Capitolo Quattordici

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"Voglio che mi scopi. Solo per stanotte, non sono la Signora Escarra, non sono di Oliver, non sono sposata. Sono tua. Solo per stanotte."

Ore prima...

Avevo indossato dei pantaloni rosa, con una camicetta in pizzo del medesimo colore sotto il blazer color panna ed avevo terminato l'outfit con un paio di tacchi a stiletto di color champagne. Avevo lasciato i capelli naturali, avevo provato a passarci la piastra ma sembravano non volermi assecondare, quindi alla fine avevo ceduto.

"Verrò a casa tardi stasera. Ho una cena con mio madre e poi mi trovo con alcuni colleghi." Mi disse Oliver scendendo le scale, sorridente e felice.

"Sembri più felice del solito nel venire a casa tardi." Presi la mia tazza di caffè e mi accomodai in sala.

"É solo una bella mattinata, tutto qui piccola." Mi baciò la guancia ed io sorrisi. "Buona giornata!" Mi disse prima di fiondarsi verso la porta. Strano.

Quando stavo per uscire di casa, il mio cellulare mi segnalò l'arrivo di un messaggio. Appoggiai la borsa nel sedile del passeggero e la tazza di caffè nell'apposito contenitore.

Alessandro: Spero che ci saranno dei progressi rilevanti oggi con il caso. Spero anche che tu riesca a seppellire Nate e la sua carriera patetica. Buona giornata, farfallina.

Arrossii nel leggere il messaggio.

Io: Grazie. Spero che tu abbia successo in ciò di cui l'azienda necessita al momento. Buona giornata, Sandro.

Non avevo neanche pensato al soprannome, almeno finché non lessi il messaggio e mi venne voglia di tirarmi un pugno da sola.

Alessandro: Sandro... L'ultima volta che mi hai chiamato così ti stavo dando piacere. Mi piace come soprannome. É... dolce.

Io: Non lo dirò mai più.

Alessandro: Lo vedremo. Distruggi Nate in tribunale. Credo in te.

Io: Lo fai sempre e lo apprezzo, davvero.

Alessandro: Farei di tutto per te, amore mio.

Appoggiai il cellulare nel sedile al mio fianco e cercai di distrarmi con la musica, prima di rischiare di fare ritardo perché stavo flirtando con il mio amante.

Parcheggiai vicino alla chiesa ed uscii dall'auto. I giornalisti non persero tempo nell'inondarmi di domande, però mi affrettai nell'entrare nell'edificio non appena vicina. Sembrava di dover scappare da una massa di bambini.

Io e Brinda entrammo in aula, perfettamente in orario, ci alzammo in piedi quando entrò il Giudice. "Per favore, sedetevi." Tutti ci sedemmo e il giudice Matt annuì in direzione di Nate. Tutta questa giornata è piuttosto strana.

"Cominciamo dal-" Iniziò, ma si interruppe quando le porte si aprirono. Tutti guardarono indietro, inclusa me e Brinda ed io non riuscii a trattenere un sorriso a quella vista. Alessandro era venuto. Era venuto a vedermi in tribunale. 

Ero ancora più nervosa mentre cercavo di nascondere il mio nervosismo.

Nonostante tutti lo guardavano, si sedette dietro di me, mantenendo il contatto visivo e sorridendomi. Dovetti voltarmi per non creare scompiglio o speculazioni, ma ero sicura di essere arrossita.

Dopo che tutti i presenti si erano accomodati, cominciammo. "Vorrei innanzitutto presentare il primo video per le prove." Dissi, alzandomi e sistemandomi il blazer.

"Spero che abbia gli strumenti per presentare la prova?"

Annuii. "Li ho, Vostro onore."

"Allora può procedere." Nate sussurrò qualcosa nell'orecchio di Zac e lui abbassò il capo, innervosito. Non poteva nascondere il fatto che ci fossero delle prove incriminanti nel video, anche se Nate gli aveva detto che non c'erano.

Un mio problemaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora