Capitolo Trentotto

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Alcune volte mi chiedevo perché non ero ancora andata da un terapista. I gemiti provenivano dal piano superiore. Non c'era nessun'altro rumore, quindi potevano essere chiaramente uditi.

"Athena è in casa!" I gemiti continuarono, diventando sempre più rumorosi. Altri avrebbero aspettato in macchina, ma per me era normale assistere a questa scena quando venivo a trovare Serene. Non le importava che tu fossi qui, se stava scopando qualcuna l'avrebbe fatto finché questa non sarebbe stata soddisfatta. Come Alessandro, era lei che dominava a letto.

"Perché arrivi sempre mentre mangio la fica a qualcuna?" Mi chiese, scendendo con un reggiseno e dei leggings addosso.

"Forse è Dio che ti suggerisce che devi smetterla di fare la troia." Rachael scese le scale con addosso i pantaloni della tuta ed una felpa.

"Non sono una troia. Mi piace la fica più degli altri. Non è colpa mia se le persone non riescono a resistermi." Fece spallucce e prese Luna, sedendosi sul divano.

"Avete risolto, ragazze." Il volto di Rachael era arrossato ed io mi sedetti al fianco di Serene.

"Ha talento nel muovere la lingua." Serene alzò le sopracciglia e Rachael cominciò a giocare con Luna. Giuro che erano le persone più dirette sul pianeta della Terra. Serene guardò il messaggio che aveva ricevuto, così come Rachael ed entrambe sorrisero.

"Cosa c'è?"

"Niente. Andiamo a fare shopping." Serene si alzò, permettendo a Luna di seguirla al piano superiore.

"Perché hai urgenza di fare shopping?" Entrammo in stanza e, naturalmente, odorava di sesso. Presi una boccetta di profumo e ne spruzzai un po', facendole alzare gli occhi al cielo. "Non voglio sapere di sesso."

"Sai che lei ha sempre l'urgenza di fare shopping. Un giorno andrà in rovina per tutto quello che spende in vestiti." Serene prese una maglietta bianca e poi ci dirigemmo tutte versa la sua auto.

"Hai la carta di Alessandro?" Mi chiese Serene, guidando verso uno dei suoi centri commerciali preferiti.

"Perché dovrei?" Luna era seduta sul mio grembo, il mio piede era invece, appoggiato, contro il cruscotto.

"Perché è tuo moroso. E come ha detto Rachael, andrò in bancarotta con tutti gli abiti che compreremo oggi, quindi perché non usiamo la sua carta? É un milionario, non avrà problemi." Alzai scherzosamente gli occhi al cielo con un sorriso. Sapeva dove lavorava, quindi non dovetti neanche darle delle indicazioni. Parcheggiò davanti all'edificio e tutte insieme, entrammo.

"Farfallina," mi salutò con un bacio, non lasciandomi andare consapevole delle ragazze che ci stavano guardando.

"Potete scopare dopo." Disse Serene, impaziente come sempre.

Lui mi sorrise, rumando nella sua tasca e porgendomi il taccuino. "Prendilo pure, amore."

"Sei sicuro che non ti serva niente?" Lo aprii, vedendo tutti i pezzi da 100 e da 50 che aveva. Lui scosse la testa ed io mi misi il taccuino in tasca. "Grazie, amore."

Alessandro mi prese il mento e mi baciò nuovamente. "Di niente. A stasera." Baciò Luna sulla testa, schiaffeggiandomi il culo mentre mi allontanavo. Mi ero quasi dimenticata che il nostro primo anniversario sarebbe stato domani. Per metà della nostra relazione ero stata ancora sposata con Oliver, ma Alessandro avrebbe sicuramente trovato il modo per festeggiare quella giornata assieme.

"Prendete questa perdenti, noi andiamo a fare shopping!" Urlò Serena, già in macchina, suonando il clacson. Aveva guardato troppe volte Mean Girls.

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