Capitolo Sedici

1.9K 41 2
                                    

Alessandro

La mano di Athena che si muoveva sulla mia barba mi svegliò ed io non mi ero mai trovato di fronte ad una vista così bella. Era ancora addormentata, la sua mano si stava muovendo inconsciamente, la bocca era leggermente aperta ed il suo corpo rilassato. Non l'avevo mai vista così tranquilla, era sempre tesa vicino ad Oliver od alle altre persone.

I primi raggi solari cominciavano a filtrare attraverso le finestre illuminandole il volto perfetto e facendo brillare la sua pelle. Sembrava così pacifica.

La portai ancora più vicina a me e la sua mano cadde sul mio petto. La chiuse a pugno, debolmente, e sgattaiolò ancora più vicina a me, infilando una gamba tra le mie. Le spostai i capelli dal volto, così da poterla guardare meglio.

Volevo solo guardarla. Anche quando dormiva, era assolutamente perfetta. Le baciai la fronte e mi alzai dal letto. Appena mi alzai lei si mosse ed io appoggiai un cuscino al suo fianco. Le diedi un altro bacio e scesi le scale per preparare la colazione.

Sorridendo cominciai a cucinare un omelette. Mi piaceva sapere che si trovava al piano superiore e che potessi raggiungerla in qualsiasi momento. Che lei si trovasse sotto il mio tetto e che avrei fatto colazione in sua compagnia. Mi piaceva la sensazione che provavo quando stava con me.

Quando finii di cucinare la sua omelette, le preparai del bacon e sentii delle braccia esili avvolgersi attorno alla mia vita ed un bacio sulla mia schiena. "Buongiorno."

"Buongiorno, farfallina. Hai dormito bene?" Lei annuì in risposta e si guardò attorno. Athena mi guardò preparare il bacon, pazientemente e silenziosamente.

Mi piaceva la sua compagnia, anche se non parlavamo era bello averla attorno. Mi diede un altro bacio sulla schiena poi saltò sul bancone. "Non sapevo che sapessi anche cucinare."

"Ho molti talenti nascosti." Misi il bacon in un altro piatto e cominciai a preparare i pancake.

"Puoi dirlo, Signor Sinclair." Contrassi la mascella e cercai di ignorare il modo sensuale con cui aveva pronunciato il mio nome. Lei sorrise, muovendo le gambe avanti ed indietro, fingendosi innocente. "Mi piacerebbe saperne di più dei tuoi... talenti non nascosti."

La guardai e la vidi aprire lentamente le gambe. "Athena. Ti sto preparando la colazione."

"Ho fame di un'altra cosa." Si morse il labbro e si piegò leggermente. Feci un respiro profondo e mi obbligai a riportare la mia attenzione sui pancake, girandoli. "Oops," disse, quando i suoi slip toccarono il pavimento.

Sarebbe stata la morte mia.

Si portò una mano verso l'interno coscia, guardando il lato del mio volto. Non guardarla. Non guadarla. Non guardarla.

Non potei evitare di dare una sbirciatina, che si trasformò in una vera e propria occhiata. Con le gambe ancora aperte, cominciò a darsi piacere sul mio bancone. Il mio cazzo si irrigidì nei pantaloni, mentre lei gemeva silenziosamente. Si sbottonò la mia camicia e strinse tra le mani uno dei suoi seni.

"Oh Sandro..." Ansimò, facendo indurire ancora di più la mia erezione. "Vorrei che qui ci fossero le due dita, invece delle mie..." Abbassai lo sguardo verso i pancake ed una volta notato che erano pronti, li misi su un piatto.

Mi avvicinai a lei che incurvò le labbra in un ghigno divertito, vedendomi ora davanti a sé. "Vuoi le mie dita dentro di te eh, troietta?" Spostai la mia mano nel suo interno coscia.

"Sì signore, per favore, fammi un ditalino." Mi pregò. La mia piccola farfalla che mi pregava di infilare le mie dita dentro di lei e scoparla era attraente. Fece scivolare fuori le sue dita, mentre  mi avvicinavo alla sua fica perfetta.

Un mio problemaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora