JACOB
Mentre un mostro sta prendendo possesso di me. Sento delle labbra appoggiarsi sulle mie. Il mostro lotta per farmi staccare da questa dolce sensazione inspiegabile, ma la mia eroina riesce ad essere più forte. Sconfiggendo quella bestia feroce chiamata: ansia. Riprendo lucidità dopo poco, riuscendo a comprendere realmente ciò che mi circonda e ciò che mi sta succedendo: Lydia mi sta baciando. Dovremmo staccarci adesso, ma entrambi non riusciamo, sembriamo incollati.
Lydia prende entrambe le mani per afferrare il mio viso, alternando qualche carezza sulla guancia e sui miei capelli. Preso dalla situazione, appoggio le mani sulla sua vita stringendola attorno a me. Le nostre mani sembrano impazienti di esplorare, mentre le nostre labbra non voglio staccarsi.
La sue labbra sono morbide e sanno di ciliegia e menta. Il suo odore ipnotizzante di margherite invade le mie narici, portandomi direttamente al collasso. Farei qualunque cosa, per rivivere queste emozioni più spesso. Ma proprio durante l'apice del piacere e della felicità, Lydia decide di interrompere tutto staccandosi, e guardandomi con sguardo mortificato. Come se avesse fatto la cosa più brutta di tutta la sua vita."No... Scusa Jacob. Non dovevo farlo... Sono una stupida, sciocca ed imbecille! Abbiamo sbagliato! Ho sbagliato!"
"Lydia... Ci siamo solo baciati..."
"Solo baciati? SOLO BACIATI?! Jacob per te tutto questo è un gioco!?"
"Lydia, non ti capisco..."
"Jacob pensi che sia così stupida?"
"E tu pensi che io sia così stronzo?!"
"Vuoi sapere la verità? Si!" Rimango senza parole. È questo che si prova quando si è feriti dall'amore? L' accoltellata che mi è appena stata inflitta nell'anima, me la meritavo realmente?
"Si perché...Io credevo a te, a noi due, e a ciò che avremo potuto fare..." mi spiega, con le lacrime agli occhi.
"Io, Jacob... Ci credevo da-davvero... Credevo che tu mi amassi, che non due fossimo compatibili... Ma in realtà a te importava solo di Juliette...Per te non esistevo neanche..." rimembro tutte le volte in cui ho chiesto informazione di Juliette in presenza di Lydia. Non ho mai desiderato tanto di tornare indietro nel tempo e tirarmi un pugno in faccia. "Bravo Jacob, hai confermato di essere il solito coglione!" Penso.
"Lydia...Juliette no-"
"No ti prego. Basta così... " Lydia cerca di andarsene, ma io non mollo. La giro, prendendola per una spalla, constrigendola ad avere di nuovo gli occhi puntati su di me.
"Lydia tu mi piaci! Per favore, non andartene così!" Le mie parole vengono lasciate al silenzio, rimbombando ovunque.
"Lydia..."
"Come dovrei crederti io, Jacob?" Mi domanda con voce strozzata.
"Come faccio a crederti?""Fallo è basta, è così...Te lo giuro."
Un profondo senso di paura mi assale, aspettando la risposta di Lydia.
"Mi dispiace. Non ci riesco..." mi sussurra, dandomi le spalle e proseguendo per la sua strada. Non le tolgo gli occhi di dosso, dentro di me spero che si volti, e che ritorni da me.
"Per favore Lydia...Non abbandonarmi, non tu, torna per piacere. Chiunque, ma non tu..." prego con me stesso. Anche se fortunatamente le mie preghiere vengono ascoltate, poiché Lydia si gira, sussurandomi."Sai quando prima, ero passata per chiarire con te? Bene... Ti ho mentito. Ero entrata in quella casa da molto prima, avendo l'opportunità di origliare la conversazioni tra te e Linda. Ed ho afferrato ogni tua parola, ingogliandola come se fosse cenere. Avevo capito già prima, che non ero confrontabile a Juliette, ai tuoi occhi, ma Jacob.... In quel momento...Tu mi hai strappato il cuore. E perdonami, ma non posso fidarmi di una persona che ha cambiato i propri sentimenti nell'arco di mezza giornata..."
"Lydia... non pens-" sussurro.
"Jacob... Tu mi uccisa." Mi risponde, con la voce strozzata, cercando di trattenere i singhiozzi.
Mi mordo la lingua, tentando di frenare le urla di dolore che vorrei far scappare. Ma molto probabilmente, le mie lacrime ed i pugni serrati, sono stati già abbastanza chiari. Purtroppo, anche gli occhi e la sofferenza di Lydia, non sono da meno. Ricordo, quando sua madre l'ha picchiata davanti a me, ricordo ancora la rabbia che ho provato per tutta la serata, e per tutto il giorno successivo. Ero frustrato nel sentirmi impotente, a guardare quel cielo racchiuso nelle sue pupille, soffrire. Ma ora, pensare al fatto che quegli occhi blu stanno piangendo per me, mi fa sentire decisamente molto peggio. Gli stessi occhi, che mi guardavano con ammirazione durante la partita. Gli stessi occhi premurosi che mi hanno aiutato durante la settimana di malattia. Gli stessi occhi, che si erano innamorati di me... Ora li ho persi."Spero capirai. Perché penso sia meglio...Chiuderla qui..."
"No, no, no... Per favore Lydia, non farmi questo..."
"Scusami Jacob, ma non trovo altre soluzioni... "
Lydia chiude la porta, e sale sul taxi. Non mi sono mai odiato come adesso.
JULIETTE
Sono passati all'incirca due minuti, da quando l'infermiera è rinchiusa in questa stanza. Le scorse volte, era sorprendetemente veloce. Controlla ogni singola cosa, con la massima attenzione, come se la persona stesa nel lettino fosse lei stessa. Ha le sopracciglia incurvate, a causa dell'espressione concentrata. Chissà cosa starà pensando.
"Scusi, posso farle una domanda?"
"Certamente signorina."
"Lei si è mai pentita di questo lavoro?"
"Oh beh...Sicuramente no. È un lavoro impegnativo, non adatto a chiunque. Pochi riescono a farlo nei migliori dei modi. Per guarire le persone e capirne le sofferenze, bisogna avere cuore. Ma non un cuore qualsiasi "dolce e tenero". Ma bensì un cuore duro, forte e leale. Bisogna essere pronti a tutto e a tutti. Un medico deve salvare le persone dalla morte, non consolarle da essa."
"Wow..."
"Cosa vuoi fare da grande?" Mi domanda, nel mentre che apre gli occhi di mia madre, per osservarne le pupille.
"Mi è sempre piaciuto poter essere un medico..."
"Cavolo, sei ambiziosa. Come mai questa passione incantevole?"
"Perché..." sospiro, dandomi coraggio.
"Perché, da piccola ho perso mio padre, per colpa di un tumore, ho sofferto come un cane....Ma da questo avvenimento, ho capito, che nella mia vita, non volevo che riaccadesse a qualcun'altra bambina, perciò ho deciso che sarò io salvare il suo papà."
"Caspita, sei una ragazza estremamente dolce e decisa allo stesso tempo."
"Si... Con il tempo ho imparato a diventarlo."
L' infermiera scrive gli ultimi dettagli nel suo taccuino, dopodiché, rimbocca le coperte a mia madre e si dirige verso la porta di uscita.
"Arrivederci, futura dottoressa Marzi."
"Arrivederci." La saluto, con un sorriso smagliante. Ogni tanto sono le piccole cose a migliorarci la giornata.
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Un amico immaginario
FantastikTrama: Juliette, una ragazza di 18 anni che dopo un periodo terribile della sua vita trova rifugio nei libri, innamorandosi come tutte le lettrici/lettori del personaggio principale del suo libro: Mason. Juliette, dopo gli ultimi 2 anni passati in a...