Mia madre e chiunque l'avesse aiutata a cucinare avevano fatto abbastanza cibo per un intero reggimento. Si erano davvero dati da fare. C'erano Molcajete de Carnes, il mio piatto preferito, i Nopales, le Enchiladas, il Chile rojo e le Rajas con questo. C'erano ovviamente diversi dessert che consistevano nel Arroz con leche, i Churros, La Gelatina ed El flan. C'erano molte altre pietanze sul tavolo, ero sicura che alcuni ospiti le avevano portate da casa.
Alessandro guardò il cibo con gli occhi spalancati. "Hai mai assaggiato qualcosa?" Gli chiesi con un sorriso.
"Questi sono i Nopales, vero?" Annuii. "Sono molto buoni. Ma delle altre, no, non ho mai assaggiato niente." Risi, Luna era appoggiata sul mio grembo e cercava di saltare sul tavolo per poter vedere tutto."
"Gli animali non sono permessi al tavolo." Disse mia madre, seduta di fronte a me, con tono infastidito.
"Allora penso che dovresti andartene." I suoi occhi si restrinsero quando incontrò i miei, che rimasero fermi nei suoi. Pensava che l'avrei rispettata solamente perché ero sua figlia, ma purtroppo, dopo tutta la merda che mi aveva fatto passare per me poteva andare all'inferno.
"Rispetta tua madre." Si immise mio padre, sistemandosi contro lo schienale della sedia e continuando a bere quella che era probabilmente la quinta birra.
"Tu non l'hai mai fatto." Mia madre nascose la mano sotto al tavolo e gli occhi di tutti si posarono su di lei.
"¿ Podemos tener una cena familiar en la que no estés actuando como un niño?"" I suoi occhi, come al solito, non mostravano alcuna emozione nei miei confronti, se non rabbia ed odio. Volevo dirle qualcosa di brutto, ma la mano posata sulla mia coscia mi rassicurò che sarebbe andato tutto bene, così decisi di rimanere tranquilla. "Gracias," disse in maniera scortese.
Volevo davvero andarmene, ma probabilmente dovevano dirci qualcosa di importante visto tutto il palco che avevano allestito. "Cosa dovrei prendere?" Mi chiese Alessandro, mentre tutti cominciavano a mangiare.
"Il Chile rojo ed il pollo per cominciare. Guarda, sono quei due." Glieli indicai e lui annuì con un sorriso. Mi piaceva vederlo provare a sistemare le cose che mi riguardavano, soprattutto dal momento che avevo dovuto affrontarle da sole centinaia e centinaia di volte. Il mio piatto era pieno con El flan, la Rajas con queso ed il pollo. Gli passai dell'acqua ed una birra, sentendo gli occhi di mia madre su di me.
Mi stava giudicando per non avergli sistemato le pietanze nel piatto, ma era più che in grado di farlo da solo. Sì, di tanto in tanto, gli facevo io il piatto, ma solamente quando lo volevo. Fortunatamente non fece strani commenti sulla cosa.
Tutti cominciarono a parlare l'un l'altro in spagnolo. "Elora debe avergonzarse de tener una hija así." Strinsi le labbra in una linea sottile, impendendomi di parlare. Damien guardò zia Lucia e zia Ambra con un'occhiataccia, intimandole di stare zitte.
"Grazie," gli sorrisi e lui annuì. Era sempre stato il figlio prodigo, l'unico che mamma adorava e per il quale stravedeva. Abbassai lo sguardo e vidi Luna dormire pacificamente. Desideravo di poter dormire anche io durante la cena.
"Damien, hijo, come va l'Università di legge?" Sì, la legge era un interesse comune che entrambi avevamo ereditato dalla nostra cara mammina.
"Bene. Scommetto che Athena possa darmi dei consigli per superare gli esami. É una delle migliori di Atlanta." Sorrisi ed alcune persone applaudirono. Alessandro si piegò verso di me per baciarmi la guancia.
"Oh potrei darteli io. Athena è molto impegnata con i suoi... affari personali." Questo era il motivo per cui non piaceva a nessuno, rovinava sempre qualcosa di bello per gli altri.
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Un mio problema
Romance"Voglio che mi scopi." Athena Escarra, un promettente avvocato che ama il suo lavoro più di qualsiasi altra cosa. Sposata con Oliver Smith, con cui è rimasta per sei anni, senza mai aver intrattenuto una relazione vera e propria. Questo finché non i...