Capitolo 34

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JULIETTE

Una volta arrivata a casa. Scendo velocemente dall'auto, ringraziando Tiana per il disturbo.
Le ho raccontato dell'incontro avvenuto con la mamma, ma questo non le ha fatto piacere. Tiana e mia madre erano grandi amiche: dopo il mio suicidio, mia madre si è sentita molto fragile e la presenza di Tiana è servita per rafforzare il suo stato d'animo nei momenti di sconforto.
Salgo gli scalini due a due per arrivare il prima possibile nella mia stanza. Cammino lungo il corridoio ed arrivo a destinazione.
Chiudo la porta e mi appoggio ad essa, ripensando alla terribile giornata che ho dovuto affrontare oggi: uno scontro con il padre di Charlie, un incontro con mia madre in coma, la scoperta del trasferimento di Charlie in Francia ed infine un litigio con il mio angelo custode. Sembrerebbe tutto sommato una giornata tranquilla.
Ora che ci penso, Mason non si è fatto sentire da quando sono uscita dalla stanza di mia madre.

"Ti ero mancato vero?" Come si dice? Parli del diavolo...

"Forse un pochino... Volevo scusarmi con te. Non meritavi la mia rabbia in quel momento. Scusami tanto." Mason prende posto vicino a me, accascaindosi anche lui sulla porta.

"Ho capito che era un momento delicato per entrambe. Tua madre ti ha sentita, e udire la tua voce così tesa con il mondo, l'ha fatta preoccupare parecchio. Perciò, dato che in quel momento la tua fonte di rabbia ero io, ho pensato bene di levarmi dai piedi."

"Hai percepito le emozioni di mia madre? Come hai fatto?"

"Sono un angelo ti ricordo. Non un essere umano. Sono capace di capire ogni emozione umana."

"Molto interessante..."

"Già...Mi dispiace tanto per ciò che ti ha fatto il padre di Charlie... Ho provato ad intervenire. Ho cercato di fare rumore all'interno della casa di Charlie, poi in quella dei vicini, ma nessuno mi sentiva abbastanza. In qualche modo ho provato anche a spingerti via quel mostro... Ma poi ho usato così tante energie che sono sparito..."

"In che senso "sparito"?

"Come ti ho già detto... Noi angeli facciamo un grandissimo sforzo a toccare o muovere gli oggetti umani, o gli umani stessi. E quando facciamo un grande sforzo, scompariamo. E come se svenissimo, ma dopo poco tempo ritorniamo ovviamente."

"Non lo sapevo...Grazie che mi hai aiutata."

"Non ringraziarmi, sono nato per proteggerti da chiunque provi a ferirti. Sono il tuo guerriero, July."

Gli rivolgo un tenero sorriso, al momento credo di essere la ragazza più fortunata del mondo, nonostante tutte le disgrazie che mi sono avvenute.

"Mi dispiace anche per Charlie... Ho assistito alla vostra conversazione, quel ragazzo ha veramente un cuore d'oro."

"Si è vero...Il suo cuore è speciale."

"Talmente speciale, che sei riuscita a conquistarlo."

Sobbalzo, spalancando gli occhi.

"Come?!"

"Pensi che non abbia sentito le vostre emozioni quando vi eravate addormentati assieme sulle sedie dell'ospedale? Oppure quando vi siete consolati a vicenda? Avanti! Ho captato le vostre emozioni tutto il tempo. Persino un bambino ci arriverebbe!"

"No. Ti sbagli, hai intuito sicuramente male."

Mason se la ride sotto i baffi. Probabilmente se la starà spassando nel vedermi così tanto in difficoltà. È tanto difficile comprendere l'amicizia tra uomo e donna?

"Bugiarda." Mi dichiara tra una sua risata ed un'altra.

"Non lo sono, semplicemente siamo migliori amici. Ci conosciamo da sette anni ed abbiamo vissuto molte esperienze assieme. Provo solo amicizia, solo questo."

"E come mai non provi le stesse emozioni con Lydia?"

"Probabilemente non mi hai analizzata bene..."

"Strano... So per certo, che quando sei con Lydia, il tuo battito è regolare, provi tanto divertimento e tenerezza. Sei felice della sua presenza, e ti senti veramente libera. Tutto ciò, che non provi con Charlie..."

"Perché? Cosa dovrei sentire on Charlie?"

"Beh... Quando siete assieme, entrambi avete il cuore che accelera, avete le mani sudate, e avete una tensione dentro di voi, impossibile da nascondere. Provate le farfalle nello stomaco ogni volta che qualcuno tocca l'altro e per di più, avete la costante paura che uno dei due venga ferito. Questo è amore Juliette, non amicizia."

"Ok va bene..." mi tiro su in piedi, per sembrare più sicura. Mason fa lo stesso, anche se mi guarda dall'alto verso il basso, poiché è decisamente più alto di me.

"Facciamo una scommessa: scommettiamo che fino alla fine dei nostri giorni, io e Charlie non ci metteremo mai assieme, ci stai?"

"Vedo che ti piace perdere facile, July."

"Tu scommetti." impongo.

"Cosa dovrei guadagnarci?"

"Potrai dirmi un grandissimo 'Te l'avevo detto' che sembrerebbe una bella soddisfazione, ci stai adesso?"

"Accetto."

"Ottimo."
Proviamo a stringerci la mano, ma nell'esatto momento in cui stiamo per sfiorarci, Mason ritira la mano.

"Eh scusami July, ma ho fatto fin troppa fatica oggi. Facciamo che accetto la sfida a voce, ok?"

"Ci sto, preparati ad aver torto."

"Preparati invece a sentire un grandissimo 'Te l'avevo detto'."

Un amico immaginarioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora