Capitolo 4

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JULIETTE

Finalmente è conclusa un'altra giornata scolastica. Mi ritrovo davanti a scuola per prendere l'autobus, ormai sono sola, poiché Charlie e Lydia hanno preso il loro di autobus. Adesso, l' unica mia fonte di compagnia è Jacob.

"Perciò...Dato che abbiamo parlato solo di me, cosa mi dici tu? Fai qualche sport?" si interessa.

"Bah, nulla di rilevante, non sono una sportiva, preferisco il divano allo sport." gli rispondo educatamente.

"Ah questo si era capito."

"Scusami non mi sembra di averti chiesto un opinione a riguardo." rispondo non più educatamente.

"Ehi sta calma! Intendevo dire...Si vede che non ti piace lo sport, quando ti ho parlato dei miei allenamenti ti sei messa a fare gli esercizi di matematica." si difende.

"Beh forse perché era la terza volta che mi ripetevi gli step del tuo allenamento!" Conosco questo ragazzo da meno di mezzagiornata, e già pretende il massimo delle mie attenzioni.

"Ok ok... Ho capito che non abbiamo molto in comune, magari con il tempo però, scoprirò qualcosa di cui potremo parlare."

"Per caso ti interessa parlare con me?" rispondo con tono tagliente, provocandolo. È l'unico modo per comprendere se una persona è realmente interessante. Sarà una stupidaggine? Probabile, ma ormai ci sono abituata.

"Non darti tante arie, devo ancora trovare qualcuno di meglio." Non sarà il numero uno nelle conversazioni umane, però risponde bene alle provocazioni.
"In bocca al lupo" gli auguro.

"Crepi."

L' autobus sembrerebbe essere arrivato, forse, finalmente, posso staccarmi dal mondo e ascoltare la mia musica in santa e beata pace.
Salgo, salutando Mirko, l' autista che ormai mi ha conosciuto all' età di undici anni, quando prendevo il pulmino per tornare a casa.
Fingo di osservare i posti, quando in realtà so già in quale posto voglio andare: in fondo a sinistra. In quel sedile non vengo mai disturbata poiché tutti i gruppi di amici preferiscono sedersi nei sedili vicino alla porta per poter uscire il prima possibile, inoltre nel lato sinistro posso contemplare meglio il finestrino.
Mi siedo, sento il sedile tiepido, l' aria fresca che entra dalle finestre e l' odore di alcool e disinfettante al limone. Decido di posizionare il mio zaino nel posto a fianco, ma qualcuno mi precede: Jacob si è seduto vicino a me.

"Non dirmi che sei uno di quei ragazzi che si attaccano alla prima ragazza gentile." lo imploro, esausta dall' intera giornata in cui sono stata perseguitata da "Jacob, lo sportivo che si crede un divo".

"E tu non dirmi che sei una di quelle ragazze che appena un ragazzo le sfiora pensano di averlo ai loro piedi." mi risponde "Jacob il pallavolista professionista".

"Mi dispiace ma averti o no ai miei piedi, non mi cambia proprio per niente." controbatto.

"Beh allora non serve attaccarmi, o meglio, corteggiarmi." lo guardo a bocca aperta, non posso crederci, è il ragazzo più presuntuoso ed egocentrico che io abbia mai conosciuto.

"Dai tranquilla Juliette, non lo dirò a nessuno. Non sei la prima a cui piaccio."

"Fino a prova contraria sei tu che mi stai perseguitando, per caso hai paura di ammetterlo?"

"Non ho nessun altro con cui parlare."

"Forse perché ancora non hai trovato qualcuno di meglio di me." Ora rispondi a questa.

"Hai ragione."

"Non avevo dubbi."
Jacob mi ispeziona il viso completamente, scoppiando in una breve risata.

"Mi renderai questi tre mesi molto difficili credo." mi confessa.

"Oh beh, se continui a stressarmi, te li rendo un vero e proprio inferno."
Il mio vicino di posto sembra divertito dalla situazione, tanto che gli sfugge un grande sorriso alla fine della mia frase.

"Cosa c'è di divertente?"

"Tu sei divertente."

"Non ho fatto nulla di divertente."

"Le tue risposte mi fanno ridere."

"Ti fanno ridere solo perché non sai rispondermi."

"Continua a crederlo."

"Ci credo fino in fondo."

CHARLIE

Probabilmente non mi crederà nessuno, ma amo il martedi. È l' unico giorno in cui Juliette prende il nostro stesso bus, perciò facciamo un intero tragitto di circa quaranta minuti, tutti e tre insieme, divertendoci fino a quando l'autista non decide di fermarsi per sgridarci "Mirko lo sappiamo tutti che ridi anche tu alle battute di Lydia" penso. Peccato che oggi sia mercoledì, e mi aspettano ancora trenta minuti per finire il mio tragitto verso casa.

"Hai parlato per caso con Jacob?" mi ha appena chiesto Lydia.

"No, ancora non gli ho parlato, perché?"

"Be' sembrava un tipo interessante, magari potrebbe entrare nel nostro gruppo."

"Non esiste, è troppo egocentrico, fidati, ho sentito tutta la sua conversazione con Juliette."

"Se Juliette è riuscita a sopportalo, potremo farlo anche noi. Ma poi... Perché stavi origliando la loro conversazione?"

"Oh... Pura curiosità." mi difendo, anche se Lydia sembra non credermi. Da quando ho assistito a tutte le prese in giro di Charlotte verso Juliette, ho sviluppato un grande senso protettivo nei suoi confronti. Anche più del dovuto.

"Tu invece, perché vorresti conoscere Jacob? Di solito odi chiunque indipendentemente."

"Oh...Pura curiosità, penso tu comprenda." Mai sfidare Lydia. Mai.

Un amico immaginarioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora