JULIETTE
È passata un ora da quando sono qui, in questa piccola casa apparentemente accogliente, ma che di familiare non ha niente. Non ci sono foto della famiglia, il frigo non ha neanche una calamita con qualche destinazione fatta, non ci sono ricordi.
Ho disinfettato la ferita di Sarah e l'ho fasciata, è stato molto semplice. Non mi hanno mai fatto senso i tagli, il sangue ed i lividi. Mi piace curare le persone e farle sentire protette."Hai mai pensato di fare il medico?" Mi domanda curiosamente Sarah, a bassa voce.
"È il mio sogno da quando sono bambina." Quando mio padre ci ha lasciati a causa di un tumore, ho provato un vortice di emozioni: tristezza, delusione, rabbia ma anche adrenalina. Si, adrenalina pura. Perché in quel momento, ho capito cosa avrei fatto da grande. Il mio sogno era quello di indossare il camice, entrare in sala operatoria, ed uscirne felice, sapendo di aver salvato qualcuno. Un figlio, un fidanzato, una moglie o un padre. Grazie ad una delle cose più brutte della mia vita, ne ho scoperta una incantevole.
"Saresti un bravo medico, hai mano. Sei molto delicata."
"Ti ringrazio...Charlie dov'è?" Chiedo una volta finita la piccola operazione.
"È in camera sua, non so cosa stia facendo."
"Capisco."
Mi alzo dalla sedia, riordino il kit di emergenza e mi dirigo verso la stanza di Charlie.
Busso tre volte, piano, in modo tale da non sembrare invadente."Charlie? Posso entrare?"
"Se vuoi..."
Apro la porta nella maniera più silenziosa possibile, chiudendola con attenzione. Charlie è sdraiato sul letto, con gli occhi rossi e le guance bagnate, che tenta di asciugare prima che me ne accorga. Mi siedo sul letto, accanto a lui e gli tolgo il ciuffo di capelli che gli copriva gli occhi."Hai dei bellissimi occhi, lo sai?"
"Me l'hanno detto qualche volta."
"Bene, allora perché li copri?"
"Non mi piace farmi vedere dagli altri mentre piango. Specialmente da te..."
"Perché da me?"
Charlie gira leggermente il volto incrociando il mio sguardo per qualche secondo. Dopodiché sposta il suo obiettivo, guardando la finestra, che si trova davanti a noi. Scappa con lo sguardo, come se avesse timore di dirmi qualcosa. Gli prendo il mento delicatamente e lo obbligo a guardarmi.
"Charlie... di cosa hai paura?" Gli domando sussurando.
"Che tu pensi che io sia debole..."
"Perché mai dovrei pensarlo? Hai appena vissuto una cosa molto brutta, va bene piangere per sfogarsi... Non sei debole e mai lo penserò."
"Si ma... " appoggia le braccia, aiutandosi ad alzarsi. Ora è seduto, dritto davanti a me.
"Juliette, tu soffri. Soffri continuamente, voglio toglierti questa pena. Vorrei poter accumulare quella sofferenza e trasportarla altrove, persino dentro di me se questo fosse necessario. Ma se io crollo, non potrò mai sostenerti come si deve. Come io voglio."
Rimango sbalordita, senza parole. Non ho mai sentito tanto amore in un discorso. Nemmeno Lydia mi ha espresso un sentimento del genere.
Cerco di raccogliere la forza per rispondere, ricacciando le lacrime indietro."Charlie, non potrei vivere senza di te."
Il volto di Charlie cambia. La sua espressione raffigura rabbia e delusione. Stringe i pugni, tirando leggermente il lenzuolo. Inclina il volto, facendo cadere i suoi lunghi capelli mori sui suoi occhi, non permettendomi di incrociarli.
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Un amico immaginario
FantasyTrama: Juliette, una ragazza di 18 anni che dopo un periodo terribile della sua vita trova rifugio nei libri, innamorandosi come tutte le lettrici/lettori del personaggio principale del suo libro: Mason. Juliette, dopo gli ultimi 2 anni passati in a...