Capitolo 7

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JULIETTE

Non tocco cibo da quattordici ore, ormai è ora di pranzo. Lo stomaco brontola, pregandomi di dargli qualcosa per sopravvivere, ma io non gli do retta, continuando ad ignorare la fame. Charlie sta mangiando una bistecca di manzo con della lattuga per contorno. Semplice ma molto invitante.
Lydia, invece, sta gustando una toast con all' interno formaggio, salame e salsa. Ancora più invitante.

"Visto che hai dimenticato il pranzo, vuoi che facciamo a metà?" Si offre Lydia.

"No tranquilla, in caso mangerò quando torno casa."

"Juliette, mancano ancora due ore, mangiane un pezzo, tanto io non lo finisco." Lydia ha capito e mi sta fregando.

"Bene, allora lasciamelo nel contenitore, vado in bagno e lo finisco." Se scappo non mangio.
Mi alzo, esco dalla mensa scolastica e mi dirigo verso i bagni.
Il corridoio è lungo, le luci sembrano spegnersi... Probabilmente è un problema elettrico.
Cammino, ancora un minuto e sarò nel bagno, ma un braccio mi afferra per la vita, prendedomi e rinchiudendomi nello sgabuzzino.

"LASCIAMI! AIUTO! AI-" una mano mi tappa la bocca, e il braccio attorno alla vita, mi gira di 180 gradi. Finalmente scopro il volto del mio rapinatore: Charlie.

"Dimmi il reale motivo per cui non vuoi pranzare e forse non lo dirò a Lydia." Ottima minaccia, se Lydia lo sapesse, mi prenderebbe a schiaffi finché non mangio (non è pazza, ma è diversamente affettuosa e protettiva). Forse non sarà il metodo più corretto per aiutarmi a mangiare, ma fino a prova contraria, le minacce di Lydia riuscirebbero a smuovere intere montagne.

"Charlie, ho dimenticato il pranzo tutto qua."

"Juliette, non raccontarmi stronzate. Non a me." Ho paura di confessargli la pura e semplice verità, perché ho il timore di essere giudicata. Soprattutto da Charlie e Lydia, ma in questo momento non ho scuse sensate da offrirgli.

"Ho-ho mangiato pesante ieri... E oggi volevo recuperare."

"Juliette, non dirmi così per favore..."
I suoi occhi sembrano preoccupati, gli importa veramente di me.

"È solo che... Ho visto che sono ingrassata, perciò se bilancio il pasto pesante di ieri... Posso iniziare a ritornare come prima..."

"Come prima.... Quando?" Sospiro, tanto vale confessarmi completamente.

"Ieri, ho rivisto le vecchie foto... E quest' estate non ero così... Ero più magra, più tonica...Ero più bella."

"Posso vedere la foto?"

"Va bene..." Afferro il telefono dalla tasca della giacca, è mostro la mia vergogna a Charlie. Mi fissa e dopo qualche secondo, con uno scatto, mi strappa il telefono dalla mano.

"EHI! MA COSA VUOI FARE!" Sembro uno gnomo arrabbiato, probabilmente neanche con una scala raggiungerei la mano di Charlie, ma tanto vale risultare ridicola provandoci.

"Ho eliminato la foto."

"Ma-Ma perché!? Era un ricordo..."

"Si, ma un ricordo che ti fa soffrire, perciò non vale la pena ricordarlo."
Mi consegna il mio telefono, e prima che io possa uscire, Charlie mi afferra per il braccio riportandomi davanti a lui.

"Pensi che non sappia che adesso stai per scoppiare a piangere?"

Non rispondo, ma penso che i miei occhi lucidi gli bastino.
"Vieni qui..." Mi avvicino a Charlie e lo abbraccio, dando sfogo alle mie lacrime. Queste, sono un miscuglio di emozioni, non è solo tristezza la mia, perché sotto sotto, sono commossa dal gesto di Charlie, che avrebbe fatto qualsiasi cosa per guarire le mie ferite.
La mia testa è appoggiata sul suo petto, nel mentre che con le sue mani mi accarezza dolcemente la testa.

Un amico immaginarioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora