Capitolo 6

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JULIETTE

"Signorina Juliette, è pronta la cena."

Ecco che la magia della storia d'amore tra Mason e Chiara viene distrutta.

"Cosa hai preparato Tiana?" Domando.

"Oh Signorina Juliette... Mi dispiace ma ho avuto un contrattempo, sua madre mi ha detto di ordinare cibo ad asporto. Ho preso degli hamburger e delle patatine fritte." Carboidrati e grassi. È da più o meno un anno, che riesco a mangiare quasi di tutto senza sentire i sensi di colpa che mi crollano addosso, ma non posso negare, che spesso, mangiare un dolce o un qualsiasi cibo molto calorico non mi fa dormire spensierata.
Scendo di fretta. Prima mangio, prima finisco. Vedo un hamburger semplice, delle patatine fritte e una coca cola, non nascondo che l' odore è veramente invitante.

"Amore finalmente! Oggi a lavoro mi hanno distrutta... Perciò ho pensato di ordinare qualcosa di buono per entrambe." Mia madre è la reincarnazione dell' altruismo. Distrugerebbe il mondo a metà in un batter d'occhio se io fossi in pericolo.
Probabilmente il mio suicidio e la morte di mio padre, è stato un peso enorme anche per lei. Ogni tanto dimentico che non è morto solo mio padre, ma anche l'uomo della sua vita. Vorrei tanto stringerla a me e sussurarle all'orecchio "Mamma, grazie di esistere." ma non ho il coraggio. Faccio una grande fatica a dirle che le voglio bene, anzi, che la amo. Penso sia l' unica donna al mondo che amo... Anche se questo non riuscirò mai a dirglielo.
Mi odio per averla rovinata, fatta sentire incapace. Mi odio per ciò che le ho provocato. Se fossi morta, non sarebbe morta solo Juliette Marzi... Sarebbe morta anche un'amica, una migliore amica, una compagna di classe, un'alunna e anche una figlia.
Ha pagato questo cibo caldo, e adesso noto la sua curiosità nel vedermi felice a mangiarlo. Glielo devo, anche se mi costerà parecchio.
Mi siedo, prendo il panino e do il primo morso. Sento la carne morbida, la lattuga ed il pomodoro freschi uniti al formaggio filante, per poi finire questa esperienza di sapori con il retrogusto della salsa.

"È buonissimo mamma, grazie."

"Sono contenta, sapevo ti sarebbe piaciuto." Ed un grande sorriso si crea sul suo volto.
Deve essere bello per una madre, vedere che la propria figlia, dopo aver avuto disturbi alimentari e aver tentato il suicidio, sia ancora qui, davanti a lei, a mangiare felicemente.
Un altro boccone, un altro ancora, fino a finire tutta la mia cena. Ormai ho fatto il danno, tanto vale finire in bellezza con un dolce, no?

"Abbiamo la torta al cioccolato in frigo, la prendiamo?" Mia madre annuisce, infondo è sempre stata una golosona. Vado davanti al frigo e prendo la torta: un ondata di profumo di cioccolato mi travolge e l'acquolina sale.
Finiamo di cenare, e dopo una sana chiacchierata in cui ognuno racconta la propria giornata, ci separiamo per dirigerci nelle rispettive camere da letto.
Mi sdraio sul piccolo divano che ho in camera e presa dalla noia, decido di sfogliare la galleria.
Una foto di me e Lydia quando eravamo bambine: lei con la sua treccia bionda e i suoi occhietti azzurri, io sporca di fango e con i capelli a caschetto mossi (o più precisamente spettinati).
Scorro.
Una foto di me e mia madre in montagna. Risale a dicembre, eravamo andate in montagna, in un albergo bellissimo ed abbiamo imparato a sciare, o come meglio dire: a non cadere ogni due passi.
Scorro ancora.
Una foto di Charlie con una margherita: aveva tredici anni, era San Valentino e Charlie aveva portato una margherita per me e Lydia, un gesto da vero gentiluomo.
Scorro un ultima volta con gli occhi socchiusi, ormai la stanchezza inizio a percepirla.
Una foto di me e Lydia al mare: era una foto dell'estate scorsa, eravamo solo io, Charlie e lei, pochi ma buoni.
La guardo, ma invece di essere felice per i vecchi ricordi, faccio uno zoom sul corpo.
Il mio corpo era molto diverso rispetto ad adesso. Sono cambiata così tanto in sei mesi?
Non mi sono mai reputata "Miss Mondo", penso di essere una persona come tutte le altre: ho due gambe, due braccia, un naso, due occhi marroni, capelli castani mossi, due sopracciglia, due piedi,una pancia....Aspetta, è un rotolino quello che vedo?
Metto da parte il telefono, e tocco il rotolino di pancia con entrambe le mani. Non è grande, però è presente e solo la sua semplice esistenza, non mi farà vivere serena finché non  lo eliminerò.
Prendo la foto per comprendere se questo rotolino fosse già presente e mi delude il fatto che nella foto è completamente assente.
"Vabbé domani non mangio per recuperare." Con questo pensiero, chiudo gli occhi per un sonno profondo, non molto spensierato.

Un amico immaginarioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora