Capitolo Trenta tre

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Io e Wren stavamo camminando per il centro commerciale con un paio di uomini dietro che tenevano le nostre borse. Non stavamo più comprando abiti. Alessandro mi aveva costretta ad usare la sua carta dal momento che non gli piaceva spendessi i miei soldi. Non c'era un limite e sono sicura che si stesse chiedendo perché stavamo comprando un centinaio di cose quando gli avevo detto che ce ne servivano solo un paio.

Passammo avanti ad un altro negozio e dissi, "Okay, questo è l'ultimo, poi andiamo." Per poco non comprammo tutto il negozio. Entrammo in quello dopo e ripetei le stesse identiche cose. Era un ciclo costante e gli uomini dietro di noi cominciavano ad infastidirsi.

Io e Wren passammo davanti ad un negozio di gatti che catturò l'attenzione di entrambe. "Posso prendere un gatto? Per favore," I suoi grandi occhi verdi mi guardavano, pregandomi di accettare. Le sue labbra si arricciarono in un broncio, mentre mi guardava con gli occhi da cerbiatta.

"Tua mamma è d'accordo?" Buttai fuori tutto d'un fiato.

"Non le importerà, non lo noterà nemmeno. Per favore?" Sospirai e mi morsi il labbro inferiore, ancora pensierosa.

"Va bene, ma è stata una tua idea, non mettermi nei guai." Lei annuì e mi prese la mano mentre entravamo nel negozio. C'erano dei cuccioli di gatto davanti a noi, ma dietro scorsi anche dei cani. Una donna con i capelli neri e gli occhi nocciola ci venne incontro con un sorriso.

"Ciao! Benvenute da Paws & Claws. Come posso aiutarvi?" Wren sorrise e salutò la donna.

"Vorremmo comprare un gattino," Le rispose Wren, alzando la manina.

"Che razza vorresti, tesoro?" Aprì la gabbietta, permettendoci di vederli più da vicino. C'erano cuccioli e gatti già adulti, che miagolavano e facevano le fusa.

"Sono tutti bellissimi." Accarezzò un gattino dal manto dorato che si accoccolò contro la sua mano. Passò poi ad accarezzare un cucciolo dal manto nero e bianco che si lanciò contro il suo grembo. "Sono indecisa tra questi due." Wren chiuse gli occhi per qualche secondo, poi li riaprì, guardandoli nuovamente.

"Puoi scegliere con calma, se vuoi." Fece un respiro profondo, facendo ridacchiare la donna. Wren indicò il gattino dal manto dorato e sorrise.

"Tornerò presto anche per voi. Promesso." Accarezzò gli altri gattini. Quando salutò gli altri, guardai il cucciolo bianco che mi fissava con due occhioni blu. Alessandro non mi aveva mai detto di essere allergico ai peli dei gatti. Si sarebbe arrabbiato?

Il gattino peloso continuò a pregarmi con lo sguardo di portarlo a casa con me. Come potevo dire di no a quegli occhietti puri ed innocenti? "É una femmina o un maschio?" Presi il gattino che fece le fusa contro la mia mano.

"Una femmina. É arrivata pochi giorni fa." Ero già innamorata di quella piccola palla di pelo.

"Li prendiamo entrambi." Avrei detto ad Alessandro che era stato impossibile dire di no a questi occhietti. Ero sicura che se ne sarebbe innamorato anche lui, prima o poi. Prendemmo diversi accessori per i nuovi membri della famiglia - una cuccetta, del cibo, molti portachiavi che non avrei mai probabilmente usato, un guinzaglio e migliaia di giochini.

Il gattino di Wren era piccolo e carino. "Lo chiamerò Tofu," lo strinse lievemente tra le mani e gli diede un bacio.

"Luna. La chiamerò Luna." Le grattai il pancino e le circondai il piccolo muso con le mani. "Pronta a tornare a casa?" Wren annuì senza mai distogliere lo sguardo dal suo nuovo amico.

Erano trascorse ore da quando eravamo tornate. La casa era un completo disastro. C'erano giochi per gatti sparsi ovunque, così come i vestiti da principesse. Le bolle che uscivano dalla pistola spara bolle che avevamo comprato fluttuavano per il salotto. 

Un mio problemaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora