Capitolo Quarantadue

1.3K 36 0
                                    

Alessandro

Erano le 20:50 e non capivo perché fossi così nervoso. Mi aveva scritto che sarebbe arrivata presto e sperai che fosse già pronta. Saremmo arrivati in ritardo per causa sua, ma continuava a ripetermi che mi dovevo rilassare.

Avevo trascorso un'ora ad assicurarmi di essere presentabile per lei. Mi ero messo la collanina d'argento che adorava ed alcuni degli anelli che guardava spesso. Mi ero spruzzato un po' della sua colonia preferita e mi ero sistemato i capelli.

Non mi ero mai preparato così accuratamente per una donna, ma sentivo di dover essere perfetto per Athena.

Athena: Sono per strada.

Rilasciai un sospiro di sollievo. Avevo scelto la limousine perché questo evento, interamente ed esclusivamente dedicato a lei, doveva metterla al centro di tutte le attenzioni. Era meglio essere in ritardo per rendersi presentabili piuttosto che in ritardo perché stavamo scopando come conigli, no?

La mia Jeep fece il suo ingresso nel vialetto ed io mi pentii che Athena avesse scelto proprio l'auto con i vetri oscurati, perché avrei dovuto aspettare qualche secondo di più per vederla. Mi sistemai il completo e irrigidii la mia postura. "No! Non uscire dall'auto, devo presentarti!" Disse Serene, chiudendole la portiera. "Ti sto preparando per vedere uno dei vestiti più belli mai creati indossato da una donna altrettanto stupenda."

"Apri quella dannata portiera."

Alzò gli occhi al cielo, com'era solita fare Athena. "Stronzo impaziente." Serene aprì la portiera e fino a quel momento non realizzai di star trattenendo il respiro. Uscì dall'auto, mostrandomi i tacchi a spillo che aveva ai piedi. 

Aprii la bocca in cerca di aria, vedendo la figura intera. Athena indossava un abito a sirena senza spalline di colore blu. Aveva un importante spacco che le partiva dalla parte alta della coscia e le sollevava il seno. L'unico motivo per cui riuscivo a descrivervi questo abito così accuratamente, era dovuto al fatto che ne avevamo la cabina armadio piena.

Athena rimase in piedi a guardarmi con un sorriso, come se fossi l'uomo più bello del pianeta Terra e Serene gli sistemò i capelli accuratamente arricciati. Improvvisamente mi sentii nudo davanti a lei. I miei occhi scansionarono ogni centimetro del suo corpo, dalle sue unghie curate al suo trucco. L'avevo vista migliaia di volte, ma questo era uno dei miei tre abiti preferiti che avesse mai indossato. Athena si avvicinò a me ed i suoi occhi nocciola brillarono sotto la luce, facendomi diventare le gambe molli.

Le presi la mano e le baciai il tatuaggio con la farfalla, prima di baciarle la guancia. Non volevo rovinarle il rossetto, quindi i baci avrebbero dovuto aspettare. "Sei... Meravilloso." Le sue guance si tinsero di rosa.

"Y te vets guapo." Sentii il mio cuore fluttuare a quelle parole. Il suo accento mi fece venire il cazzo duro e volevo soltanto richiuderla in auto e scoparla selvaggiamente.

"D'accordo, d'accordo. Siete in ritardo. Mi prenderò cura io di Wren, finché non tornate." Il finestrino dell'auto si abbassò e la testina di Wren con un sorriso impresso sul volto mi apparve davanti.

Io ed Athena ci avvicinammo a lei, per prenderla in braccio. "Farai la brava mentre saremo via, Angioletto?" Le chiesi, stringendola a me.

"Faccio sempre la brava."

Sorrisi. "Ne sono sicuro, ci vediamo domani mattina, ok? Fai la brava con Serene." Lei annuì ed io le baciai la guancia.

"A dopo, Wren." Athena le baciò l'altra guancia, rimettendola in macchina. "Non farla andare a dormire troppo tardi, Serene," disse Athena, comportandosi proprio come se fosse una mamma.

Un mio problemaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora