Capitolo Quindici

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Alessandro

Athena Escarra era di fronte a me con niente addosso se non il reggiseno in pizzo rosa con gli slip coordinati che amavo alla follia.

Era la definizione della perfezione.

Il modo in cui i suoi seni erano sollevati alla perfezione, la curva dei suoi fianchi, il suo bellissimo culo, ma più di tutto quel volto fottutamente etereo che doveva essere fotografato e inserito nella copertina di Vogue. Amavo tutto di lei, dalla piccola voglia che aveva sul sedere, alle smagliature sul seno, sul culo e sui fianchi.

"Voglio che mi scopi. Solo per stanotte, non sono la Signora Escarra, non sono di Oliver, non sono sposata. Sono tua. Solo per stanotte."

Non persi tempi e la sollevai dalle gambe, facendogliele allacciare attorno alla mia vita. Quelle labbra al sapore di ciliegia si fusero con le mie, mentre con una mano attorno al collo mi spingeva contro il suo petto.

Stavo desiderando questa donna dal momento che era uscita dal mio attico la prima volta e non avrei perso neanche un secondo che potevo trascorrere con lei. 

Fece scivolare la mano tra di noi, infilandola nei miei pantaloni e cominciando a toccarmi il cazzo. Si muoveva velocemente ed io mi irrigidii nella sua mano. Riusciva a spingermi oltre il limite con la sua sola mano.

Denudò la mia erezione e si spostò gli slip di lato. "Entra. Subito." Mi ordinò ed io sorrisi nel bacio.

"Non ancora, amore." Piagnucolò quando la feci riappoggiare sul pavimento ed io ridacchiai, mentre rimettevo la mia erezione dentro i pantaloni. Le stuzzicai le labbra, poi lasciai una scia di baci lungo la mascella e lungo il collo, lasciandogli quanti più segni possibili del mio passaggio. Le tolsi il reggiseno e guardai ammaliato il modo in cui le sue tette rimbalzarono per quell'azione.

Ne presi una in bocca, mentre con la mano stuzzicavo l'altra, facendola gemere da quelle labbra perfette. Anche il suo seno sapeva di ciliegia, cosa che mi fece venire ancora più fame di lei. Ripetei la stessa azione di prima, lasciandole dei baci lungo lo stomaco fino ad arrivare ai suoi slip.

La guardai con gli occhi scuriti dal desiderio e lei ricambiò con lo stessa voglia, in attesa che facessi la prossima mossa. Le feci appoggiare la coscia sulla mia spalla ed, ormai in ginocchio, le succhiai l'interno coscia. Riappoggiai la sua gamba per terra e ripetei la stessa azione con l'altra, prima di abbassarle lentamente gli slip.

La sua figa perfettamente rosa era ora completamente visibile a me ed ai miei occhi soltanto. La baciai, poi strofinai con la punta della lingua la sua fessura. "Smettila di giocare."

"Non sto giocando, sto degustando." Lo feci nuovamente, poi finalmente, appoggiai la mia bocca sul suo clitoride. Lei rilasciò un suono soave per le mie orecchie, spostando le mani sui miei capelli. Tenni gli occhi puntati su di lei, mentre la mangiavo ad una velocità terribilmente lenta.

Gli occhi di Athena era chiusi, la testa abbandonata di lato e le sue mani mi stavano tirando le punte dei capelli. Era la persona più sexy che avevo ed avrei mai visto. Cominciai a succhiarle il clitoride più velocemente, infilandole due dita dentro.

Lo succhiai, godendomi il suo sapore e chiudendo gli occhi. Le mie dita si muovevano dentro e fuori di lei ad un ritmo sostenuto, né troppo veloce, né troppo lento, mentre la sentivo gocciolare.

"S-Sandro... Oh cazzo..." Arcuò la schiena contro il muro e comincio a muovere i fianchi. "T-ti voglio dentro di me. Per favore." Mossi le dita con una velocità superiore, infilandone un terzo e facendolo adattare al suo buco stretto.

Il suo sapore mi ricordava un frutto straniero che poteva essere solo degustato dai ricchi dell'antichità. Era una fottuta droga e non ne avrei mai avuto abbastanza.

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