Capitolo 55

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CHARLIE

Ho perso il conto delle ore in cui sono stato a piangermi addosso, immaginando ogni scenario possibile ed immaginabile in cui Juliette è felice con Jacob. Vorrei poter urlare all'universo intero, che è stato veramente un bastardo. Mi ha tolto il desiderio di avere una famiglia felice, facendomi rimanere con un padre ubriaco ed una sorellina da dover proteggere e curare. Non era già abbastanza per me? Non avevo già raggiunto l'apice della sofferenza?

"Charlie...Sarah mi ha raccontato tutto, posso entrare?" Mi chiede dolcemente mia madre, da diwtro la porta.

"Mamma, preferirei di no..."

"Dai per piacere, dammi almeno l' opportunità di poterti vedere! Sono quattro ore che sei rinchiuso in quella stanza..."

"Va bene...Entra..."

Sento il rumore del pomello girarsi. Mi giro sul fianco, rivolgendo lo sguardo a mia madre, che carinamente, oltre alla sua bontà, mi ha portato un vassoio con latte e cereali.

"Visto che non hai cenato...Ho fatto una cosa veloce, che ti possa consolare..."

"Grazie mamma..."

Appoggia il vassoio a terra, porgendomi la ciotola, che però io rifiuto poiché al momento sono talmente scombussolato, che potrei vomitare.

"Allora...Dimmi un po'... Chi è che ti ha ferito?"

"Juliette..."

"La tua migliore amica?"

"Già..." confermo.

"Perché ti ha spezzato il cuore?"

"Si è fidanzata con un altro ragazzo..."

"Ne sei proprio sicuro?"

"Hanno pubblicato una foto di loro due che si tengono per mano, ed inoltre, Lydia lì ha visti uscire felici e contenti dopo essere stati nella camera da letto del ragazzo a 'discutere'..." rispondo, imitando il gesto delle virgolette con le mani.

"Ci hai parlato con lei?"

"Non posso..."

"Perché?"

"Sai che Juliette...Ha avuto delle difficoltà impegnative, Jacob sembrerebbe essere l'unico spiraglio di felicità che ha, non sono così crudele da toglierle tutto questo, o peggio, fargliela pesare."

"Ma se ti ha usato, dovresti pur sottolinearlo no?"

"Mamma... Io e Juliette, non ci siamo mai frequentati. Sono io l'imbecille che si è innamorato di lei dalla prima media."

"Lo so, ma magari potrebbe riflettere sullo splendido ragazzo che ha perso."

"Non ha perso un bel niente, Jacob, il suo fidanzato, è bellissimo, ricco ed è in una delle squadre più forti di pallavolo. L' unico ad aver perso qui, sono io."

Una lacrima mi scende, bagnandomi le labbra secche. Assaporo il gusto del dolore, della perdita e della frustrazione.

"Sai mamma... Io, ero felice solo a guardarla... Se organizzavano un'uscita la settimana prima, e sapevo che lei era presente, avevo sette giorni di felicità assicurata. Le continue lotte con papà durante la notte, mi sembravano sopportabili se al mattino incontravo lei. Ma adesso...Il pensiero che lei possa provare quello che provo io, per un altro ragazzo... Mi fa sentire come un foglio di carta stropicciato."

"Lo so figliolo... A quest'età è tutto amplificato. Capisco come ti senti, credimi. E ti starò vicina...Ma promettimi che cercherai di riprenderti. Non sfruttare questa sofferenza, per indebolirti, ma bensì per rafforzarti."

"Come faccio a rafforzarmi se l'unica parte del mio corpo che mi manteneva in vita è stato disintegrato?"

"Tu vuoi bene a quella ragazza?"

Mi alzo leggermente con il busto, ritrovandomi a faccia a faccia con mia madre, che approfitta di questa avvicinanza per accarezzarmi il viso dolcemente, come solo una mamma sa fare.

"Mi stai chiedendo se le voglio bene? Mamma...Io la amavo, e la amo tutt'ora."

"Allora, se riesci a lottare contro il tuo cuore. Poiché lei è pur sempre la tua migliore amica, non sparire. Rimanile accanto finché puoi, lei non sa di tutto questo, e se il suo cuore non batte per te, non è colpa sua. Ho conosciuto quella ragazzina, mi ricordo quanti pomeriggi avete passato a giocare assieme, prima che me ne andassi. Puoi aver perso un ipotetica fidanzata, ma non perdere anche la tua migliore amica."

"Mamma... Ma io-"

"Charlie, a quest'età l'amore va e viene, ma l'amicizia resta per sempre." Sospiro, poiché il suo ragionamento è assolutamente comprensibile e corretto.

"Va bene..."

"Sii forte figliolo, scappare dai problemi è facile, lo fanno tutti, ma non tu."

Mia madre posa le delicate labbra sulla mia fronte, dandomi un leggero bacio, che mi rasserena e mi coccola.

"Ora mangia."

Vengo nuovamente abbandonato a me stesso, su un letto, con una ciotola di latte e cereali ed un cuore che sta ancora cercando di riprendere il passo da solo. Serata difficile da dimenticare.

Un amico immaginarioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora