvertiva, in netto contrasto col freddo pungente di fine febbraio che l'aveva avvolta mentre era fuori. Mentre poggiava la borsa e la cartellina di pelle marrone coi documenti su uno sgabello e si sfilava il cappotto, avvertì qualcuno dietro di lei.
«Deva?»
Non aveva bisogno di guardare per sapere a chi appartenesse quella voce, probabilmente l'avrebbe riconosciuta anche in mezzo a centinaia di persone urlanti. Si girò velocemente, sorpresa e felice, col cuore che stava facendo un trambusto dentro di lei.
«Theo» esclamò.
I loro sguardi si intrecciarono. I suoi occhi luminosi sprigionavano un magnetismo che la fece avvicinare a lui. Theo si sporse verso di lei e le diede un velocissimo bacio sulla guancia, sfiorandole appena la pelle con le labbra. Deva sentì un piacevole formicolio in quel punto.
«Che ci fai qui?» gli chiese, trattenendo l'impulso di accarezzargli il viso e avvicinarsi ancora di più a lui.
«Sono... sono qui con Fatima e i suoi amici» rispose, distogliendo lo sguardo da lei, imbarazzato.
«Ah.» Deva si sentì delusa nel sentire che Theo stava ancora con Fatima. Che usciva con lei e i suoi amici. Non erano passate neanche ventiquattro ore da quando avevano fatto l'amore e Theo le aveva confessato di non amare la ragazza con cui stava. Non che avesse creduto che l'avrebbe lasciata quella stessa notte, ma non si aspettava di trovarli insieme.
«E tu?» chiese lui.
Deva alzò lo sguardo. «Io sono qui per lavoro, devo parlare con un ragazzo che...»
«Deva, eccomi.»
Alessandro si avvicinò sorridente e la baciò sulle guance, avvolgendole un braccio intorno alla vita. Deva sbirciò la reazione di Theo, che si era fatto serio e sembrava infastidito. Alessandro si accorse di lui.
«Ah ciao Theo, ci sei anche tu. Spero che ti sia ravveduto dal comportamento dell'altra sera e abbia chiesto scusa a Deva» lo ammonì Alessandro. Quella sera indossava un pantalone color antracite e una camicia bianca arrotolata sugli avambracci.
Theo strinse la mano che Alessandro gli aveva porto e lo guardò sprezzante prima di lanciare un'occhiatina lasciva a Deva, che la riscaldò tutta. Solo lei sapeva il modo in cui le aveva chiesto scusa. E le era piaciuto tanto. Non rispose ad Alessandro anche se aveva tutta l'aria di volerlo fare. Ma se anche si stava preparando una delle sue risposte irriverenti non ne ebbe il tempo, poiché in quel momento arrivò la sua ragazza.
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Indelebile [Theo Hernandez]
Hayran KurguDeva ha sempre saputo che sarebbe diventata un procuratore sportivo ed ora, a trentatré anni, convive ogni giorno con le difficoltà che comporta essere donna e lavorare in un ambiente prettamente maschile. Ma ama quello che fa e, anche se non viene...