Un amico immaginario

Capitolo 16

CHARLIE

"Sono stanca di girare in questo negozio di roba sportiva! Non metterò una tuta per l' appuntamento!"

"Sbaglio o il tuo amico è un' amante dello sport? Sicuramente gli piacerai con pantaloni, felpa e scarpe da ginnastica." Penso che non sia necessario mettersi in tiro per un primo appuntamento, d'altronde le persone ci vanno solo per conoscersi, non per farci una sfilata.

"Charlie, penso che tu abbia bevuto qualcosa." Juliette si allontana, lasciando me, da solo, con una nana malefica pronta ad uccidermi in qualsiasi momento: Lydia.

"Guarda che puoi mandare Juliette in giro anche con una tovaglia, risulterà comunque bellissima."

"Si lo so, e con questo?"

"Smettila di fare il 'fratellone geloso' e vieni con me. Andiamo a vedere un reale vestito per Juliette."

"Eh va bene..." Sono ancora convinto, che la tuta sportiva sia una splendida idea.
Andiamo in un negozio di abiti da sera. Vedo abiti di ogni forma e colore.
Già prevedo le ore che dovrò sopportare e vedere le ragazze guardarsi e discutere ogni vestito.

"Juliette!! Vieni! Guarda questo capolavoro!" Mi avvicino anche io, poiché la mia curiosità vuole scoprire di quale "capolavoro" si tratti.

"Wow è bellissimo..."

"Secondo me è troppo scollato. Tra poco vedrei anche i polmoni."

"Non ascoltare Charlie, sai com'è... Non riesce a vedere un suo uccellino prendere il volo e lasciare il nido" mi sussurra lentamente Lydia, borbottando l'ultima parte.

"Probabilmente, perché l' uccellino rischia di essere catturato da un'aquila." Rispondo, con tono di voce più basso per non farmi sentire da Juliette, che è troppo concentrata ad osservare quell' abito.

"Voglio provarlo."

"Quello?" Dico indicando il vestito che tiene tra le mani. Nonché un semplice tubino blu, con una scollatura a cuore ben pronunciata, ed una cinturina in vita argentata, ma che nelle mani di Juliette, risulta come il tesoro più raro. In questo preciso istante, mi sembra di vedere una bambina che tiene in mano la sua bambolina preferita. Non credo di essere capace di eliminare la gioia di questa bambina.

"Si, penso sia perfetto!" Esclama Lydia. Vorrei poter controbattere e convincere Juliette e Lydia a scegliere un vestito più semplice per l'occasione, ma purtroppo, il mio buon cuore mi precede.

"Si, ha ragione Lydia, quel vestito penso sia ottimo per l' appuntamento."

Passa qualche minuto, anche se questi 120 secondi li ho percepiti con una durata di 7 anni 8 mesi 23 giorni 45 minuti e 23 secondi.

"Ragazzi, io ho provato, ma forse ha ragione Charlie... Penso sia troppo per me."

"Esci ti vogliamo vedere!" Chiede insistentemente Lydia.

"Ok..." la tendina del camerino si spalanca e un onda di bellezza mi affoga, lasciandomi senza fiato. Il vestito sembra fatto su misura: stretto nei punti giusti, colore meraviglioso, lunghezza e misure ottime. Non sarò un santo, ma anche quella scollatura, che ho tanto giudicato, adesso la sto gradendo. La cintura segna perfettamente il punto vita, mentre le scarpe sembrano realizzate apposta per le gambe di Juliette: alte e toniche.
Lei è contenta. La osservo mentre si specchia, e sinceramente sento il cuore leggero nel vedere il sorriso che le appare in volto quando lei stessa si accorge che in questo momento è bellissima. Chi sono io per toglierle il sorriso? Chi sono io per non permetterle di vivere la sua vita? Chi sono io per dirle cosa fare e cosa non fare? Assolutamente nessuno. Io sono Charlie, un ragazzo alto, moro con gli occhi verdi, abbastanza gentile e simpatico e con tanti pensieri che vagano per la testa, ma con solo un obiettivo: rendere felice chi mi rende felice.

"Sei perso nel mondo dei sogni?" Mi chiede direttamente Lydia.

"Oh ehm... Si scusa... E che è incantevole con questo vestito, ipnotizza chiunque."

"Grazie Charlie." Mi risponde Juliette con voce delicata.