Alessandro Sinclair era minaccioso.
Era tutto ciò da cui dovevo stare alla larga da adolescente e da moglie. Era quella caramella che non potevo mangiare perché mi faceva male. Più non potevo averlo, più lo volevo. Sarei stata la ragione per il quale il mio matrimonio sarebbe finito, cadendo in mille pezzi.
L'avevo già tradito, quando mi ero immaginata il suo tocco. Mi toccavo e volevo sentire le sue mani sulle mie. Venivo toccata e volevo sentire lui, invece dell'uomo che faceva parte della mia vita. Avevo cercato di pensare ad Oliver. Ma non riuscivo a provare le sensazioni che sentivo prima.
Spensi l'auto e sospirai. Lascia i problemi a casa, ricordai a me stessa. Ci penserai più tardi, ora devi pensare a Brinda e Bella. Presi la borsa ed uscii, le mie Christian Louboutin picchiettavano contro il cemento. Avevo indossato un paio di pantaloni rossi ed una canottiera in pizzo sotto ad un blazer del medesimo colore dei pantaloni. I capelli mi ricadevano naturalmente sciolti sulle spalle.
Non ero stata soggetta a tanti controlli, grazie a Dio, fortunatamente perché ero ormai un ospite regolare e Brinda si fidava di me. Il processo sarebbe proseguito domani ed io dovevo rivedere i video e le fotografie per le prove con lei. Nonostante tutte le palesi prove questo caso sarebbe potuto proseguire per diversi mesi, ma speravo sinceramente che terminasse prima.
Brinda indossava un vestito a maniche lunghe marrone che le arrivava appena sotto il ginocchio, mentre i capelli erano legati in una coda ordinata. "Athena. Come stai?" Mi strinse la mano.
"Brinda. Sto bene, tu?"
Sospirò ed andò a sedersi sul divano. "Tranquilla. Bella è rimasta nella sua stanza per tutto il giorno, sta ripetendo ciò che deve dire così da non 'mandare tutto a puttane', queste sono state le sue parole."
"Andrà alla grande," la rassicurai. "Andrà ancora meglio con queste prove." Lei annuì e mi condusse verso la sua stanza della sicurezza. Aspiravo a diventare ricca come Brinda un giorno. La sua sicurezza estrasse tutti i video, ma aspettò l'autorizzazione di Brinda per farli partire. Dopo qualche respiro profondo, li fece partire.
Bella era stata la prima ad entrare, aveva dato un bacio sulla guancia a sua mamma e poi si era diretta verso la sua stanza. Zac era andato in cucina e si era stappato una bottiglia di birra. "Brinda." Lei smise di camminare e si abbassò la zip del vestito, voltandosi verso di lui, che aveva già aperto la seconda bottiglia, bevendola come fosse acqua. "Chi era l'uomo con cui stavi parlando?"
Lo guardò per un momento, prima di parlare, "Hank? Oh, mi stava solo facendo domande di lavoro sulla tua attività, voleva sapere se poteva presentare una proposta. É un uomo molto divertente," ridacchiò, voltandosi, ma lui fece cadere la bottiglia a terra, facendola fermare nuovamente.
Zac era ormai alla quarta bottiglia e stava stappando la quinta. "Stavi fottutamente flirtando con lui!"
"Non è vero. Era una semplice conversazione e stavo solo cercando di aiutarti." Cominciò ad arretrare lentamente, vedendolo ormai ubriaco, mentre lui continuava ad avvicinarsi a lei. "G-giuro- Non ho flirtato con un altro u-uomo." La sua voce era rotta.
"Fottuta bugiarda." La schiaffeggiò prima di colpirla, poi la prese per un braccio e la spinse contro il tavolo, facendo cadere il vaso come aveva detto Bella.
"Per favore," lo pregò. "Amo te e solo te." La prese di nuovo, ignorando le sue parole, e la spinse sul divano. "Amore-"
"Chiudi quella fottuta bocca. Non mi ami." Cominciò a toglierle i vestiti. "Sei una troia. Dovresti fare attenzione.
"No, per favore, fermati." Cercò di combatterlo, ma dato il suo stato alterato non riusciva a scollarselo di dosso. "Zac, per favore!" La colpì sul volto, indebolendola e cominciò a toglierle i pantaloni.
"Vuoi delle attenzioni? Ti darò tutte le tue fottute attenzione. Fottuta troia."
A quel punto lei si era ormai arresa. "Bella è ancora sveglia. Sii veloce."
La schiaffeggiò di nuovo. "Non dirmi cosa devo-"
"Mamma?" Bella era ormai entrata nella vista di Zac, che voltò immediatamente il capo verso di lei.
"Vai nella tua stanza, Bella!" Gli urlò e lei guardò sua mamma che aveva distolto lo sguardo.
"Sto bene dolcezza, vai a riposare."
"Papà, lasciala andare." Disse Bella, senza ascoltare Brinda.
"Torna nella tua fottuta stanza, Bella!" La avvertì nuovamente.
"Lasciala andare!" Urlò lei, cominciando a strattonarlo.
Lo allontanò da Brinda che urlò, "Bella, per favore!" Zac era ormai lontano dalla moglie che aveva cercando di combatterlo mentre le dava dei pugni. Come Bella aveva detto, la afferrò e la fece sbattere contro il muro, "Zac, smettila!" Stava per tornare da Brinda, ma si fermò, come se qualcosa gli avesse fatto cambiare idea, e tornò verso Bella.
Cominciò a strattonarle i vestiti, ma non fu in grado di vedere uno scorcio di pelle perché Brinda gli saltò sulla schiena. Lui la fece cadere, ma lei prese una lampada e gliela sbatté in testa il più forte possibile. Lei e Bella lo guardarono per un secondo, probabilmente pensando che fosse morto, ma poi lui borbottò qualcosa ed entrambe si allontanarono.
Si abbassò verso Bella e le chiese se andasse tutto bene prima di infilarsi i vestiti ed uscire di casa. Il video si fermò e l'uomo sospirò, "Mi dispiace di non essere riuscito a proteggerla, Signora Dubois. Mi dispiace di non averla potuta proteggere da lui."
Gli picchiettò una spalla, "Non te ne faccio una colpa e come ti ho già detto migliaia di volte, per favore, chiamami Brinda."
"Naturalmente, Signora - Brinda." Si sorrisero, guardandosi un po' più del necessario. Era un bell'uomo, alto, con la belle olivastra e le labbra carnose, i suoi occhi erano marroni chiaro. Si alzò, guardandola ancora prima di prendere un respiro profondo ed andarsene.
Lei mi guardò, leggermente rossa lungo il collo. "Ho delle foto sul mio cellulare." Ci dirigemmo al piano di sotto ed io non incontrai più il suo sguardo. Mi porse il cellulare ed io guardai le diverse foto.
Nella prima foto che guardai c'era lei con il livido di una mano attorno al collo ed un labbro rotto. La seconda era simile, ma aveva un occhio nero. Nella terza aveva del sangue che gli scorreva sul mento, il labbro ed il naso rotti. La quarta era una foto di tutto il corpo, le gambe avevano dei lividi violacei, così come le braccia e l'occhio nero.
Si allontanò per prendere un bicchiere d'acqua ed io mi soffermai sulle foto, scegliendo quelle che mi sembravano poter avere un impatto maggiore durante il processo.
Il mio cuore si strinse alla vista di quelle foto; vedere ciò che gli aveva fatto era davvero triste. L'incontro in tribunale sarebbe stato il giorno successivo, così scegliemmo tutte le foto testimoni di abuso, principalmente quelle che avrebbero catturato l'attenzione della giuria.
Dopo aver terminato l'incontro con lei, tornai a casa ed aggiornai il suo fascicolo. Dovevo assicurarmi che fosse tutto perfetto, perché il minimo errore avrebbe fatto decadere il caso.

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Un mio problema
Romance"Voglio che mi scopi." Athena Escarra, un promettente avvocato che ama il suo lavoro più di qualsiasi altra cosa. Sposata con Oliver Smith, con cui è rimasta per sei anni, senza mai aver intrattenuto una relazione vera e propria. Questo finché non i...