Capitolo 64

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JULIETTE

Stanca da tutte le peripezie ed i colpi di scena avvenuti oggi, mi butto sul letto, come un sacco di patate. Vorrei poter leggere il mio libro preferito, nonché "Noi due fino all'alba", ma al momento non voglio sentire parlare dell'amore altrui.

"Cos'è? Sei gelosa piccola July?" Mi provoca Mason.

"No. Penso che Lydia e Jacob possano essere una coppia bellissima...Semplicemente, li invidio un pochino. Vorrei poter trovare l'amore. Un po' di normalità in questa vita, mi farebbe bene."

"Tesoro, tu l'hai già trovato."

"Dove? Nei miei film mentali?"

"No, proprio qui..." mi dice, indicando la cover del mio telefono.

"Intendi che la mia anima gemella sia questo telefono? Non è vero! Non ci sto poi così tanto!"

"Non ti insulto, perché non è nel 'codice dell'angelo'." Mi risponde, alzando gli occhi al cielo, come se stesse parlando con un bambino incapace di ragionare.

"Mi innervosisci, spiegati! Cosa c'è nel mio telefono?" Domando impazientita.

"Non è nel telefono, la risposta. Ma attaccato al telefono. Scoprilo tu, sai che non posso dire altro."

"No, invece ades-" come non detto. Mason mi ha fatto un occhiolino, accompagnato da un sorriso amichevole, per abbandonarmi nella mia stessa stanza, con i miei dubbi e le mie teorie.
"Non è nel telefono, la risposta. Ma attaccato al telefono. Scoprilo tu..." mi ripeto, cercando di arrivare alla soluzione di questo enigma. Giro il telefono, ed osservo la cover che contiene al suo interno la canzone "I promise".

"Mason, Charlie non è innamorato di me!" Ripeto, sperando che mi senta. Ma ottengo solo una lampadina che si accende e si rispegne due volte, come risposta. Prendo il piccolo foglio di carta stropicciato tra le mie mani, ma nel aprirlo, noto un piccolo particolare. "Penso... che questa debba tenerla tu. Quando non ci sarò, fammi il favore di leggerla attentamente, in ogni sua prospettiva." mi aveva avvertito Charlie, quando mi ha consegnato il suo dono.

"Da ogni sua prospettiva dici..." ripeto sussurando. Giro il foglio, ma lo ritrovo bianco sul retro. Sbuffo, amareggiata, ma proprio quando sto perdendo le speranze, colgo una piccolissima frase scritta in matita, quasi cancellata, sul fondo del foglio.

"Usa la bacchetta magica!!!!"

Interrompo per qualche secondo il respiro, cercando di concentrarmi al massimo, finché non trovo la risposta. Apro il cassetto dei ricordi, e ricavo una di quelle penne che leggono l'inchiostro invisibile. Spengo le luci leggermente, in modo tale che l'illuminazione della penna, mi renda le scritte più nitide. Dopodiché, procedo nella mia lettura.

"Cara Juliette, come stai? Spero bene. Sembro patetico nel scriverti una lettera, nonostante ci scriveremo sicuramente ogni singolo minuto, di ogni singolo giorno? Assolutamente si. Ma quello che ti devo dire, non può essere limitato ad un messaggio. Volevo dirti tutto questo dal vivo, ma ti confesso, che non ho avuto il coraggio. Parlarne, mi rende nervoso e la possibilità di perderti per sempre a causa di questa cazzata che sto per fare, mi uccide dentro. Ma adesso, basta con gli inizi lunghi, anche perché conoscendoti, ti stai annoiando, vero Juliette? :)
Io e te ci conosciamo da quando abbiamo unidici anni. Mi ricordo che il primo giorno che ti ho vista, ero stato ammaliato dalla dolcezza con cui mi trattavi. Supplicavo mia madre, a portarmi alle feste di compleanno in cui c'eri tu, solo per poter parlare con te (non dirlo a Lydia, le voglio bene, ma mi ucciderebbe lo stesso). Ricordo anche tutte le nottate passate al telefono, di nascosto, parlando a bassa voce per non farci sentire dai nostri genitori. Sei stata la prima a cui ho raccontato della violenza di mio padre. Con te mi sentivo al sicuro, eri l'unica che non mi avrebbe allontanato, perché tu non avevi paura dei miei dei demoni che mi tormentavano, a te importava solo rendermi felice... Non ti ringrazierò mai abbastanza per questo. Ho sempre creduto, di non meritarti. Mi hai fatto stare bene così tante volte (ovvero, sempre) che ho sempre avuto la paura, di non riuscire a ricambiare la felicità che mi trasmettevi. Odio vederti soffrire. Odio chi ti fa soffrire. Ed odio me stesso, se non riesco a farti stare meglio. Quel maledetto giorno, Juliette, rischiavi di uccidere anche me. Ma non parliamo adesso di questo ok?! Perché non voglio piangere, o peggio, farti piangere. (Se piangi ti lascio usare questa lettera come fazzoletto, intesi? ♡)
Sono sette anni, che ti conosco... sette anni, in cui non riesco a non desiderare nessun'altra ragazza accanto. Sette anni, in cui ti guardo di nascosto mentre ridi, perché il tuo sorriso, è la mia casa. Sette anni, in cui percepisco i brividi di freddo, quando mi abbracci, velenandomi con il tuo profumo. Sette anni, in cui lotto ogni giorno, pur di vederti stare meglio. Sette anni che sono innamorato, di te... Ti chiedo scusa, se con questa lettera, potrebbe rovinare tutto... Ma non riesco a mentirti. Mi sono nascosto dietro la nostra amicizia per anni, mi dispiace e mi dispiace ancora... ma il mio cuore ti vede come qualcosa in più di una semplice migliore amica o sorella. Ti amo da sette anni, Juliette..."


Il cuore mi batte fortissimo, sono invasa da una dolce sensazione di tenerezza e di felicità.

"Finalmente! Ci è voluto tanto tempo vedo! Ve la siete presa comoda!"

"Guarda che non stiamo assieme..." ribadisco a Mason.

"Che importa? Potrai pur nascondere a te stessa i tuoi sentimenti, ma io so, che da quando hai 11 anni lo ami. Percepisco og-"

"Percepisci ogni mia singola emozione, lo so! L' ho capito."

"Allora vedi che non è impossibile? Devi accettare i tuoi sentimenti Juliette, scappi già da fin troppi anni. Accetta il tuo cuore, accetta le farfalle nello stomaco che so che senti, quando Charlie è con te."

"Il problema è... Che Charlie, è una delle persone più importanti della mia vita... Se per caso cedessi ai miei sentimenti, poi potremo lasciarci... Ed io non voglio perdere Charlie. Perché non posso stare senza lui..." Mason piega le ginocchia, mettendosi di fronte a me.

"Pensi che un amore come il vostro, possa mai lasciarsi?" Mi domanda.

"Non lo so... Potrebbe?"

"Dimmelo tu..." mi risponde, dopo aver posizionato un dito sulla mio fronte, portandomi sul mio passato.

"Dove mi hai portato?!" Urlo spaventata.

"Sta serena July, sei solo nella tua mente. Nei tuoi ricordi, ti farò vedere tutto questo un po' più chiaramente."

Un amico immaginarioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora