Capitolo Quarantuno

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Athena

Sentii un lieve tocco sulla schiena che mi fece aprire immediatamente gli occhi. Era mattina presto e Wren e Kieran stavano ancora dormendo. Quando guardai Alessandro, notai che si era cambiato, indossava un paio di pantaloni del pigiama ed una canottiera e mi stava porgendo dei vestiti piegati. Era davvero sexy.

"Ti ho portato un cambio." Mi baciò la guancia, poi guardò i due bambini con un sorriso. "Sei una brava zia."

"Tecnicamente non sono sua zia, però lo prenderò come un complimento." Guardai il suo petto, prima di spostare lentamente lo sguardo verso il cavallo dei suoi pantaloni.

Lui ridacchiò. "Smettila di scoparmi con gli occhi. Ci sono dei bambini nei dintorni." Alzai gli occhi al cielo, prendendo i vestiti ed andando in bagno per cambiarmi.

Mi seguì all'interno. "Non puoi stare qui."

"Perché diamine non potrei?" Chiuse la porta dietro di sé, dando un giro di chiave, e si appoggiò contro di essa con le braccia incrociate davanti al petto. Dio mi stavo comportando come se non avessimo scopato soltanto qualche ora fa.

"Perché devo cambiarmi." Mi voltai ed appoggiai i vestiti sul lavabo. Il suo respiro caldo mi colpì la base del collo, mentre appoggiava il suo petto contro la mia schiena. Con tutto il controllo che possedevo cercai di non mostrarmi per nulla influenzata da quella vicinanza.

"Ti ho vista nuda molte volte." Le sue mani si spostarono sui lembi della mia maglietta.

"I bambini." Fu l'unica cosa che riuscii a dire. Mi tolse la maglietta, il tocco delle sue mani mi fece venire la pelle d'oca. "Non possiamo," sussurrai. Mi fece voltare, pronto a premere le sue labbra sulle mie, però mi allontanai con le sopracciglia sollevate. Con le mani toccai il sangue, ormai asciutto, sul suo collo, che lui cercò immediatamente di coprire. "Non dirmi che hai ucciso qualcuno."

"Non è stato necessario. Sabrina è in prigione e l'altro uomo... beh, è meglio che chiedi a Jasper." Fece spallucce.

"L'hai picchiato?" Il suo silenzio fu la risposta che necessitavo. "Non sono arrabbiata, ti trovo molto sexy."

Sollevò un sopracciglio con un ghigno divertito impresso sulle labbra. "Naturalmente. Mi ero dimenticato del fatto che sei un'accanita lettrice." Risi e mi voltai. Si appoggiò contro il muro, guardandomi intensamente, mentre mi toglievo i leggings. Mi infilai i pantaloni del pigiama dello stesso colore dei suoi ed una canottiera. "Ti ricordo uno dei protagonisti di uno dei tuoi libri preferiti?" Mi chiese improvvisamente.

"No."

Sussultò, fintamente offeso. "Beh, neanche tu mi ricordi una delle protagoniste dei miei libri preferiti."

Risi e mi avvicinai a lui, circondandogli il collo con le braccia. "Ti amo."

"Sto cercando di rimanere fedele ad Elena Abelli, ma tu stai rendendo le cose difficili." Alzai gli occhi al cielo. Non avrei mai compreso la mente degli uomini.

Quando cominciai ad allontanarmi, lui mi prese per le braccia, appoggiandole sopra le sue spalle. "Ti amo anche io, farfallina." E ci baciammo. Non fu un bacio romantico, fu un bacio lento. Un solo bacio. Un bacio che mi eccitò come mai prima.

"Basta..." Mormorò Wren, il suo volto diventava più sudato di secondo in secondo. Cominciò a muoversi ed a dimenarsi, mormorando a qualcuno di smetterla e di lasciarla andare. Kieran, al suo fianco, si svegliò, pronto a fare lo stesso con lei.

Sorrisi quando vidi Kieran allacciare le braccia attorno al suo corpo e baciarle la guancia. Mi si scaldò il cuore per quanto riuscisse a farla tranquillizzare facilmente. "Perché Kieran è ancora qui?"

Un mio problemaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora