JULIETTE
Apro gli occhi.
Penso di aver dormito per un oretta piena, qui, vicino a mia madre.
Mi alzo, donandole un piccolo bacio sulla fronte."Ciao mamma, ci vediamo la prossima volta..." ed esco ufficialmente dalla stanza, lasciandomi il corpo di mia madre alle spalle.
Mi dirigo verso la sala principale, dove ho lasciato Charlie. Non so se è ancora qui, d'altronde sono passate due ore.
Lo cerco tra i posti, finché lo vedo.
È seduto nella sedia più nascosta, rannicchiato su stesso, dove sta dormendo profondamente. Non potevo avere persona più perfetta al mio fianco. Non se ne è mai andato, ha mantenuto la promessa. È rimasto qui, con me.
Lo raggiungo con passo felpato per non farmi sentire. Mi avvicino, e mi siedo sulla sedia accanto alla sua. Bacio delicatamente la sua guancia calda, svegliandolo e sussurandogli all'orecchio:"Hey bell'addormentato, sono qui."
Apre pian piano gli occhi, socchiudendoli leggermente per la luce.
"Come è andata?" Mi domanda con tono sussurrato e dolce, impastato dal risveglio.
"È stato difficile, ma sicuramente ha fatto bene ad entrambe."
"Ottimo."
"Grazie Charlie che sei rimasto per me, grazie veramente."
"Te l'avevo promesso."
Mi appoggio sulla sua spalla, lasciando che Charlie appoggi la sua testa sulla mia, ma non prima di avermi dato un tenero bacio sulla mia fronte. In questo momento siamo ufficialmente uniti, non solo per contatto, ma anche con il cuore e la mente. Non vorrei nessun'altro in questo momento se non lui.
"Vuoi che andiamo?" Gli suggerisco.
"No, ancora cinque minuti..."
Entrambi chiudiamo gli occhi, lasciando che la serenità di quell'istante ci invada completamente.
CHARLIE
Vorrei che il tempo si fermasse, in questo preciso istante. Con me e lei.
JULIETTE
Delle delicate carezze mi sfiorano il viso, svegliandomi completamente.
Quel morbido tocco, è opera di Charlie."Hey è tardi, abbiamo dormito per un'altra mezz'ora. Ti riporto a casa ok?"
"Va bene." Ci alziamo, e ci dirigiamo verso il parcheggio dell'ospedale. Saliamo sulla moto, ma prima di partire Charlie nota qualcosa.
"Tra poco sono a secco... Ti porto a casa mia che è più vicina, così lascio la moto e prendo l'auto per accompagnarti. Ci stai?"
"Va benissimo."
Charlie mette in moto, ed io stringo le mie braccia attorno alla sua vita.
CHARLIE
Siamo arrivati a destinazione: casa mia. Spero che mio padre non sia già ritornato, poiché l'orario del mio ritorno coincide perfettamente con l'orario del suo ritorno dal pub.
Scendo dalla moto, ed aiuto Juliette a fare altrettanto porgendole la mano."Vado a prendere le chiavi dell'auto, tu rimani qui."
Entro in casa e cerco nel cassetto il più velocemente possibile.
"Finalmente Charlie! Dov'eri? Sono le dieci di sera! Mi hai lasciata sola tutto il giorno!" Mi rimprovera la mia sorellastra.
"Lo so piccola peste, ma oggi c'è stata un emergenza. Ho accompagnato Juliette a far visita a sua madre."
"Oh è ancora qui? Posso salutarla?" Mia sorella ha sempre voluto tanto bene a Lydia e Juliette. Loro l'hanno costantemente viziata, insegnandole tutto ciò che bisogna sapere riguardo: make up, primo ciclo e persino ragazzi (purtroppo per me).
"Sta sera sarebbe meglio di no... Era molto giù, sarebbe meglio lasciarla sola. Ma se vuoi, quando sarà il momento, organizziamo una grande pizzata tutti assieme, io, te, Lydia e Juliette. Ti va?"
"Si... Ma quando sarà il momento?" Mi chiede dolcemente, con gli occhi tristi. D'altronde Juliette e Lydia non sono solo le mie migliori amiche, ma anche le sue amiche più care.
"Vorrei saperlo anche io..."
"AIUTO! QUALCUNO MI AIUTI" le urla di Juliette invadono velocemente casa mia, fino ad arrivare alle mie orecchie.
Spingo via mia sorella, poiché è di intralcio, non facendo caso alla forza con cui l'ho spostata.
Corro velocemente in giardino, raggiungendo il posto in cui l'ho lasciata. Una volta arrivato, un terribile scenario mi uccide, facendomi ribollire il sangue: quello stronzo di mio padre ha afferrato Juliette e la sta sbattendo al muro, urlandole in faccia, ubriaco fradicio e non permettendole via di fuga."CHI CAZZO SEI?! SEI UNA LADRA? OPPURE SEI UNA TROIETTA ANCORA DA PAGARE EH?"
Prendo la rincorsa, mi fiondo verso Juliette, spingendo lontano mio padre con tutta la forza che ho in corpo.
"LASCIALA IN PACE BRUTTO STRONZO!"
Mio padre si rialza tentando di ricolpirla, ma questa volta ci sono io a farle da scudo. Un pugno in faccia mi colpisce, regalandomi rabbia ed una forte adrenalina che mi permette di reagire. Afferro quell'essere umano abominevole e lo spingo a terra.
Mi posiziono sopra di lui, iniziando a sfogare la mia rabbia repressa. Lo colpisco in pieno in viso, anche se questo non basta per stancarlo. Difatti, una forza sconosciuta dà nuove energie a mio padre, che riesce a prendermi per le spalle e ribaltarmi un altra volta. Lui è sopra di me, ma non mi sta colpendo. Sta direttamente tentando di uccidermi.
Le sue mani stringono il mio collo, e per quanto io cerchi di liberarmi, niente sembra spostarlo.
Poco fiato mi rimane. Pochi secondi. Quattro. Tre. Due. Mio padre libera la presa, permettendomi di respirare.
Juliette l'ha colpito con un bastone in testa, facendolo svenire, dopodiché mi raggiunge velocemente, facendomi appoggiare la testa sulle sue ginocchia, ed afferandomi il volto con entrambe le mani."Oh santo cielo! Stai bene?! Charlie?!"
Sono ancora destabilizzato, ma fortunatamente sono ancora cosciente.
"Si grazie a te... Quello stronzo sarebbe andato oltre...Tu come stai? Cosa ti ha fatto?"
"Niente Charlie, mi ha solo attaccato perché pensava fossi una ladra. Sto bene, davvero."
"Mi dispiace, non dovevo portarti qui..."
"Cazzo Charlie! Tuo padre ti stava uccidendo e tu ti preouccupi per me!? Per fortuna che ero qui! Quel bastardo ti avrebbe ucciso sennò!"
Non so cosa rispondere, non mi aspettavo una risposta simile: sincera e coincisa.
"Juliette, Charlie... State bene?" Mia sorella è uscita in giardino. Deve aver pianto, poiché ha il naso e le guance rossastre. Ma io ero troppo impegnato a fermare quel mostro per accorgermene.
Ci alziamo entrambi ed avvolgiamo calorosamente Sarah tra le braccia."È tutto apposto... Adesso chiamo la polizia... Non ci darà più problemi quel verme."
"Davvero Charlie?"
"Si Sarah... Davvero, te lo prometto, lo terrò lontano da te."
Stringo mia sorella a me, non ho pensato al fatto che stare così tante ore fuori casa, poteva essere un rischio anche per lei.
"AIA!" Urla mia sorella.
Allarmato mi stacco subito, cercando la sua fonte di dolore: un taglio sul braccio."Chi cazzo ti ha fatto questo Sarah?!"
Le chiedo preoccupato. Giuro che se è stato quel viscido, non vedrà la luce del Sole, né ora né mai più."Tu..." mi stacco. Un colpo di pistola in pieno petto, mi avrebbe ferito di meno. Probabilmente spingendola, deve aver urtato contro qualche mobile della casa, ma io non ci ho pensato neanche. Anzi, non me ne sono neanche preouccupato.
Sto per mettermi a piangere come un bambino. Ma mia sorella, probabilmente più adulta di me, appoggia una mano sulla mia spalla, tranquilizzandomi."Non è nulla Charlie. Non prenderti colpe che non hai. È stato l'istinto di sopravvivenza. Juliette era in pericolo." Appena Juliette sente il suo nome, rivolge il suo sguardo a Sarah, e con gli occhi lucidi, l'abbraccia, rivoltando lo sguardo verso di me, e dicendomi solo con il labiale:
"Ci penso io."
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Un amico immaginario
FantasyTrama: Juliette, una ragazza di 18 anni che dopo un periodo terribile della sua vita trova rifugio nei libri, innamorandosi come tutte le lettrici/lettori del personaggio principale del suo libro: Mason. Juliette, dopo gli ultimi 2 anni passati in a...