Athena
Uscii dalla cabina armadio con addosso una gonna nera che mi arrivava alle ginocchia ed una camicia bianca, mentre ero al cellulare con Bree, una delle mie ultime clienti. "Se vai a casa sua, farà emettere un ordine restrittivo nei tuoi confronti e sappiamo entrambi che questo potrà essere usato contro di te."
Si trattava di un caso di custodia legale ed il padre stava lottando per avere il pieno affidamento della figlia, ma Bree non sembrava essere d'accordo e nemmeno io. Si era sposato sei volte da quando la figlia, Angie, che aveva un solo anno era nata. Aveva dei terribili precedenti e si comportava come se fosse un adolescente in piena crisi ormonale. C'erano molte prove a dimostrazione del motivo per il quale non sarebbe potuto essere un padre stabile per Angie.
Lei grugnì dalla frustrazione, "Mi sta facendo apparire cattiva di fronte a mia figlia!"
"E lo capisco che tu voglia tua figlia con te e solo con te, ma devi ascoltarmi." Lei sospirò, mormorando un va bene ed io sorrisi, "Ottimo. Ci vediamo tra qualche ora."
Mi incamminai verso Alessandro, dandogli un bacio sulle labbra. "Vieni qui." Mi disse pigramente, quando cercai di allontanarmi. Dio, questo uomo.
"Devo portare le bambine a scuola in, mm, venti minuti." Si era seduto sul letto e mi aveva trascinata sul suo grembo, facendomi sollevare la gonna. "Ale-" Chiusi gli occhi, sentendo la mia salivazione azzerarsi e deglutii. "R-riunione. Mmm." Le sue mani avevano spostato il mio tanga giallo, cominciando a stuzzicarmi delicatamente il clitoride.
"Non me ne può fregare di meno di quella riunione in questo momento," disse, infilando un dito dentro di me, continuando a compiere movimenti circolari sul mio clitoride.
"Io-io. Riunione a scuola," dissi senza fiato.
Si spinse contro di me, "Venti minuti. Non ci servirà un minuto in più," questa era decisamente una bugia, dal momento che rimase tra le mie gambe per trenta minuti buoni.
***
Alessandro era seduto attorno all'isola, con il computer davanti a sé e con indosso i pantaloni neri e la camicia bianca completamente abbottonata, mentre mi sorrideva. Gli sorrisi, abbassando lo sguardo con le guance rosse, mentre versavo ad Amara i cereali. "Mamma," mi chiamò Wren ed io spostai lo sguardo su di lei. "Va bene se vado a casa di Kieran questo fine settimana?"
"Certo, va bene. Ti accompagno dopo che vengo a prenderti a scuola."
Lei mi sorrise, mentre le sue guance si coloravano di rosa. "Grazie."
"Perché stai arrossendo?" Le chiese Alessandro ed io alzai gli occhi al cielo. "Ti piace quel ragazzo?"
"É il mio migliore amico, papà," gli ripose Wren, alzando gli occhi al cielo come me.
"Non hai comunque risposto alla mia domanda."
Lo guardai male. "Ignora tuo padre." Wren gli sorrise, sapendo che aveva vinto e che sarebbe andata a casa sua.
"Papà," disse Amara, sporgendosi per salire sul suo grembo. Lui spinse indietro il computer, facendola sedere sul bancone davanti a lui. "Anche io ho un migliore amico. Posso andare a casa sua?"
"Assolutamente no," le rispose ed io alzai gli occhi al cielo.
"Ha tre anni!" Dissi contrariata.
"Questa cosa dell'essere iper protettivo è fastidiosa." Disse Wren ed io annuii completamente d'accordo con lei.
Mi guardò per un momento prima di tornare a guardare Amara. "Avete tutte ragione. Potete vedervi con i vostri amici. Qui. Quando io sono nei paraggi."
"O quando te ne vai," mormorai. Mi rivolse un sorriso sghembo ed io cercai di non ricambiare, fallendo miseramente. Il suo cellulare cominciò a squillare ed io presi Amara, stringendola tra le mie braccia, mentre prendevo il suo zaino.
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Un mio problema
Romance"Voglio che mi scopi." Athena Escarra, un promettente avvocato che ama il suo lavoro più di qualsiasi altra cosa. Sposata con Oliver Smith, con cui è rimasta per sei anni, senza mai aver intrattenuto una relazione vera e propria. Questo finché non i...